L’ultimo “casus belli” è stata la delibera del Cda del Consorzio del Bardolino, che ha deciso di presentare richiesta ufficiale alla Regione Veneto per ridurre le quantità di uva certificata Doc (campagna 2013). Una decisione che, per la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, è contraria agli interessi economici dei produttori di Bardolino e anche lesiva dei loro stessi diritti. Per la Fivi, è solo l’ultimo di una serie di casi analoghi in seno ai Consorzi di tante Doc: “è necessario rimettere in discussione gli equilibri nei poteri decisionali, nella rappresentatività e nel voto, degli organi collegiali dei consorzi. Occorre superare gli automatismi (ettari/bottiglie/teste)”. Al di là
della dimensione, per la Fivi, chi va dalla produzione di uva alla commercializzazione della bottiglia, non può contare quanto (o meno) di chi semplicemente imbottiglia e vende, per esempio ... “Vi sono esempi virtuosi di Consorzi che, su richiesta e sollecitazione dei vignaioli soci, hanno deciso di modificare il loro statuto su questo punto per essere veramente espressione equilibrata degli interessi di tutti. La Fivi inizierà una campagna di sensibilizzazione nazionale su questo tema e chiederà agli organi competenti l’avvio dei necessari tavoli interprofessionali di concertazione, perché con questa azione ha la certezza di dare un contributo concreto e costruttivo alla gestione e alla crescita del sistema dei Consorzi di Tutela delle Doc nazionali, e alla causa del vino Italiano di qualità”.
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