“L’economia di carta applicata all’agricoltura e al comparto vitivinicolo non regge, perché la finanza ha i tempi di Internet, mentre l’agricoltura ha necessariamente i tempi della natura. Quindi attendersi risultati sempre in crescita quali sono necessari per alimentare la finanza è incompatibile con un settore come quello agricolo, che ha bisogno di rispettare cicli produttivi più ponderati”: Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, affronta il delicato momento che sta attraversando l’agroalimentare italiano dopo la crisi di alcuni colossi del settore. “Quello che è successo dimostra che un eccesso di finanziarizzazione delle industrie di trasformazione si scarica purtroppo sugli agricoltori. Da questa esperienza - continua Ezio Rivella - penso che si possa trarre un’indicazione ed un monito per quei produttori di vino che investono da un giorno all’altro ingenti capitali con l’illusione di ottenere in brevissimo tempo un riscontro economico. La viticoltura è fatta di tempi lunghi, che impiegano le risorse generate non a fini speculativi ma a fini patrimoniali, che vivono felicemente l’incertezza della natura. Comprendere questa filosofia è molto importante - conclude Rivella - per garantire un futuro all’agroalimentare italiano, settore indispensabile per il nostro Paese, che rappresenta, è bene ricordarlo, il secondo comparto dell’economia nazionale”.
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