Numeri a parte, per capire come vanno le fortune del vino francese nel mondo, non c’è niente di meglio del sentiment di chi, ogni giorno, lavora sui mercati di riferimento per le produzioni d’Oltralpe, dalla Germania al Belgio, dal Canada alla Cina, dalla Danimarca agli Stati Uniti, da Hong Kong al Giappone, dai Paesi Bassi al Regno Unito, dalla Russia alla Svizzera. Sopexa ne ha intervistati 1.426, tra importatori, grossisti, agenti e rivenditori, e le aspettative, per il 2013, sono decisamente buone, in linea ed in continuità con quanto registrato nel 2012: per il 58% di loro, infatti, si aspettano un’ulteriore crescita del giro d’affari, anticipando così la ripresa economica generale, attesa per il 2014.
La percentuale degli “ottimisti” cresce notevolmente, al 65%, se si prendono in considerazione i big, ossia gli operatori che muovono più di un milione di bottiglie all’anno (che rappresentano il 17% degli intervistati), in un mercato globale che conferma una decisa stabilità della piazza europea per i vini francesi, ad eccezione della piccola Danimarca, dove l’abolizione delle tasse sul cibo importato ha fatto decollare i consumi.
Ma i più ottimisti sono, nell’ordine, importatori e agenti di stanza in Russia (89%), Canada (85%), Stati Uniti (75%), Giappone (68%) e Cina (58%). E in patria? Dato ormai per incontrovertibile il calo costante dei consumi, è interessante notare come, secondo l’ultimo studio dell’agenzia di marketing SoWine sui comportamenti d’acquisto dei consumatori dell’“Esagono”, i wine lovers d’Oltralpe si fidino in primis dei consigli di amici e conoscenti (59%), quindi delle indicazioni del produttore (43%), delle dritte dei “professionisti” (20%) e infine delle tendenze dettate dalle fiere di settore (15%). A chiudere la top ten, a sorpresa, il web, relegato a mezzo per contattare i produttori nel 74% dei casi, mentre i blog, che nel 2012 venivano frequentati dal 41% degli appassionati, crollano 35%, anche se cresce il livello di fiducia riconosciuto dagli utenti. Anche le vendite online subiscono un calo e, se nel 2012 il 12% dei francesi acquistava bottiglie su internet, nel 2013 sono solo il 10%, meglio se direttamente dal sito dell’azienda (per il 54% degli acquirenti online) o da altri privati (40%).
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