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Ecco “Terra Madre Salone del Gusto”, in tutta Torino, dal 22 al 26 settembre. Nel leitmotiv dell’edizione n. 20, “Voler bene alla Terra”, l’anima della mission Slow Food, declinata nei confronti con grandi personalità. Focus: la road map di WineNews

Per Slow Food i numeri non sono numeri, hanno un valore inestimabile, perché sono prodotti, volti, storie di economie locali: sono 57 i nuovi Presìdi in 18 Paesi del mondo (28 in Italia, dall’uva Montonico che solo tre produttori coltivano in Abruzzo all’antico vitigno Dolcetto ancora allevato nei terrazzamenti della Val Bormida in Piemonte) del progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, che da quasi 20 anni tutela i prodotti della terra a rischio estinzione, “facendoli salire” sull’“Arca del Gusto” (più di 3.700). In tutto, oggi, sono 500 per oltre 13.000 produttori - con il peperoncino serrano di Tlaola in Messico, simbolo di emancipazione sociale ed economica delle donne indigene grazie alla riscoperta della biodiversità - e si potranno “toccare” con mano e palato a “Terra Madre Salone del Gusto”. “Voler bene alla Terra”, il tema dell’edizione 2016, a Torino dal 22 al 26 settembre (www.salonedelgusto.com), li rende una volta di più portavoce della mission di Slow Food. “Voler bene alla terra significa prendersene cura, occuparsene con gentilezza e amore, dice Carlo Petrini, fondatore e presidente internazionale di Slow Food. Perché quando si parla di sistema alimentare, si parla di tradizioni, cultura, società, religione, di disuguaglianze economiche e, sempre più, anche ecologiche, ma che il cibo può contribuire a cambiare, con la lotta allo spreco e al consumo di suolo, alle agromafie, alla contraffazione ed al land grabbing, con il contributo della scienza, con l’eco-gastronomia e l’agroecologia, con la comunicazione e con la diplomazia tra i Paesi, tutti temi su cui al Salone si confronteranno personalità come Don Ciotti, Nicolas Joly, Josè Bové, Serge Latouche, Ronnie Finley, Alice Waters, Gian Carlo Caselli e Franco Berrino.L’obbiettivo dell’evento è educare, per capire come “noi, con le nostre scelte, determiniamo il successo di un sistema di produzione. E il futuro del pianeta”. Se i contadini sono i custodi (sempre più 2.0 e non di antica memoria), “noi siamo quel che mangiamo” (cit. Michael Pollan, Il dilemma dell’onnivoro).
Torniamo ai numeri. Se dalla nascita di Slow Food a Bra, una vera rivoluzione, sono passati 30 anni, a Torino si celebrano i 20 anni del Salone, nuovo, nel segno dei cambiamenti cui la Chiocciola ci ha abituato, nel nome, con “Terra Madre” in primo piano per sottolineare la centralità delle Comunità del cibo (5.000 delegati da 160 Paesi), e nella formula, per la prima volta fuori dal polo fieristico del Lingotto, nel cuore della città, “occupando” con il cibo ogni suo monumento-simbolo (con l’uso gratuito di suolo e spazi pubblici da parte della Città di Torino, promotor dell’evento “diffuso” con Regione Piemonte, ndr), per coinvolgerla e incontrare il pubblico. “Una scelta coerente con il nostro messaggio: cibo quotidiano di qualità accessibile a tutti - spiega a WineNews Gaetano Pascale, presidente Slow Food Italia - non sono più le persone che “cercano” Slow Food, è Slow Food che va a cercarle”.
A far da guida ci sarà un “personal shopper” - alias uno studente esperto dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - tra i banchi del grande Mercato dei cinque Continenti e per conoscere i Presìdi internazionali e i loro artigiani al Parco del Valentino (qui anche l’Università di Pollenzo, e la possibilità di fare Urban foraging alla ricerca delle erbe spontanee e commestibili). La Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino al Castello del Valentino (Patrimonio Unesco) e l’Università di Torino a Torino Esposizioni ospitano i Forum di Terra Madre. A due passi, il Borgo Medievale accoglie le attività di Slow Food Educazione per bambini e famiglie. Con i tour enogastronomici Bike n’eat e Walk n’eat, o a bordo del “GustoTram”(cenando piemontese, con i piatti dello chef Maurizio Dellapiana dell’Osteria dell’Arco di Alba e le bollicine del Consorzio Alta Langa), si arriva nel “salotto” di Torino percorrendo Via Roma e Piazza San Carlo circondati dai Presìdi italiani, fino alla Cucina dell’Alleanza in Piazza Castello (in Galleria, invece, c’è Coop). E mentre Workshop e Laboratori del Gusto sono praticamente ovunque, dai palazzi storici ai ristoranti, l’Enoteca (quasi mille etichette di tutta Italia, tra vini quotidiani e annate rare selezionate dalla Banca del Vino di Pollenzo), ha una location d’eccezione: il cortile del Palazzo Reale, dove l’Appartamento della Regina Elena ospita i Laboratori & le degustazioni di Slow Wine con vini di tutto il mondo. Nella piazzetta ci sono i Food Truck e l’Alleanza Slow Food dei Cuochi. Location speciale anche per le Conferenze: lo storico Teatro Carignano (qui anche la storia di “un italiano” per eccellenza: il caffè). Proseguendo, Via Po si trasforma in Via del Gelato e del Miele con il maestro gelatiere Alberto Marchetti, e nei Murazzi del Po, sotto Piazza Vittorio, ci sono la birra, e le Cucine di Strada. Ma non solo: tra i luoghi simbolo di Torino, il Circolo dei Lettori ospita Laboratori con i prodotti della terra, Piano 35, il ristorante più alto d’Italia nel Grattacielo Intesa San Paolo, la Scuola di Cucina dello chef Ivan Milani, Eataly Torino Lingotto, oltre alla Scuola di Cucina e ai Laboratori per capire dove vanno l’Italia della birra e la “Craft beer revolution”, la novità delle Storie di Cuochi e di Cucina e gli Appuntamenti a Tavola con chef dei cinque Continenti, e Aste Bolaffi la Mixology, tra innovazione e tradizione, con il Vermouth (che compie 230 anni dal suo “brevetto), in un omaggio ai prodotti storici della città e della Regione, dalle Pastiglie Leone ai 180 anni della nascita di Francesco Cirio, dai 90 anni del tramezzino fino al Tartufo Bianco d’Alba (candidato a Patrimonio Unesco). E, poi, i musei: la Gam-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, il Museo del Cinema nella Mole Antonelliana, il Museo Egizio, il Castello di Rivoli e le Residenze Reali (Patrimonio Unesco), e non solo. I Popoli Indigeni, le Api ed i Migranti, con la loro estrema attualità, saranno i filoni portanti. Ma il simbolo dell’amore per la Terra sarà l’orto, luogo di trasmissione dei saperi ed educazione, con le mani nella terra, dai bambini agli adulti (con il progetto SEeD-Systemic Event Design dell’Università di Pollenzo, l’evento sarà anche il primo di Slow Food che utilizzerà solo energia rinnovabile).

Focus - WineNews a “Terra Madre Salone del Gusto”: la nostra road map

22 settembre
C’è un’anteprima: il 20 settembre, lo storico Ristorante Del Cambio di Torino, tra velluti, specchi e boiserie, accoglie solo “under 35” per un “improvvisazione ragionata” dei piatti dello chef Matteo Baronetto.
“Terra Madre Salone del Gusto”, il più importante evento biennale promosso da Slow Food a Torino, apre le porte dell’edizione n. 20 il 22 settembre. È il giorno in cui nelle conferenzeal Teatro Carignano si parla di “Sapori fuori legge - Cibo, agromafie, contraffazioni. L’acquisto consapevole come pratica di legalità quotidiana”, con Giancarlo Caselli, presidente Osservatorio per la lotta alla criminalità agroalimentare, Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e con le incursioni teatrali di Tiziana Di Masi. Tra i workshop alla Scuola di Scienze Umanistiche a Palazzo Nuovo, c’è “Cibus vivendi - Come studiare l’alimentazione dal punto di vista umanistico: filosofia, educazione, comunicazione” con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino, mentre a Torino Esposizioni c’è “Fermare il consumo di suolo: lancio della raccolta firme europea People4Soil”, la rete che riunisce più di 300 organizzazioni tra cui Slow Food. Con l’Università di Pollenzo al Parco del Valentino si parla di “Italian taste, food revolution: la cucina italiana alla conquista dell’America”, dagli anni Settanta ad oggi. Di “Grani, lieviti e farine nell’Egitto di ieri e di oggi” in un mix tra passato e presente ne parlano, invece, al Museo Egizio, la curatrice del Museo Alessia Fassone, il medico e vincitore di MasterChef Federico Francesco Ferrero e Mariam Adel Taher, delegata di Slow Food Egitto.
Tra le degustazioni nell’Appartamento della Regina Elena a Palazzo Reale, le verticali “Barbaresco Asili, un’etichetta nel mito” con la famiglia Ceretto e annate dagli anni Ottanta ai Duemila, “Le Pergole Torte, il Sangiovese assoluto” (2000, 2004, 2006, 2007, 2010, 2013) con Martino Manetti, patron di Montevertine, e “Trent’anni di Valentini” con Francesco Valentini, e annate di Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo dagli anni Ottanta ai Duemila; ma anche “I padri del vino naturale”, con Luca Gargano, autore del manifesto delle Triple A, i vini di Nicolas Joly e Marcel Lapierre, Tenute Migliavacca, primo biodinamico italiano dal 1964, ed Emidio Pepe. E proprio Nicolas Joly, vigneron biodinamico della prima ora, sarà a Torino per presentare il suo volume “La vigna, il vino e la biodinamica”, all’Orto Botanico insieme a Luca Gargano di Velier. Ma, accanto ai vini al centro dei Laboratori di Slow Wine, da tutte le Regioni italiane, dal Piemonte alla Toscana, dalla Franciacorta alla Sicilia, dalla Sardegna al Friuli, dal Veneto alla Campania, e del mondo, dal Beaujolais all’”altra” Mosella, dal Porto e il Vinho Verde alla scoperta dei 300 vitigni autoctoni per cui il Portogallo è secondo solo all’Italia, dal Carso-Kras (a confronto con il Collio-Brda) ai vini da vitigni meno conosciuti della California, fino ai vignerons meno noti di Borgogna e Champagne, sono tante le cantine protagoniste- da Bertani a Col d’Orcia, dal Consorzio Franciacorta a Planeta, da Mandrarossa a Tasca d’Almerita, da Batasiolo a Umani Ronchi, da Cavit a Guido Berlucchi, da Allegrini a Santa Margherita, da Ceretto a Contadi Castaldi e Bolla (Giv), per citarne solo alcune - che accompagneranno anche i piatti degli chef, da Vittorio Fusari a Peppe Zullo, da Norbert Niederkofler a Peppe Guida, da Antonia Klugmann a Rosanna Marziale, da Enrico Crippa a Paolo Gramaglia e Pino Cuttaia, da Martina Caruso, la più giovane stella Michelin d’Italia al Signum Hotel di Malfa sull’isola di Salina, vero caso di “resilienza culinaria”, allo chef veg Simone Salvini. Ma ci saranno anche Xavier Pellicer, lo chef due stelle Michelin a l’Abac a Barcellona, che rovescia il rapporto animali-vegetali, facendo dei primi il contorno dei secondi, i gemelli chef Sergey e Ivan Beretzutskiy del ristornante Twins di Mosca, i più famosi esponenti della russian nouvelle cuisine, Michel Bras, lo chef francese tre stelle Michelin al “Michel Bras” a Laguiole maestro della cucina di territorio, Altin Prenga, arrivato in Italia su un barcone di migranti e tornato in Albania per aprire il “Mrizi i Zanave”, uno dei migliori ristoranti del Paese, e Olivier Roellinger, quarto chef francese ad aver rinunciato alla terza stella Michelin.
Tra le curiosità, “Scabinsky Runner: 2036 licenza di cucinare”, un viaggio con lo chef Davide Scabin nella cucina del futuro sulla Terra, a Eataly Lingotto. Con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio e il Barilla Center for Food and Nutrition, al Museo del Risparmio anche i più piccoli imparano a ridurre gli sprechi alimentari. E se la Fondazione Torino Musei, racconta“Come si mangiava nel Medioevo” nella Rocca del Borgo Medievale, al Museo Egizio ci si siede “A tavola con gli Egizi”. Al Ristorante La Vetreria, con “Dall’orecchio allo stomaco”, guidati da uno chef e un musicista, si traduce la musica in cucina. Tra le mostre, mentre l’Aeroporto di Torino Caselle accoglie i visitatori con l’esposizione fotografica di Slow Food “Voler bene alla terra: gesti, cibi, e luoghi del mondo”, il Museo Diocesano ospita “Il grido della terra - Esposizione fotografica per conoscere l’enciclica Laudato Sì’ di Papa Francesco, dell’Arcidiocesi di Torino e dell’Editrice Missionaria Italiana (Emi), mentre la Gam “Organismi - Dall’Art Nouveau di Émile Gallé alla bioarchittettura”, tra arte, architettura, design, fotografia e cibo, e l’Urban Center “La rivoluzione dell’orto: nuove pratiche e nuovi significati del coltivare in città”. Ma ad animare la città, sarà anche il Festival Internazionale di Cucina Mediterranea, nel quartiere San Salvario, dedicato alle “Sette specie del Paradiso: frumento, orzo, viti, fichi, melograni, olivi e miele”, inaugurato da un momento di riflessione dei tre rappresentanti delle religioni monoteiste, il parroco, l’imam e il rabbino del quartiere. Gran finale al Teatro Carignano, con il concerto del pianista Ezio Bosso per i 20 anni di partnership tra Lavazza e Slow Food, con la presentazione del Calendario Lavazza 2017 dedicato a chi difende e crede nel futuro della propria terra, con Francesca Lavazza, Carlo Petrini e Matteo Caccia.

23 settembre
Il primo tra i Forum di Terra Madre a Torino Esposizioni è dedicato a “Dove va l’agricoltura biologica?”, e, a seguire, si parlerà di “Non mangiamoci il clima” e di come l’agricoltura sia tra le principali cause del cambiamento climatico oltre che vittima. Ma anche di “10.000 Orti in Africa, incontro tra donatori e leader africani” facendo il punto sull’ambizioso progetto della Chiocciola. Spazio poi allo “Scandalo del cibo sprecato” ed ai “Semi sotto brevetto dagli Ogm alla cisgenetica”. Ha inizio anche il Forum 1 sul progetto europeo “Food smart city for development - Città e campagna nelle urban food policy” di cui la Città di Torino è partner, cui seguiranno il 24 settembre il Forum 2 con, tra gli altri, il sindaco di Torino Chiara Appendino e Livia Pomodoro, presidente del Milan Center for food law and policy, e il Forum 3 con Hilal Elver, relatrice speciale Nazioni Unite sul diritto al cibo. Ma, nei workoshop sempre a Torino Esposizioni, si fa il punto anche su “We feed the Planet, un anno dopo” con lo Slow Food Youth Network (Sfyn).
Al centro delle conferenze al Teatro Carignano, “Il rapporto con la terra attraverso l’arte contemporanea”, con la direttrice della Gam e del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Carolyn Christov Bakargiev, e l’artista indiano Amar Kanwar. E, poi, “Loro sono giganti ma noi siamo moltitudine” dedicato al sistema alimentare, tra controllo in mano a poche multinazionali e potere dei cittadini nelle scelte quotidiane, Ogm, prezzi e Ttip, di cui parleranno l’attivista ed europarlamentare Josè Bové e la docente universitaria e scrittrice Marion Nestle.
Dei prodotti enogastronomici che da anni si producono in carcere, si parlerà al Castello del Valentino, in occasione della presentazione del Ristorante “Liberamensa” del Carcere Lorusso e Cutugno di Torino, che inaugura la sera, con una cena dello chef stellato Salvatore Toscano dell’Osteria Mangiando Mangiando di Greve in Chianti, con, tra gli altri, Luigi Pagano, provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, e Domenico Minervini, direttore della Casa Circondariale di Torino.
Tra le degustazioni nell’Appartamento della Regina Elena è il giorno di “Sua Maestà il Sassicaia”, la verticale di un vino il cui mito si rinnova a ogni annata prodotta dalla Tenuta San Guido, nelle annate 1989, 1993, 1999, 2007, 2011, 2013. Quindi, “Collio andata e ritorno: i vini storici di Edi Keber”, dal Collio Bianco 1998, a varie annate dell’allora Tocai friulano non più in produzione (2003, 2006, 2007), fino al “nuovo” Collio Bianco 2008 e 2010. Poi, “La leva nebbiolistica del 1999”, una sfida tra le più importanti denominazioni piemontesi a base Nebbiolo nella grande annata 1999, con vini come il Barbaresco de La Spinetta e il Barolo di Vietti. Intanto, da Piazza Castello, ecco anche le tappe del tour mondiale della nuova “Guida Slow Wine 2017”, con i curatori Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni.
Tra le curiosità, al Castello del Valentino, Poste Italiane presenta i prodotti filatelici, tra cui il francobollo celebrativo, dedicato ai 30 anni di Slow Food. Sapori 1832 promuove una degustazione d’antan: gli abbinamenti perfetti tra il Moscadello di Montalcino, l’Aleatico dell’Isola d’Elba e i Vin Santo con ricciarelli e panforte. Alla Biblioteca Civica Natalia Ginzburg è di scena, invece, “Cucine migranti: l’esperienza dei cuochi” che hanno aperto la loro attività in Paesi diversi da quelli di origine, dall’Italia fino in Cina. Ma c’è anche “Cinquanta sfumature di Umami”, termine nipponico che indica il quinto sapore diffuso nei cibi di tutto il mondo tutto da scoprire, al Circolo dei Lettori. Tra le mostre, “Dall’assenzio del Sinai al pane meraharh - L’Arca del Gusto in Egitto”, che espone la biodiversità dell’Egitto al Museo Egizio, nei prodotti selezionati da un fotografo, un’antropologa, un giornalista, una casara, una panettiera ed un’agronoma. Ma si va anche “Alla scoperta delle collezioni del Museo della Frutta”, fin dai bambini, con la curiosa collezione pomologica ottocentesca di Francesco Garnier Valletti, tra centinaia di mele, pere, e anche uve. Una serata, infine, al Museo del Cinema, con degustazione e la proiezione del documentario “Can You Dig This?” di Ron Finley, suggestivo viaggio di quattro improbabili contadini che per la prima volta mettono mano alla terra, “Voler bene alla terra, naturalmente: cena di raccolta fondi per il progetto dell’Arca del Gusto” alla Residenza Richelmy, e concerto in Piazza Castello con RadioDue “Caterpillar”, “Decanter” e “Pascal” ed i suoni di Terra Madre.

24 settembre
Ai Forum di Terra Madre a Torino Esposizioni si parla di “Il vero costo del cibo a basso prezzo”, quello industriale, e le sue ricadute su ambiente, salute e anche sul benessere sociale ed economico di chi vi lavora. Ma anche di “Slow meat: meno carne, di migliore qualità”, e delle conseguenze su ambiente, salute e sistemi di allevamenti dell’aumento dei consumi di carne. Quindi, di land grabbing in “Giù le mani dalla Terra” con testimonianze dalle comunità del cibo di tutto il mondo, e “Il patto per accorciare la filiera”, quello cioè stretto tra agricoltori e cittadini a sostegno dell’agricoltura locale: in Italia si chiama Gas, Amap in Francia, Csa in Usa, Gasap in Belgio e così via. Tra i progetti della Chiocciola, si fa il punto su “I Presìdi di Slow Food”, ma ad incuriosire è anche il Forum dedicato a “L’altra faccia dell’agricoltura cinese” e alla mappatura che Slow Food ha iniziato nel Celeste Impero dei prodotti dell’Arca del Gusto, al Castello del Valentino. Tra i workshop, sempre al Castello del Valentino, l’Università di Pollenzo racconta le “Storie di eco-gastronomia”, dalle mucche “felici” in Norvegia al turismo legato alla biodiversità di Timor-Leste, e che fanno parte del suo Eco-Gastronomy Project. Ma con l’Università al Parco del Valentino si parla anche di “Back in the kitchen” sulla necessità dei cuochi, sempre più chef-star, di tornare in cucina e alle cose semplici. E poi un workshop-degustazione celebra i 300 anni del bando del Granduca di Toscana Cosimo III dei Medici che per la prima volta definiva i confini dei territori di produzione del Chianti Classico, Pomino-Chianti Rufina, Carmignano e Valdarno di Sopra, in “Tre secoli di denominazioni di origine: assaggi di storia del vino”, festeggiando, visto che siamo in Toscana, anche i 50 anni della prima Doc italiana alla Vernaccia di San Gimignano.
Ci si sposta al Teatro Carignano, per chiedersi, nelle conferenze se “L’agroecologia può sfamare il mondo”, capovolgendo il sistema dell’agricoltura industriale, con Miguel Altieri, docente dell’Università di Berkley in California, tra i più autorevoli esponenti dell’agroecologia, Anuradha Mittal, fondatrice del prestigioso Oakland Institute, e Yacouba Sawadogo, agricoltore del Burkina Faso, conosciuto come “l’uomo che ha salvato il deserto”. Grande appuntamento “La rivoluzione dell’orto”, in campagna e in città, nelle case, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, ed i suoi significati, con Alice Waters, paladina degli “edible school gardens” in Usa e vice presidente Slow Food, Edward Mukiibi, vice presidente Slow Food, il guerrilla gardener americano Ronnie Finley, e Valerio Borgianelli della Commissione educazione Slow Food. Ma si parla anche del progetto della Chiocciola “Se i grandi chef si alleano con i contadini” con gli chef Michel Bras, Olivier Roellinger e Altin Prenga. La Galleria San Federico ospita invece “Combattere lo spreco alimentare: un obbligo o un’opportunità?”, l’incontro promosso dal Banco Alimentare del Piemonte con Slow Food e Coop, a partire dalla legge francese che “impone” ai grandi supermercati e centri commerciali di destinare alle associazioni i prodotti invenduti.
Alla Scuola Holden, c’è “eartHeart: difendi il futuro. Presentazione della nuova campagna internazionale di Slow Food” con Carlo Petrini e Mauro Berruto, ad della Scuola Holden. Tra le curiosità, c’è “Una fame da oltretomba. Menu per il corpo e per lo spirito”, ancora al Museo Egizio, stavolta per conoscere gli alimenti più utilizzati dagli egizi e quelli delle tavole di faraoni e dèi. Protagonista, anche la Pinacoteca dell’Accademia Albertina con la Scuola di Pittura dal vivo con colori naturali di frutta e verdure ed ispirata a Terra Madre, “Dipingere con gusto”. Alla Biblioteca Natalia Ginzburg, “Slow Food e Balon Mundial presentano: Food Mundial” con la Chiocciola protagonista cucina alla Coppa del Mondo per migranti più partecipata d’Europa. Eataly Lingotto ospita invece la “Guida alle Birre d’Italia 2017” di Slow Food Editore, con i curatori Luca Giaccone ed Eugenio Signoroni.

25 settembre
Il 25 settembre ospiti speciali fanno il loro ingresso nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino: “Api e mieli dal mondo”, al centro dei workshop dedicati ai Presìdi e i mieli rari dell’Arca del Gusto, e attorno al tema “Agricoltura e apicoltura - Solo se ronza è sostenibile”, con Claudio Porrini, esperto di apidologia dell’Università di Bologna, Diego Pagani, presidente Conapi, Francesco Panella, presidente Unaapi e Roberto Ferrari del Centro Agricoltura e Ambiente Crevalcore. A Torino Esposizioni, l’Università di Pollenzo, si domanda “Chi è il gastronomo” presentando per la prima volta oltre 25 gastronomi di tutto il mondo, e la Chiocciola “Cosa ci dicono le etichette” lanciando la rivoluzione delle etichette “parlanti”. Al Castello del Valentino, nei Forum di Terra Madre si parla invece del “Ttip: che cosa prevede e cosa comporta il nuovo trattato tra Usa ed Europa”, ma anche degli “Antichi olivi del Mediterraneo, un patrimonio da salvare”, che vale il 95% della produzione mondiale di olio di oliva, mentre tra i workshop si fa il punto sui Mercati della Terra in “La filiera distribuitiva del cibo buono, pulito e giusto”.
Al Teatro Carignano, nelle conferenze, è la volta del tema “Il nostro cibo quotidiano: veleno o medicina?”, affrontato da Franco Berrino, medico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, tra i massimi esperti della relazione tra salute e alimentazione, Kathleen Sykes della Gerontological Society of America, tra i massimi esperti di politiche per l’invecchiamento della popolazione e la sostenibilità ambientale, e Andrea Pezzana, direttore Dipartimento Dietetica e Nutrizione dell’Ospedale San Giovanni Antica Sede di Torino. Di estrema attualità, “Terra, conflitti e migrazioni - Le ragioni di chi parte, le battaglie di chi resta”, con il fondatore di Emergency Gino Strada, il fumettista Zerocalcare, e Edward Loure Ole Parmelo, attivista leader della tribù Masai e vincitore del Goldman Environmental Prize (il Nobel per l’ambiente per l’Africa). “Il pianeta Terra visto dal cielo e attraverso i volti dell’umanità” vede protagonisti il regista e fotografo Yann Arthus-Bertrand, che da 30 anni filma dal cielo l’impatto dell’uomo sulla natura, e il direttore del Museo del Cinema di Torino Alberto Barbera.
Tra le degustazioni, curiosità di scena nell’Appartamento della Regina Elena a Palazzo Reale: i vini “anemici”, dal Nerello Mascalese al Sangiovese, dal Gaglioppo alla Schiava e il Pinot Nero, che, pur avendo poca pigmentazione sono in grado di esprimere qualità eccellenti; e “Anfore dal mondo”, un giro del mondo degustando i vini in anfora, dall’Italia alla Georgia, passando per la Francia. E poi un’altra verticale: “Luigi Tecce: il Taurasi che danza come una farfalla e punge come un’ape”, con il Poliphemo nelle annate 2005 (la prima), 2006, 2007, 2008, 2010 2 2011. Ma c’è anche la “Riserva Carlo Alberto: la tradizione si rinnova e il Vermouth ritorna protagonista”, un appassionante percorso nella sua storia fino alla mixology, da Aste Bolaffi. Infine, un evento dedicato alla Siria, ai suoi rifugiati e per chi vi resta, ascoltando le loro testimonianze, alla Biblioteca Natalia Ginzburg con “Soup for Syria”, con, tra gli altri, Barbara Massaad, autrice del volume “Soup for Syria”, Al Hussain Berivan, rappresentante dell’agricoltura nella regione a maggioranza curda di Rojava e referente per gli orti Slow Food, con la distribuzione di zuppa accompagnata dalla Fanfara Station.

26 settembre
Ad aprire l’ultimo giorno, tra i workshop al Parco del Valentino è uno degli eventi di punta della Chiocciola, “Slow Fish”, nell’incontro con al centro il “Mare Nostrum”, ecosistema sempre più a rischio. È poi la volta al Castello del Valentino di “La Dieta Mediterranea: strumento politico per un nuovo modello di sviluppo socio-economico” con, tra gli altri, Carlo Petrini, Sergio Piazzi, segretario generale dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, Francesco Bandarin, vice direttore generale Unesco per la cultura, Cosimo Lacirignola, segretario generale Ciheam- Istituto agronomico mediterraneo di Bari, e Thomas Laurent, vice direttore generale della Fao. Tra le conferenze, al Teatro Carignano, si parla di “Un nuovo mondo è possibile, anzi necessario”, perché la crescita infinita su un pianeta finito non è più sostenibile, con l’economista-filosofo francese della teoria della “decrescita” Serge Latouche, e l’economista italiano Stefano Zamagni, professore di Economia politica all’Università di Bologna. Ma c’è anche “Cibo e agricoltura in Egitto”, con il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, e Malak Said Ahmed Rouchy, docente del Dipartimento di Egittologia dell’American University del Cairo.
Il Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino ospita invece ancora una volta le api, in “Apicoltura urbana: allevare le api in città”, da Parigi a Londra, da New York a Joahnnesburg fino a Torino. Ci si trasferisce poi a La Venaria Reale per la presentazione della nuova Guida “Osteria d’Italia 2017” di Slow Food Editore con i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni. Nell’Appartamento della Regina Elena è di scena la verticale “L’essenza di un vino: Barbaresco Pajé e Crichët Pajé di Roagna”, rispettivamente nelle annate 2008 e 2010, e 1988, 1999, 2004 e 2006.
Tra le curiositàil Laboratorio dedicato alle “Birre monastiche”, prodotti dai benedettini bavaresi, umbri e lombardi, e dai trappisti laziali, ad Eataly Lingotto, dove c’è anche “La sfida del Tiramisù” con Clara & Gigi Padovani che all’origine del celebre dolce italiano hanno dedicato il loro ultimo volume.

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