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FRUTTO DELLA TERRA, IL VINO PORTA IN SÉ I SEMI DELLA PACE E DELLA SOLIDARIETÀ, DI CUI SI SCOPRE PROTAGONISTA, DALLA VENDEMMIA DEGLI 855 VITIGNI DIVERSI DI CORMÒNS AL PROGETTO DI SOLIDARIETÀ CHE, IN UK, METTE INSIEME TESCO E PRODUTTORI SUDAFRICANI

Frutto della terra e del lavoro, il vino porta in sé i semi della pace e della solidarietà, di cui spesso si rende attivo protagonista: come a Cormòns, dove dimorano 855 vitigni diversi, provenienti da tutto il mondo, che danno vita ad un unico vino, il “Vino della Pace”, che ogni anno viene inviato ai Capi di Stato di tutto il mondo. Qui, la ventottesima vendemmia nella simbolo di unione e fratellanza tra i popoli, in cui vitigni differenti convivono fianco a fianco per poi unirsi in un unico vino, è già finita e, come da tradizione, ha coinvolto gli studenti del Collegio del Mondo Unito di Duino provenienti da oltre 80 Paesi. Due realtà differenti ma accomunate dal sogno di un futuro di pace, unite fin dagli anni ‘80 e oggi nuovamente insieme per la grande festa della vendemmia, proprio nell’anno in cui al trentennale del Vino della Pace si affiancano le celebrazioni per i 30 anni di fondazione del Collegio. E per festeggiare i 30 anni del Collegio, una delle tre bottiglie della vendemmia 2012, che verranno presentate a inizio 2014, sarà dedicata proprio al Collegio del Mondo Unito, e l’etichetta sarà arricchita da una poesia di Arrigo Levi, scrittore, giornalista e “Patrono a Vita” dell’iniziativa (www.cormons.com).
Al di là dell’aspetto simbolico, in Inghilterra invece il vino è al centro di un altro progetto, che ruota intorno alla solidarietà ed al lavoro, coinvolgendo la catena di gdo Tesco, il wine supplier Enotria ed il programma del Governo del Sudafrica “Black Economic Empowerment”, pensato per risolvere l’iniquità di decenni di apartheid. Enaleni’s Dream è una gamma di due soli vini, uno Chardonnay ed uno Shiraz, scelti dai clienti Tesco in una degustazione alla cieca, prodotti nei vigneti sudafricani di Stellenbosch, gestiti da 23 famiglie che lì lavorano e vivono.
Da qui, sono arrivati fino a Tesco grazie al lavoro di Enotria, ma senza partecipare alla divisione dei profitti che, come per tutti i progetti del programma “Black Economic Empowerment”, finiscono tutti alla comunità di produttori sudafricani: una parte finisce direttamente in benefici sociali diretti (istruzione, assistenza sanitaria), mentre come destinare l’altra quota lo decide la comunità stessa. Anche se non sempre c’è accordo, perché se in molti guardano alle esigenze più prossime, Wilhelmina Pietersen, ad esempio, co-proprietaria della vigna, preferirebbe investire tutto in nuovi vigneti, specie di Shiraz ...

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