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ENTRO L'ANNO L'ITALIA SUPERERA’ LA FRANCIA NEI CONSUMI DI VINO: A SEGNALARLO LA CIA (CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI) SECONDO UNA RICERCA DELLA SOCIETA' INGLESE ISWR/DGR (COMMISSIONATA DA “VINEXPO” DI BORDEAUX)

Dopo l'exploit registrato nell'export negli Stati Uniti, il vino italiano si appresta a conseguire un altro importante primato: quello mondiale dei consumi. E l'Italia sorpasserà entro breve la Francia, oggi leader a livello internazionale. A segnalarlo è la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) sulla base di uno studio che il “Vinexpo” di Bordeaux, uno dei principali saloni vinicoli al mondo (in scena il prossimo 17/22 giugno), ha commissionato alla società di ricerca inglese Iswr/Dgr per stimare l'andamento del settore nei prossimi anni.
I risultati della ricerca - sottolinea la confederazione- prevedono una crescita mondiale dei consumi, da qui al 2010 di oltre il 10%, raggiungendo in valore i 90 miliardi di euro. Pari dunque al fatturato dell'industria cosmetica o alla somma dei bilanci delle quattro maggiori imprese informatiche (Google, Yahoo, Microsoft ed E-Bay). In quantità il consumo globale di vino si dovrebbe attestare ad oltre 30 miliardi di bottiglie, con uno stravolgimento del passato e dell'attuale scenario mondiale.
L'istituto inglese prevede che la Francia perderà la leadership di maggiore paese consumatore mondiale di vino, perché i suoi consumi pro-capite continueranno a calare, come in Spagna, mentre - afferma la Cia - resteranno stabili in Italia (che conquisterà il primato probabilmente già da quest'anno) e aumenteranno ancora negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra, ma, soprattutto, cresceranno vertiginosamente nei nuovi paesi consumatori, con in testa Cina, Russia e India.
Nel 2010, secondo la Iswr/Dgr, il primato mondiale per volume consumato potrà andare alla Cina, oggi al decimo posto mondiale. In questa prospettiva, osserva la Cia, la comunicazione della Commissione europea sulla riforma dell'Ocm vino "va probabilmente rivista, soprattutto nella parte in cui prevede l'estirpazione di 400 mila ettari dei vigneti dell'Unione europea, ed il prolungamento del divieto di nuovi impianti, per destinare, invece le risorse alla competitività dei nostri prodotti e soprattutto alla loro promozione, all'interno e sui mercati internazionali".

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