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Gli Usa sono ancora il primo mercato per l’export di vino italiano, anche grazie alla pubblicità: nella classifica dei 25 brand enoici che hanno investito di più in advertising spiccano Santa Margherita, Cavit, Mionetto, Mezzacorona e Bolla

Con un giro di affari di 641 milioni di dollari nel primo semestre 2015, pari ad 1.275.000 litri di vino spediti, gli Usa sono ancora il primo mercato per il vino italiano, nonostante una leggera flessione sullo stesso periodo del 2014, che non intacca, comunque, il peso del Belpaese, che rappresenta 27,9% di tutto il vino importato in Usa, ed 32,9% in valore, saldamente davanti all’Australia, con una quota del 16,6% in quantità e del 9,9% in valore. A crescere, in un semestre in calo sull’anno precedente, sono soprattutto gli sparkling wine, del 23% in quantità e del 12,9% in valore: ancora migliore la performance dell’Italia che, soprattutto grazie al Prosecco, mette a segno un +35% in quantità ed un +15% in valore, con le bollicine italiane che ora rappresentano il 57% di tutti gli spumanti importanti.
Ma come si fa ad entrare in un mercato del genere ed a ritagliarsi spazio tra tanti competitor? Innanzitutto, ci vuole la “fortuna” di produrre il vino giusto, quello capace di incontrare il gusto e le mode del momento, quindi c’è bisogno di investimenti, perché spiccare tra migliaia di etichette è impossibile senza la giusta campagna promozionale, sui media o negli store. Passa anche di qui il successo del vino italiano, come racconta l’“Overview of the U.S. Beverage Alcohol Market and Brand Entry Considerations”, studio rilanciato dal “Corriere Vinicolo” (www.uiv.it) sui primi 25 marchi per spesa in advertising del vino, distribuiti nel mercato Usa. Al primo posto, esattamente come nella classifica dei vini importati più venduti, c’è l’etichetta australiana Yellow Tail che, nel 2014, ha speso 8,67 milioni di dollari, il 21,2% in più del 2013. Al secondo posto troviamo Santa Margherita (importata e distribuita in Usa nel 2014 da Terlato Wine Group), con una spesa in pubblicità di 6,64 milioni di dollari (+16,2%), mentre a chiudere il podio è un altro marchio italiano, Cavit (distribuito da Palm Bay International) con 3,74 milioni di dollari (+15,3%).
La somma degli investimenti in pubblicità dei 25 marchi top è cresciuta del 29,6% e vale 53,7 milioni di euro, il 62,6% di tutta la spesa in advertising per i marchi del vino, con i brand non in classifica che, nel complesso, hanno investito 32,2 milioni di euro (-11,4% sul 2013). Chi ha tagliato, invece, è Mionetto, il brand del Prosecco alla posizione n. 9 per investimenti in pubblicità, a 2,13 milioni di dollari (-10,9% sul 2013), ma anche il Gruppo Mezzacorona, alla posizione n. 15 con un investimento di 1,49 milioni di dollari (-19,8% sul 2013), e Bolla, alla n. 24 con un investimento di 820.000 dollari (-1,4% sul 2013). Cresce in maniera esponenziale, al contrario, la spesa in advertising del marchio di vino italiano, distribuito in Usa da Royal Wine e CO., Bertenura, alla posizione n. 20, con 975.000 dollari (+149,8%), mentre Stemmari, il brand di Feudi Arancio per gli Usa, è una new entry, alla n. 19 con 986.000 dollari. A chiudere la classifica, Risata, i vini italiani di Prestige Wine Group, che ha 782.000 dollari nel 2014 (+301,4%).

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