L’esportazione di vini “occidentali” in quello che viene considerato il nuovo mercato vitivinicolo, la Cina non è poi così facile. A dimostrarlo, una volta di più, la sentenza dell’Alta Corte Provinciale dello Zhejiang, che assegna un colpo pesante a uno dei gruppi francesi più importanti a livello mondiale, la Castel. I giudici hanno dato ragione a Shanghai Banti Wine Company e all’enologo spagnolo-cinese Li Zhi Dao in merito all’utilizzo del marchio “Ka Si Te”, supposta traslitterazione in cinese di Castel. E’ Li Zhi, il legittimo proprietario del marchio. Così, dopo 6 anni di tribunali, il gruppo francese bordolese Castel deve pagare una multa di 5 milioni di dollari, uno dei più grandi risarcimenti danni mai visto in Cina, come spiega a “The Drink Business” Paolo Beconcini, managing partner dello studio legale Carroll Burdick & McDonough LLP a Pechino. Ma non solo: la Corte ha chiesto a Castel di non utilizzare più il marchio “Ka Si Te” per la vendita dei propri vini francesi nel Sol Levante, e di chiedere pubblicamente scusa.
Nel 1990 l’imprenditore cinese Li Zhi Dao dopo aver fondato la Shanghai Banti Wine Company e nel 2000 registrato il marchio “Ka Si Te”, nel 2008 ha iniziato a utilizzare questo marchio su vini che esportava dalla Francia alla Cina. Il contenzioso è stato innescato, nel 2005, quando Castel ha presentato una richiesta di annullamento dei marchi di Li. Ma sia la Corte di Wenzhou sia il Tribubale Provinciale dello Zhejiang hanno dato ragione alla Shanghai Banti Wine Company e a Li Zhi Dao. La partita è stata vinta dalla Cina senza possibilità di replica da parte della Francia.
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