Dopo i ripetuti allarmi per l’ennesima “stagione pazza”, considerata da più parti una iattura per le coltivazioni italiane, l’Accademia dei Georgofili interviene nel dibattito e butta acqua sul fuoco: “le piante dispongono di meccanismi biologici in grado di far fronte a condizioni di stress, quali anomalie climatiche come quelle che si sono verificate in questi ultimi mesi. Alcune piante coltivate - spiega Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia - hanno manifestato sintomi patologici, spesso confusi tra loro e determinati anche da cause diverse, quali tecniche colturali non razionali”.
“La schiusura anticipata di alcuni fiori nelle piante da frutto potrebbe essere - contina Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia dei Georgofili - compensata da una maggiore “allegazione” dei fiori non dischiusi e rimasti indenni, quelli cioè che riescono poi a formare ugualmente frutti, assicurando produzioni quantitativamente normali e spesso anche qualitativamente migliori. Compensazioni biologiche, capaci di ovviare a qualche danno possono verificarsi anche nelle graminacee. Ad esempio, la stessa neve potrebbe far “accestire” meglio il grano che non lo avesse ancora fatto. Più immediatamente suscettibili potrebbero essere alcuni ortaggi. Qualche preoccupazione è quindi fondata, ma gli allarmismi non sono, per ora, oggettivamente giustificati. Qualsiasi valutazione dei danni è prematura. Molto dipenderà dalle particolari condizioni che si verificheranno nei prossimi mesi, in ciascuno dei numerosi microclimi differenti che caratterizzano il nostro Paese”.
Climatologi e agronomi dovranno fare i conti con la evidenziata tendenza a temperature in rialzo, piogge meno frequenti ed altre variazioni climatiche. Per questo il 23 marzo a Firenze all’Accademia dei Georgofili ci sarà una giornata di studio su “Cambiamenti climatici e agricoltura”, con i più autorevoli studiosi italiani, che si confronteranno anche sulle possibilità di adeguare le coltivazioni a cambiamenti climatici.
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