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GLI ENOLOGI: “LA CRISI IMPONE RAPIDE SOLUZIONI. LE ECCEDENZE PARZIALMENTE ASSORBITE DA DISTILLAZIONE VANNO IN GDO CON ETICHETTE ATTRAENTI E PREZZI DI 1 EURO, OBBLIGANDO, A VOLTE, A SCENDERE SUL TERRENO DI INSANA COMPETIZIONE DOCG E NOBILI CASATI”

Italia
Mario Consorte

“L’attuale situazione di forte crisi del mercato impone soluzioni di più rapido effetto. Il disagio che sta vivendo oggi il vitivinicoltore europeo è strettamente legato al livello di croniche eccedenze parzialmente assorbite dagli interventi di distillazione e che si riversano nel mercato affollando gli scaffali della distribuzione moderna con etichette attraenti e prezzi tra 0,8 /1,5 euro, obbligando a scendere sul terreno di questa insana competizione anche vini denominati, Docg comprese, qualche volta pure di nobile casato. La valorizzazione del vino in questa situazione è in un range di valori tra 0,25 e 0,40 euro al litro al pari del mercato dello sfuso attestato sulle quotazioni degli anni Ottanta”. Così, in un recente passaggio a congresso, l’ex presidente dell’Assoenologi, Mario Consorte.

“La perdurante asfissia del mercato che ha coinvolto non solo gli anonimi vini da tavola ma anche volumi considerevoli di Igt e Doc di grande produzione - continua Assoenologi - che vengono esitati al consumo a prezzi non remunerativi, sta mettendo in crisi, oggi, anche aziende che sulla qualità hanno creduto ed investito”. “In questo quadro l’intervento di alleggerimento della produzione è fondamentale e servirà a tonificare un mercato distorcente, asfittico e non remunerativo, che coinvolge e mette in affanno una grande pluralità di aziende. Questa è l’emergenza che non può attendere soluzioni di lungo percorso”.

Cosa fare? Nessun dubbio per gli enologi: “Possiamo ridare fiducia a questo tessuto sano della nostra economia vitivinicola con la più rapida delle soluzioni del problema del surplus legata all’adozione degli incentivi all’espianto. La modulazione in blocchi da 100.000 ettari all’anno, con stretto, continuo monitoraggio qualitativo e quantitativo dell’intervento, permetterebbe di verificare ed eventualmente correggere l’impatto negativo da molti temuto. Resta indiscusso il bisogno di attivare, contemporaneamente, gli interventi volti al consolidamento del mercato interno e all’ampliamento di quello estero con una operazione sinergica che, lasciata sola nel conseguimento del non facile obiettivo, risulterebbe velleitaria”.

“L’operatore vitivinicolo - spiega ancora Assoenologi - resterebbe arbitro unico della decisione di aderire o meno all’incentivo allo spianamento vivendo in positivo l’aiuto solo ed in quanto le condizioni economiche della propria impresa non lo confortassero nel proseguimento dell’attività”.

E sulle preoccupazioni di un indiscriminato depauperamento del vigneto, che potrebbe coinvolgere anche patrimoni viticoli di qualità? “Si può trovare un correttivo con l’introduzione di ben valutate limitazioni a livello regionale mentre il graduale abbandono degli aiuti alla distillazione, che dovrebbe accompagnare la misura dell’espianto, diventerebbe l’elemento chiave per la decisione allo spiantamento di tutte quelle realtà produttive che trovano motivo di sopravvivenza proprio nella valorizzazione prevista dalla distruzione assistita”.

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