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ENOTURISMO: LA CRESCITA C’È MA È SENZA REGIA. LO DICONO CHIARA LUNGAROTTI, A CAPO DEL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO, E FLORIANO ZAMBON, PRESIDENTE DELLE CITTÀ DEL VINO: “AVANTI COSÌ E PERDIAMO IL TRENO”. ECCO IL V RAPPORTO CITTÀ DEL VINO/CENSIS

In Italia il turismo del vino continua a crescere ma se non saranno messe a punto efficaci strategie pubblico-private per accompagnarne lo sviluppo il Paese rischia di perdere una grande occasione per le economie dei territori minori. E’ una crescita che va in controtendenza rispetto ad altri tipi di turismo e c’è un grande potenziale inespresso, tuttavia le politiche e le risorse finora messe in campo sono tendenzialmente da bocciare. A lanciare l’allarme sono le “Città del Vino”, la rete dei 550 comuni doc, che oggi a Roma hanno presentato il V Rapporto Città del Vino/Censis sull’enoturismo in Italia.
Lo studio, elaborato attraverso sondaggio Delphi, mette in luce cinque valutazioni chiave:
- con 4,5 milioni di frequentatori, il turismo del vino si consolida nei volumi, nella capacità di spesa e nella competenza dei territori.
- tra gli enoturisti stranieri diminuiscono i tedeschi ma crescono gli altri europei mentre tornano ad affacciarsi i nord americani.
- la spesa media giornaliera del turista del vino (149 euro nel 2003, 167 euro nel 2006) cresce più dell’inflazione: 1 euro per acquisti di vino in cantina genera una ricaduta di 5 euro spesi sul territorio per altri acquisti turistici.
- le due principali manifestazioni enogastronomiche del Paese (“Cantine Aperte”, organizzata dal Movimento Turismo del Vino, e “Calici di Stelle”), raccolgono pubblici popolari crescenti, ma la necessità di rinnovare l’offerta si fa pressante, più nella fascia dei prodotti complementari che in quella del vino.
- il turismo del vino ha un potenziale di sviluppo ancora inespresso e stimato nell’80% del fatturato attuale, ma le risorse e le politiche finora messe in campo sono quasi inesistenti.
Il Rapporto Città del Vino/Censis, nei prossimi cinque anni le presenze di enoturisti possono raddoppiare, da 4,5 a 8 milioni l’anno, mentre il fatturato complessivo può crescere da 2,5 a 4 miliardi di euro l’anno. In più si prevede una moltiplicazione dei distretti enoturistici più attrattivi, oggi 10-15 e tutti al centro nord, domani almeno 40/50, e meglio distribuiti sul territorio nazionale.
“C’è un grande potenziale da intercettare - ha commentato il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon - ma ci vuole un salto di qualità nelle politiche di promozione e sviluppo dell’enoturismo. E’ necessario un maggior coinvolgimento degli enti pubblici nella messa a punto di strategie condivise con le cantine e gli altri attori territoriali, inoltre va rafforzato il sistema delle Strade del Vino italiane. Ma bisogna fare presto, il treno prima o poi passa”.

L’intervista di WineNews - Chiara Lungarotti:
“Il turismo del vino cresce, ma manca la regia”

“Nel turismo del vino è necessario rinnovare l’offerta, inventarsi qualcosa di nuovo. E abbiamo bisogno di una “cabina di regia”, non solo per l’enoturismo ma per tutto il settore vino”. Così Chiara Lungarotti, presidente del Movimento Turismo del Vino nella conferenza del Rapporto Censis-Città del Vino. A www.winenews.it, Chiara Lungarotti ha anticipato anche, senza volere entrare nei dettagli, che “stiamo lavorando a qualcosa di nuovo, particolare, che può rappresentare un plus per le cantine che fanno enoturismo”.
“In assenza di una regia comune in grado di disegnare nel nostro Paese il ruolo forte che l’enoturismo può avere , tocca a noi dare il segno, con un’unione progettuale, non solo tecnica ma sostanziale, fondata sul ruolo privato dell’uno e su quello istituzionale dell’altro” ha dichiarato Chiara Lungarotti a proposito della collaborazione del Movimento del Turismo del Vino, con 970 cantine associate, e le Città del Vino.
Per il presidente del Movimento del Turismo del Vino, commentando i dati del V Rapporto Censis-Città del Vino che hanno evidenziato una certa stanchezza (-11% tra i turisti più “prossimi”, che vivono vicino alle cantine, e tra i giovani (-3%), è necessario “lavorare, in primo luogo, sulla fascia di enoturisti più appetibile, perché con più reddito e più competenza, di età compresa tra i 25 e i 55 anni, organizzando, ad esempio, una serie di iniziative nei weekend a giugno ed a settembre.
Alma Torretta

Focus - Ecco le principali risposte del V Rapporto Città del Vino/Censis
Turisti del vino per livello di competenza (%2006)
Turisti curiosi (con poca conoscenza del vino), 38
Turisti di comune conoscenza (livello medio), 42
Turisti esperti di vini, 20
Turisti del vino per fasce di età (% 2006 - % 2005)
Meno di 30 anni, 20 - 23
Tra 30 e 50 anni, 55 - 52
Più di 60 anni, 25 - 25
Turisti del vino per livello di reddito (% 2006 - % 2005)
Reddito medio inferiore, 13 - 14
Reddito medio, 55 - 57
Reddito alto, 32 - 29
Composizione tipologica dei gruppi di enoturisti (% 2006)
Coppie, 38
Amici, 29
Famiglie, 24
Singles, 9
Distribuzione degli enoturisti per distanza di provenienza (% 2006 - % 2005)
Da meno di 100 km, 36 - 46
Tra 100 e 300 km, 34 - 32
Oltre 300 km, 33 - 22
Potenziale di sviluppo ancora esprimibile media
Potenziale di sviluppo del territorio, 7,87
Spesa media giornaliera degli enoturisti (2006 - 2003)
Vini locali, 32 - 25
Ristorazione, 34 - 31
Pernottamento, 50 - 47
Alimentari tipici, 20 - 19
Artigianato locale, 17 - 15
Altri servizi, 14 - 12
Spesa media totale giornaliera, 167 - 149
Fonte: Delphi 2006 - Censis Servizi Spa per V Rapporto “Città del Vino” (campione: 200 rispondenti)

Il ritratto - Ma quale è l'identikit dell'enoturista del Duemila?
Cresce in maniera consistente la competenza dei visitatori dei 10-15 distretti vitivinicoli nazionali: il 38% è molto competente; il 42% lo è mediamente, mentre il 20% sono i curiosi del vino. Ed è sui curiosi che occorre lavorare perché rappresentano i potenziali nuovi visitatori, così come sono da coltivare i giovani. Nell'ultimo anno sono lievemente diminuiti i turisti con meno di 30 anni mentre si consolida la fascia di età intermedia dai 30 ai 55 anni, spesso più abbienti. L'87% degli enoappassionati ha reddito medio-alto.
"In tempi di economia riflessiva, si spende di più per il vino - osserva ancora il presidente di Censis servizi del Censis Servizi Spa - anche un po' più delle percentuali di crescita dell'inflazione. E 1 euro speso per acquisti in cantina, genera una ricaduta di 5 euro sul territorio. Spesso in dollari, perché il 2006 registra il ritorno di turisti nordamericani. Diminuiscono invece tedeschi ma aumentano gli olandesi, i francesi e gli enoappassionati provenienti dai Paesi dell'Est".
Sulla definizione dell'itinerario del viaggio sembra prevalere il passaparola, infine, resistono le pubblicazioni specializzate mentre la comparazione prezzi dei pacchetti turistici si fa su internet. "Il web e la cultura dei low cost e last minute hanno portato il manico del coltello nelle mani del consumatore che predilige contatti diretti con i produttori, senza intermediari".

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