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E SE LA BORGOGNA CONSIDERASSE UN AUMENTO DELLE SUPERFICI VITATE? L’IDEA È DI LOUIS-FABRICE LATOUR, PRESIDENTE DEI COLTIVATORI DI BASE DI BEAUNE, E NÉGOCIANT DELLA MAISON LOUIS LATOUR

Due annate consecutive, la 2012 e la 2013, a basso volume produttivo in Borgogna possono far sorgere qualche la richiesta di piantare più vigneti per risolvere il conseguente problema di squilibrio tra domanda e offerta. È da qui che parte la riflessione di Louis- Fabrice Latour, presidente dei coltivatori di base di Beaune e négociant della Maison Louis Latour. In Borgogna, infatti, la media produttiva è stata per molti anni di 1,5 milioni di ettolitri, nel 2012, invece, tale cifra è scesa a 1,28 milioni di ettolitri, e quest'anno, addirittura, si stima che la produzione totale arrivi a solo 1,2 milioni di ettolitri, a causa delle grandinate distruttive che hanno colpito specialmente la Côte de Beaune.

Ma la domanda di vini della Borgogna è in costante e crescente aumento in tutto il mondo e Latour confida che, il prossimo 3 dicembre, un incontro tra coltivatori, produttori e négociant dia l’inizio ad una discussione per introdurre la possibilità di un aumentare degli impianti nella regione.

Per Latour la Borgogna non deve essere una rarità e i suoi viticoltori devono vivere bene e non trovarsi in difficoltà come adesso, perché il raccolto è stato troppo scarso per due anni di fila. I prezzi naturalmente stanno salendo e la domanda resta molto importante, a fronte di una gran quantità di terreni non coltivati a vigneto e che potrebbero produrre grandi vini.

“Abbiamo centinaia di persone che lavorano per noi e abbiamo bisogno del vino per vendere - ha dichiarato Latour - e se non riusciamo a trovarlo, andremo a cercarlo altrove”. Su questa questione, evidentemente, ci vuole un accordo ad ampio raggio. Se, però, viticoltori, commercianti e Inao (Institut National des Appellations d’Origine) non troveranno un punto di compromesso su questa tematica, sarà difficile che il Ministero dell'Agricoltura permetta alla Borgogna di aumentare la sua superficie vitata.

“Penso che ci sarà un accordo , ma solo a determinate condizioni - ha ipotizzato Latour - al quale dovremo impegnarci con contratti a lungo termine. Quello che ci manca di più è il Pinot Nero, non c’è una carenza di Chardonnay, anche perché è prodotto su buoni livelli anche in altre parti del mondo”.

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