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IL RITRATTO

Giovani, ma nel segno della famiglia, dinamiche, innovative: le cantine di Assovini Sicilia

Il report “Cultivating the future. La Sicilia del vino si racconta”, dell’Università di Messina, per l’associazione che riunisce 101 aziende
ASSOVINI SICILIA, AZIENDE, CONSORZIO DOC SICILIA, DIEGO PLANETA, ENOTURISMO, FAMIGLIA, FILIPPO BARTOLOTTA, FONDAZIONE SOSTAIN SICILIA, GIACOMO RALLO, GIOVANI, HÔTELLERIE, INNOVAZIONE, LA SICILIA DI ULISSE, LUCIO TASCA, MARIANGELA CAMBRIA, RISTORAZIONE, SICILIA, SOSTENIBILITA, TONY LO COCO, UNIVERSITÀ DI MESSINA, Italia
Sicilia, mosaico del vino costruito con le “tessere” delle 101 cantine di Assovini Sicilia

Sempre più giovani, ma nel segno della famiglia; sempre più dinamiche e innovative; sempre più attente alla qualità, in ogni aspetto, dal prodotto all’accoglienza, e alla sostenibilità a 360 gradi: ambientale, sociale ed economia. Sono i tratti delle cantine che fanno parte di Assovini Sicilia, progetto pionieristico fondato nel 1998 da Giacomo Rallo, Diego Planeta e Lucio Tasca, e che oggi conta 101 aziende associate che producono circa 900 etichette da cui si genera più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato. Un’associazione dinamica e contemporanea, capace di rinnovarsi e adattarsi nel tempo, che ha già tracciato la rotta per il futuro puntando su enoturismo, sostenibilità, innovazione, ricerca, sperimentazione, il ruolo delle nuove generazioni, come racconta la fotografia scattata dalle docenti Tindara Abbate e Alessandra Costa del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina nel report 2024 “Cultivating the future. La Sicilia del vino si racconta”, commissionato dall’associazione vitivinicola guidata da Mariangela Cambria. Secondo il report dal Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina, nel 95% delle aziende vitivinicole di Assovini Sicilia, i membri della famiglia sono direttamente coinvolti nella direzione di impresa. In questo quadro di continuità e stabilità, la transizione generazionale all’interno delle aziende familiari è una realtà: circa il 78% delle aziende ha già integrato una nuova generazione nella gestione aziendale.
“Con Assovini Sicilia inizia il rinascimento del vino siciliano, inteso come una nuova era che ha unito la qualità del vino prodotto dalle aziende alla capacità delle stesse nel veicolare la storia, la cultura siciliana attraverso il vino - commenta Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia - dopo 25 anni, Assovini ha vinto la sua sfida: la Sicilia del vino è una Sicilia contemporanea, dinamica, moderna, capace di raccontare e raccontarsi attraverso il vino come parte di un progetto corale dove le singole storie si intrecciano e compongono uno straordinario mosaico di territori. Un’immagine nuova che ha consentito alla Sicilia di essere percepita come un continente vitivinicolo che fa della sua biodiversità la sua ricchezza”.
La produzione delle aziende di Assovini Sicilia, spiega ancora il report, si contraddistingue per qualità, ricerca di nuovi stili e sperimentazione, in linea con la vocazione del territorio, la varietà vitivinicola e le tipologie che intercettano le nuove tendenze del mercato. Secondo i dati del report, sono 47,6 milioni le bottiglie prodotte nel 2023 dalle 80 cantine che hanno risposto al sondaggio: l’83% produce vini Doc, mentre risulta significativa la percentuale degli associati che nel 2023 ha prodotto vini spumanti (55,6%). Nell’isola dalla straordinaria ricchezza ampelografica - oltre 70 le varietà autoctone - spicca l’interesse verso i vitigni reliquia di Lucignola e Vitrarolo, ed alcune uve di interesse storico locale, quali il Corinto Nero, l’Albanello, la Nocera ed il Vermentino. Le aziende di Assovini Sicilia, inoltre, mostrano grande attenzione verso l’autenticità e il forte orientamento innovativo, come testimoniato dal 22% delle imprese che partecipa a progetti di sperimentazione nei vigneti e dal 20,3% di imprese che ha attivato dei progetti con enti di ricerca.
Il futuro delle aziende di Assovini Sicilia segue la rotta dell’innovazione, della sostenibilità e della trasformazione digitale definendo la propria capacità competitiva nel mercato. Il cuore green dell’isola è rappresentato da un significativo 65% delle imprese che ha investito nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili; il 56,5% delle imprese ha già acquisito delle certificazioni di sostenibilità e il 76,1% delle imprese che hanno risposto al sondaggio ha ottenuto già una certificazione biologica. “L’impegno di Assovini Sicilia a supporto della sostenibilità è confermato dalla Fondazione SOStain Sicilia, un programma per la vitivinicoltura siciliana, promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia, allo scopo di certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale”, sottolinea l’associazione. Che aggiunge come, spinte dal vento del cambiamento, l’89,1% delle imprese vitivinicole ha dichiarato di avere introdotto diverse innovazioni che riguardano numerose tipologie, dalle innovazioni di processo, di mercato, di organizzazione, di prodotto e di approvvigionamento.
Forte l’investimento anche nell’enoturismo, che diventa sempre più “wine experience”.
Il futuro delle aziende vitivinicole siciliane punta sulle esperienze in cantina e sul coinvolgimento del territorio assegnando al turismo enoculturale il ruolo di ambasciatore della Sicilia nel mondo. La cantina e la vigna non sono solo luoghi di produzione e degustazione, ma spazi culturali. Per le cantine di Assovini Sicilia l’enoturismo rappresenta una delle espressioni più autentiche dell’unione tra passione per il vino e la scoperta del territorio come evidenziato da quel 84,8% delle imprese che ha già implementato servizi enoturistici.
Le aziende di Assovini Sicilia si distinguono per il loro dinamismo e la capacità di adattarsi all’ambiente circostante in rapida evoluzione. Il 56,5% delle imprese percepisce la propria competitività come moderata, suggerendo che, pur essendo ben posizionate sul mercato, intravedono dei margini di miglioramento e delle opportunità di crescita. Una significativa minoranza di imprese si autodefinisce come “molto competitiva” (28,3%): si tratta di imprese che hanno saputo differenziarsi sul mercato grazie a degli elementi distintivi, quali la qualità e l’eccellenza del prodotto, nonché strategie di branding efficienti. Un ulteriore 10,9% di imprese si definisce invece come poco competitivo: ciò potrebbe riflettere non solo delle sfide specifiche (dimensione ridotta, scarsità di risorse, difficoltà logistiche) che le imprese si trovano ad affrontare, ma potrebbe essere espressione della dimensione più locale dell’operatività di impresa. Infine, solo il 4,3% delle imprese si considera non competitivo, indicando forse l’urgenza di un rinnovamento della struttura aziendale o di un riallineamento della strategia aziendale, alla luce delle nuove sfide globali.
Ancora, secondo il report, il posizionamento “percepito” dalle imprese di Assovini Sicilia è fortemente influenzato dai vantaggi competitivi di cui ogni impresa dispone. La qualità del prodotto rappresenta infatti il pilastro portante della competitività del 91,3% di imprese, riflettendo l’impegno e l’attenzione costante verso l’eccellenza enologica, sostenuta da pratiche agricole e tecniche di vinificazione che esaltano la qualità delle uve. A ciò si aggiunge l’unicità del territorio, percepita come fonte del vantaggio competitivo dall’84,8% di imprese: non è solo la qualità del prodotto ad attrarre consumatori e visitatori da ogni parte del mondo, ma anche le caratteristiche morfologiche e climatiche del territorio siciliano, che ovviamente si riflettono nella qualità e nelle caratteristiche dei vini. L’82,6% delle imprese riconosce invece le relazioni con i clienti come fattore di competitività: instaurare legami solidi e profondi con i consumatori non solo aiuta a costruire fiducia e lealtà verso l’impresa, ma stimola anche i processi innovativi delle imprese, che più rapidamente possono adeguarsi ai nuovi trend di mercato. Anche le strategie di enoturismo (26,1%) e le innovazioni nell’ambito della produzione e del marketing (23,9%), rappresentano aree di forte crescita per le imprese che vogliono migliorare l’attrattività della propria offerta, rendendola più sostenibile nel tempo. La presenza digitale è invece considerata come critica dal 19,6% delle imprese: è lo strumento tramite cui le imprese riescono ad estendere la propria operatività, migliorando la comunicazione con i clienti finali per adeguarsi più rapidamente alle dinamiche del mercato. Per ultimo, ma non meno importante, un’impresa ha indicato come fattore di competitività la coerenza agricola e produttiva.
La rilevanza dei fattori di competitività è strettamente connessa ai fattori di contesto, in rapida evoluzione, che plasmano siano le operazioni quotidiane che le strategie a lungo termine delle imprese. Questi fattori di contesto determinano direttamente come le aziende si posizionano e reagiscono sul mercato, evidenziando l’importanza dell’adattabilità per rimanere competitivi sul mercato. Il 73,9% delle imprese è consapevole dell’aumentato di interesse nei confronti della sostenibilità, che richiede l’implementazione di pratiche sostenibili, rispettose dell’ambiente. Allo stesso modo, i gusti dei consumatori sono in continua evoluzione (54,3%), richiedendo all’impresa una maggiore diversificazione dei propri prodotti e l’identificazione di nuove aree di business per soddisfare aspettative in continua evoluzione. Il 34,8% delle imprese ha identificato nuove opportunità grazie ai cambiamenti tecnologici, soprattutto in termini di sostenibilità e di offerta enoturistica. Allo stesso modo, il 34,8% delle imprese ha evidenziato la crescente richiesta di nuovi prodotti, come ulteriore spinta alle attività innovative, per mantenere alto l’interesse dei consumatori. Tale complesso sistema di fattori di contesto rivela comunque la necessità delle imprese di mantenere una struttura agile e proattiva, per poter prevedere e anticipare le tendenze del settore, e di disporre di un’adeguata strategia a medio e lungo termine per affrontare le sfide di mercato. A tal proposito, il 43,5% delle imprese afferma di possedere una strategia chiara e dettagliata, evidenziando un approccio ben strutturato in termini di posizionamento strategico sul mercato. Questo dimostra che una porzione significativa delle imprese non solo ha identificato le proprie direzioni strategiche, ma le ha anche articolate concretamente. Circa il 52,2% di imprese ha invece dichiarato di avere una strategia di base, che richiede ulteriori dettagli: si tratta di imprese che sono consapevoli dell’esigenza di una strategia di pianificazione, ma che potrebbero essere nelle fasi iniziali di definizione della stessa. Infine, solo il 4,3% ha affermato di non possedere una strategia a medio e lungo-termine, suggerendo una maggiore vulnerabilità ai cambiamenti di mercato e alla competitività. Si tratta comunque di imprese che dispongono di competenze e risorse idonee, in misura elevata (32,6%) o moderata (63%), a fronte del solo 4,4% che ha lacune significative in termini competenze e risorse per la pianificazione strategica.
Le imprese Assovini Sicilia hanno comunque sperimentato una performance positiva, con una notevole percentuale di esse che vede la propria performance migliorata: se il 26,1% indica che la propria performance è molto migliorata, il 41,3% ha rilevato un lieve miglioramento. Ciò testimonia come le imprese stiano rispondendo bene alle nuove sfide globali e siano riuscite a consolidare la propria posizione competitiva sul mercato. Parallelamente, il 28,3% delle imprese ha riscontrato delle performance stabili, suggerendo una certa resilienza nel settore. Solo una piccola percentuale di imprese (4,3%) ha riscontrato un peggioramento delle performance, sebbene non significativo. Guardando alle vendite sul mercato locale e nazionale, i dati confermano questa tendenza positiva. Il 17,4% delle imprese ha registrato un incremento significativo delle vendite, in aggiunta al 41,3% delle imprese che ha visto un incremento moderato. Ciò testimonia come il mercato interno continui a essere un pilastro fondamentale per le vendite. A fronte di ciò, il 32,6% delle imprese ha riscontrato delle vendite stabili, suggerendo, anche in tal caso, l’incremento della resilienza in un contesto economico in continua evoluzione. A fronte di ciò, solo l’8,7% ha sperimentato una riduzione delle vendite, senza perdite significative. Tali dati sottolineano l’efficacia delle strategie delle imprese Assovini, che hanno saputo non solo conservare ma anche espandere la loro presenza sul mercato.
Infine, tutte le imprese hanno esportato i loro prodotti all’estero. L’Europa si conferma il principale mercato di esportazione, per il 95,7% delle imprese, sottolineando la forte integrazione del vino siciliano nel continente. Segue il Nord America per l’82,6% delle imprese sottolineando l’interesse per vini di qualità e autenticità. L’Asia emerge come mercato significativo per il 63% delle imprese, sottolineando così il successo delle strategie di internazionalizzazione in mercati con gusti e preferenze diversi da quelli dei consumatori europei. L’Oceania, con il 30,4%, indica una penetrazione di mercato interessante, probabilmente concentrata in Australia e Nuova Zelanda, conosciuti per la clientela appassionata di vini. Al contrario, il Sud America rappresenta il mercato internazionale di sbocco solo per il 15,2% delle imprese. Infine, solo il 6,5% delle imprese ha indicato l’Africa come mercato internazionale. Questo riflette, probabilmente, delle maggiori difficoltà logistiche e di mercato, che limitano la competitività dei vini siciliani.
“In una terra dove ciascuno di noi può trovare un pezzo del proprio Dna, dove si sono mescolate tantissime civiltà, dove ci sono almeno 4 climi diversi, dove si parlano i dialetti di 70 vitigni autoctoni, dove la vendemmia dura almeno 100 giorni, oggi finalmente è possibile, grazie alla capacità imprenditoriale delle nuove generazioni di viticoltori che hanno preso in mano il lavoro di quelle precedenti, leggere nella maniera più trasparente la vera voce dei vini siciliani. Una voce che rivela una contemporaneità riscontrabile in pochissime altre regioni d’Italia”, ha commentato Filippo Bartolotta, giornalista e wine educator, durante il suo intervento a Roma, nella presentazione, in questi giorni, del report a Palazzo Grazioli, all’Associazione della Stampa Estera in Italia, che è stata anche l’occasione per annunciare la partnership tra Assovini Sicilia e l’associazione La Sicilia di Ulisse, che riunisce hotel di charme, ristoranti e cantine d’eccellenza. “Siamo entusiasti di inaugurare la collaborazione con Assovini Sicilia, un partner con cui condividiamo la missione di valorizzare il patrimonio della nostra isola, dove enogastronomia, ospitalità, cultura e tradizioni si intrecciano in modo indissolubile. Da oltre vent’anni, la nostra Associazione è impegnata a offrire ai viaggiatori un’esperienza autentica di Sicilia tra cibo, vino e hôtellerie di lusso. L’enoturismo è per noi un connubio perfetto tra la passione per il vino e la scoperta del territorio ed è per questo che siamo felici di partecipare agli eventi promozionali di Assovini in Italia e all’estero. Crediamo che l’unione tra l’alta cucina dei nostri chef e i vini delle cantine associate sia il miglior modo per far conoscere al mondo i gusti, i profumi e gli aromi che rendono la Sicilia una destinazione unica”, dichiara Tony Lo Coco, presidente La Sicilia di Ulisse.

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