“Una politica di concreta e fattiva collaborazione per sostenere l’export del prodotto italiano e una politica fiscale più responsabile e coerente con le dimensioni del nostro settore, composto principalmente da piccole e medie imprese, potranno aiutarci a superare una congiuntura difficile che potrebbe mettere a rischio molti degli oltre 1,2 milioni di posti di lavoro e ridurre la contribuzione alla creazione di ricchezza per il nostro Paese”. Lo afferma Lamberto Vallarino Gancia, presidente Federvini (Confindustria), per “Vinitaly” 2014, “un anno in cui numerose preoccupazioni che si addensano sul futuro del settore”. Un comparto che, in base ai primi dati disponibili, ha registrato, nel 2013, un andamento non entusiasmante nei consumi interni, in parte bilanciato dal positivo risultato dell’export. “Fine 2013 e inizio 2014 non hanno dato segnali - spiega Gancia - particolarmente incoraggianti. Vanno bene le esportazioni in Usa, abbastanza bene in Uk, Russia e Giappone, ma la Cina continua a muoversi con alti e bassi”.
Ma ciò che preoccupa Federvini è la debolezza della politica messa in campo finora per il supporto e lo sviluppo del settore, a fronte dell’occupazione che riesce a generare e dell’apporto che produce anche in termini di introiti fiscali per lo Stato. E’ il caso delle accise introdotte dal precedente Governo, che hanno messo il settore letteralmente in ginocchio. “Le nostre critiche si appuntano - commenta Gancia - sulle dimensioni degli aumenti, ripetuti ben quattro volte a distanza di poco tempo. L’aumento delle accise è stato percepito come un segnale di poca attenzione per un settore che è fatto da molte piccole imprese, per le quali l’elemento della disponibilità finanziaria è vitale. L’accisa colpisce le aziende e colpisce i consumi, già in decrescita. Ci chiediamo dove sia il beneficio di questa politica”.
L’export, soprattutto verso i mercati emergenti, si conferma come la principale soluzione per evitare la chiusura: “è necessario immaginare e mettere in atto - sottolinea il presidente Federvini - almeno due macro interventi di sostegno alle aziende. Da un lato evitare di impoverirle attraverso una politica fiscale punitiva, dall’altro metterle nella condizione di poter contare su un’organizzazione dello stato collaborativa. Andiamo avanti sulla riorganizzazione dell’Ice, così come è stata già avviata collaborando con il Ministero dello Sviluppo Economico, e creiamo un verso sistema di rete sull’export. Un ruolo importante ci attendiamo venga dal Ministro Martina, di cui abbiamo apprezzato la proposta di istituire un piano strategico per l’intero settore agroalimentare italiano”.
Altro punto su cui, secondo Federvini, “è importante intervenire - aggiunge Gancia - è l’eccesso di burocratizzazione, un ambito nel quale è quanto mai urgente una semplificazione. Anche i periodici attacchi alle bevande alcoliche costituiscono - seppur motivati dall’obiettivo di combattere gli eccessi e i consumi smodati - un ulteriore elemento di criticità per l’intero settore”. “Là dove c’è esigenza di prevenzione, i produttori ci sono e sono disponibili. Ma non vogliamo essere definiti produttori di sballo. Le mode e gli eccessi appartengono a un mondo che le aziende produttrici di bevande alcoliche stigmatizzano”.
L’approvazione, infine, del “Testo unico sul vino”, viene giudicato come il segno di una volontà di tutela di un settore che ha un grande peso sull’economia nazionale ed anche per le economie locali.
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