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Grandi manovre tra i big mondiali del wine & spirits: Treasury Wine Estates, proprietaria in Italia di Castello di Gabbiano, nel Chianti Classico, è pronta a pagare 600 milioni di dollari per la maggioranza della divisione vino di Diageo in Usa e Uk

Sul mondo del vino è pronto ad abbattersi un vero e proprio uragano, che coinvolge due dei più importanti gruppi mondiali del settore wine & spirits in termini di fatturato. Come racconta il portale Usa “Shanken News Daily” (www.shankennewsdaily.com), Treasury Wine Estates, proprietaria in Italia di Castello di Gabbiano, nel Chianti Classico, è pronta a sborsare 600 milioni di dollari per la maggioranza della divisione vino di Diageo in Usa e Gran Bretagna. L’accordo, che dovrebbe concludersi nei prossimi tre mesi (è bene ricordare che Diageo è quotata in borsa, ndr) include brand come Beaulieu, Sterling, Provenance, Rosenblum, Acacia, Hewitt and Blossom Hill, mentre Justerini & Brooks, Chalone, ma anche i vigneti e la cantina di Acacia, restano fuori. Il prezzo concordato prevede il pagamento di 552 milioni di dollari cash e di altri 48 al momento del passaggio ufficiale di proprietà, e per i vertici di Treasury Wine l’affare dovrebbe portare in poco tempo al raddoppio delle vendite sul settore premium e luxury in America.

La divisione vino di Diageo in Usa, Chateau & Estate, come si legge nei dati Impact Databank, è cresciuta complessivamente del 2% nel 2014, a quota 3,8 milioni di casse (45,6 milioni di bottiglie) vendute, grazie alle 1,1 milioni di casse di Beaulieu ed alle 900.000 Sterling Vintner’s Collection. Negli ultimi 12 mesi, invece, il trend è in lieve peggioramento, con un calo a fine giugno dell’1% delle vendite, con il comparto enoico che, nel complesso, ha pesato sull’anno fiscale di Diageo, per il 4%.

“Con il completamento di questa transazione - spiega il Ceo di Diageo, Ivan Menezes - Diageo avrà raccolto un miliardo di sterline dalla vendita di asset non strategici dall’inizio dell’esercizio finanziario”. Per Treasury Wine Estates, l’acquisizione sposa in pieno la strategia del Ceo Michael Clarke, che vuole aumentare la presenza della società sulla fascia premium del mercato del vino, tagliando i costi ed investendo i risparmi nel marketing. Una strategia che ha già dato i suoi frutti da quando Clarke ha preso il timone di Treasury Wine Estates nei primi mesi del 2014: secondo Impact Databank, grazie alle performance di Beringer, Matua e Penfolds, la crescita nello scorso anno è stata dell’1,5% a 12,8 milioni di casse di vino vendute (153,6 milioni di bottiglie). Così, dopo la perdita di 100,9 milioni di dollari australiani dell’anno fiscale 2014, Treasury ha chiuso il 2015 a giugno in crescita di 77,6 milioni di dollari australiani, con una crescita particolarmente solida sul mercato americano (+8,6%) e sul settore del lusso (+16%).

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