La spending review non si addolcisce nemmeno sotto Natale. E gli italiani devono fare i conti con la crisi che attanaglia le tasche degli italiani. Quindi, meno regali e più oculati. Un trend che si rispecchia anche in enoteca, dove gli acquisti natalizi sono calati non tanto in qualità quanto in volume. A spopolare sono sempre le bollicine transalpine, ma la clientela strizza anche l’occhio ai grandi rossi italiani e, perché no, a qualche bottiglia più ricercata, specie di Amarone.
Trend confermato anche da Francesco Trimani dell’Enoteca Trimani di Roma: “l’andamento è meno proficuo rispetto agli anni passati, ma la clientela non rinuncia alla qualità. Si compra meno, ma senza intaccare la bontà del vino acquistato. A Natale, almeno qui a Roma, si vendono molte bollicine: non solo il classico Champagne, ma anche il perlage italiano va forte. E non come “regalo rifugio” o “ripiego”, ma proprio perché i nostri compratori si stanno affezionando anche ai Franciacorta, i Trentodoc e i Valdobbiadene. Parlando di “vini fermi” spopolano come al solito i toscani e i piemontesi, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Barolo e Barbaresco su tutti, ma questa sembra essere l’annata dell’Amarone”. Bollicine italiane e Amarone in crescita anche all’Enoteca Picone di Palermo: “crescono le bollicine negli acquisti natalizi soprattutto champagne ma sta uscendo forte il Prosecco e il Franciacorta, ma la vera novità 2012 è l’acquisto sempre maggiore di Amarone e Ripasso”.
Di novità parla anche Giovanni Consonni dell’Enoteca Dall’Enologo di Giussano: “Da noi il cliente sa già cosa comprare perché facciamo un gran lavoro di “back office”, cioè informiamo periodicamente la clientela su ciò che abbiamo e consigliamo. In questo modo possiamo anche dare alternative molto valide al compratore sia di prezzo che di varietà di bottiglie, per un regalo di Natale che non è la “solita” bottiglia di Champagne o di Brunello di Montalcino, ma può essere anche un buon Friulano, un Marsala o addirittura un Porto. Al quale possiamo aggiungere una confezione “customizzata” o un oggetto (sempre di qualità) da abbinare”.
Chi, invece, vede il trend confermato (in termini di scelta di vini) è Manuela Zarchello dell’enoteca Il Vinaio di Torino: “La crisi si tocca con mano. Si compra di meno, soprattutto in volume. Chi compra vuole comunque andare sul sicuro e si indirizza sugli Champagne e sui vini piemontesi. Bruno Budi dell’Enoteca Sermoneta di Napoli, sottolinea come la crisi abbia inciso molto sulle vendite natalizie: “gli incassi sono un quarto rispetto agli altri anni. I vini che riusciamo a vendere sono principalmente quelli sotto i 10 euro. Questo è dovuto soprattutto al fatto che sono calati in modo drastico i regali che prima si facevano ai vari notai, medici o avvocati. Il compratore che entra in enoteca e spende 4 o 500 euro ormai è una “mosca bianca””.
Ma la crisi sembra aver colpito soprattutto “la forbice dei vini col range di prezzo che va dai 50 ai 70 euro - spiega Francesco Bonfio dell’Enoteca Piccolomini di Siena - la clientela non fa infatti fatica a spendere più di 100 euro in enoteca (non necessariamente per una singola bottiglia) ma non compra più quei vini di “fascia media”. Gli acquisti che vanno di più in enoteca da noi per Natale sono i classici Champagne e Brunello. Andrea Formigli della Vinoteca Al Chianti nota invece che “a differenza degli anni passati è cresciuto il numero degli acquisti dell’ultimo momento e sempre più oculati. La scelta ricade sempre più spesso sulla bottiglia col migliore rapporto qualità/prezzo. A Natale va molto bene lo Champagne, soprattutto bottiglie di livello alto, che difficilmente vengono vendute durante l’anno. Ma si acquistano anche i grandi rossi toscani e molti vini francesi. La nostra clientela si fa anche molto consigliare”.
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