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VINO E INVESTIMENTI

Fine wines, sempre più in negativo: la “pagella” del secondo quadrimestre sul Liv-Ex

Liv-Ex 100 a -5,4%, Liv-Ex 1000 a -7,3%. Italy 100 a -3% (crescite a doppia cifra per alcune annate di Masseto, Solaia, Sassicaia e Barbaresco Gaja)
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Fine wines, sempre più lontani i tempi in cui investire in vino rendeva più dell’oro

Se in un tempo non troppo lontano i fine wines erano considerati una sorta di “unicorno” per gli investimenti, quel periodo sembra essere un ricordo. E alla vigilia della ripartenza delle scuole, per usare una metafora, la “pagella” degli investimenti enoici alla fine del secondo quadrimestre 2024 è impietosa, gravemente insufficiente, verrebbe da dire, con tutti gli indici principali del Liv-Ex, la piattaforma di riferimento del settore, sempre più in profondo rosso, guardando ai dati chiusi al mese di agosto. Il Liv-Ex 100, indice principale della piattaforma (di cui fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Masseto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, ed il Redigaffi 2020 di Tua Rita, ndr), perde il -5,4% da inizio anno. Fa ancora peggio il Liv-Ex 1000, indice più ampio della “borsa londinese del vino”, che amplia le sue perdite ad un -7,3% da inizio anno, trainato in basso dalle performance dei sotto indici Burgundy 150 (-10,3%, nonostante una piccolissima crescita mese su mese, ad agosto), Champagne 50 (-6,1%, anche questo in lievissimo recupero), Bordeaux 500 (-6,9%) e così via.
Il “meno peggio”, tra tutti gli indici, continua ad essere l’Italy 100, che ferma il declino da inizio anno, ad oggi, al -3%. Non di meno, nell’indice, ci sono alcuni vini di alcune annate in grande crescita, anche a doppia cifra, come il Masseto 2018 (+18,6%) e 2015 (+17,9%) del gruppo Frescobaldi, il Sassicaia 2011 della Tenuta San Guido (+13,4%), il Solaia 2013 di Antinori (+13,1%) ed il Barbaresco 2019 di Gaja (+10,5%). Un quadro complesso, dunque, che anche nell’altissimo di gamma e nel mercato del collezionismo, conferma il momento non drammatico, ma neanche brillante, del mercato del vino, che dopo anni di euforia, ad ogni livello, è sempre più alle prese con un cambiamento dei modelli di consumo e di spesa, che sembra raffreddare gli entusiasmi non solo del largo consumo enoico, ma anche di big spender, investitori e collezionisti. E sembrano ben lontani i momenti in cui si diceva che investire in vino rendeva più dell’oro (le cui quotazioni sono in crescita di oltre il 20% nel 2024, da inizio anno).

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