“Robert Parker Wine Advocate”, per anni pubblicazione leader della critica enologica mondiale, dal 2019, come noto, è al 100% di proprietà del Gruppo Michelin, che edita la più celebre ed influente guida alla ristorazione mondiale. E se fino ad oggi il percorso della pubblicazione enoica è sempre stato indipendente da quello della “Guida Michelin”, con il gruppo che ha sempre parlato comunque di sinergie sempre più importanti tra i suoi business del vino e delle ristorazione, come abbiamo riportato spesso, ora sembra pronto ad un passo in più in questo senso, con l’arrivo di una “Guida Michelin del Vino”, o qualcosa del genere, come avrebbe lasciato intendere, in queste ore, il ceo Michelin, Florent Menegaux, come riporta “Le Figarò Vin”, il portale dedicato al vino del celebre quotidiano francese “Le Figarò”. Secondo Menegaux (che ha sottolineato, comunque, che il marchio “Robert Parker” non scomparirà), infatti, “il marchio Michelin è molto più potente”. D’altronde, in questi anni, la Guida Michelin - che, nel 2025, celebra i 125 anni dalla prima edizione assoluta, dedicata alla Francia (mentre la prima edizione sull’Italia è del 1956, “Dalle Alpi a Siena”, con la “copertura” nazionale a partire dal 1957) - è cambiato molto ed ha introdotto molte novità. Dalle “stelle verdi”, per esempio, dedicate ai ristoranti di qualità particolarmente impegnati sul fronte della sostenibilità, alla copertura di nuovi Paesi e aree del mondo, a vere e proprie novità.
Come la prima selezione mondiale (dopo alcune nazionali, tra cui quella italiana) delle “Chiavi Michelin”, simbolo che, come avviene per le stelle, o meglio “i macarons”, per i ristoranti, “rivelano le strutture che offrono i soggiorni più straordinari”. 2.457 gli hotel che hanno ricevuto Una (1.742), Due (572) o Tre (143) Chiavi Michelin in tutto il mondo, di cui 188 in Italia, il secondo Paese più rappresentato (dietro alla Francia, con 203 hotel, e davanti alla Germania, con 130), con 49 novità assolute e 12 promozioni, tra cui 5 strutture che passano alle “Tre Chiavi”, ovvero Borgo Santo Pietro, a Chiusdino, Four Seasons Hotel Firenze, a Firenze, Passalacqua, a Moltrasio, Bvlgari Hotel Roma, a Roma e, infine, il San Domenico Palace, Taormina, A Four Seasons Hotel, a Taormina, che si uniscono al Jk Place Capri, a Capri, al Corte della Maesta di Civita di Bagno Regio, al Castello di Rechio di Lisciano Niccone, a Casa Maria Luigia di Modena (dello chef “tri e pluristellato” Massimo Bottura, ndr), a Rosewood Castiglion del Bosco, a Montalcino, a Il San Pietro di Positano, a Positano, e all’Aman Venice e al Cipriani - A Belmond Hotel, entrambi a Venezia.
“Svelati in occasione di una cerimonia esclusiva al Musée des Arts Décoratifs, a Parigi, tutti questi hotel sono prenotabili tramite il sito web e le app della Guida Michelin, con servizi di concierge integrati e vantaggi Vip per un’esperienza indimenticabile”, spiega una nota. Un servizio, quello della prenotazione attraverso la Guida Michelin, che secondo il direttore internazionale della guida, Gwendal Poullennec, riporta ancora “Le Figaro Vin”, è una delle due principali fonti di introiti della guida (con una commissione tra il 10% ed il 15%), insieme alle “partnership, con i Governi che vogliono promuovere le loro destinazioni o marchi”.
“A 125 anni dalla sua creazione come guida per i viaggiatori più esigenti, la Guida Michelin ridefinisce ancora una volta l’eccellenza, questa volta nel mondo dell’ospitalità. Proprio come le Stelle Michelin celebrano i migliori ristoranti del mondo, le Chiavi Michelin rivelano gli hotel che offrono i soggiorni più straordinari, dove design, servizio e location si fondono per creare momenti indimenticabili. Con l’introduzione delle Chiavi Michelin, la Guida stabilisce un nuovo punto di riferimento globale e indipendente per esperienze alberghiere eccezionali”, afferma ancora Gwendal Poullennec, in una nota.
“Grazie alla loro esperienza unica sul campo, gli ispettori della Guida Michelin hanno selezionato le migliori strutture provenienti da tutto il mondo, riflettendo la diversità e l’eccellenza del settore alberghiero odierno. Sia che i viaggiatori cerchino resort iconici, hotel storici in città o gemme nascoste fuori dai sentieri battuti, le Chiavi Michelin forniscono una guida affidabile per scoprire, esplorare e prenotare soggiorni memorabili che ispirano e deliziano”, aggiunge Poullennec. Aspettando, in un futuro forse neanche troppo remoto, dunque, una “Guida Michelin” dedicata al vino?
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025