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I “125 ANNI” DEL “VITIGNO EUROPEO” MÜLLER THURGAU FESTEGGIATI IN VAL DI CEMBRA … UN INCROCIO TRA RIESLING E MADELEINE ROYALE HERMANN MÜLLER E LE ORIGINI DI UN VINO, TANTO INDICATO PER I “BRINDISI” ESTIVI

L’analisi del Dna ha tolto molti dubbi sulla paternità di questo vitigno, dubbi che assillavano persino il professor Hermann Müller, l’ideatore dell’incrocio che gli ha dato vita (se ne conosceva la madre, non il padre). L’origine del vitigno sembra, dunque, data dall’incrocio tra Riesling e Madeleine Royale (e non Riesling e Sylvaner, o Riesling e Chasselas). Questo è quanto è stato confermato nel convegno “1882-2007: 125 anni di vino, 20 di Rassegna internazionale. Müller Thurgau: origini e virtù di un vino sempre in prospettiva?” sia da parte del dottor Rudolf Ries, ricercatore nell’Istituto di Geisenheim (dove Hermann Müller operò l’incrocio) che di Stella Grando, responsabile dell’Unità di ricerca di Genetica molecolare dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.

Il convegno tecnico, organizzato a Cembra dal Comitato della Mostra del Muller Thurgau, è stato ricchissimo di suggestioni. Il professor Attilio Scienza ha ricordato il contesto viticolo della seconda metà dell’Ottocento, la comparsa di calamità viticole quali l’oidio, la filossera, la peronospora, in mezzo alle quali la viticoltura moderna muove i suoi primi passi, tenta nuovi incroci (anche sulla suggestione delle scoperte di Mendel e di Darwin). Sono gli anni in cui si comincia ad investire in formazione e ricerca, al fine di rispondere alle calamità in modo sistematico. Nascono gli istituti di ricerca di Geisenheim, di Friburgo, nasce l’Istituto Agrario di San Michele All’Adige.

Rudolf Ries, ricercatore nell’Istituto di Geisenheim, ha ripercorso l’attività scientifica del professor Hermann Müller (che si firmava Müller-Thurgau nelle pubblicazioni per distinguersi dai numerosi Müller) ed ha ricordato la prima diffusione del vitigno in Germania, dopo il 1925. Da parte sua, Fulvio Mattivi, responsabile del Laboratorio Qualità dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ha affrontato un’altra tematica, quella dell’innovazione apportata di recente nel campo della vinificazione in riduzione, la vinificazione in ambiente privo di ossigeno. Una scoperta trentina accolta con grande interesse anche in Francia.

La parola è, quindi, passata ai produttori: l’enologo Francesco Parolari della Cantina La Vis e Valle di Cembra, azienda leader del Trentino, ha illustrato in che modo, al crescere dell’altitudine sopra i 600 metri, il Müller Thurgau guadagni maggiori note aromatiche (soprattutto note floreali e di limone); il vignaiolo Mario Pojer ha parlato dei risultati nel campo della vinificazione in riduzione ed ha tratteggiato alcune prospettive future della viticoltura di montagna, con un progetto che lo vedrà impegnato con vigneti ad 800-900 metri, nella produzione del Solaris, una varietà recente, resistente alla peronospora (un incrocio in cui gioca un ruolo importante il Müller Thurgau).

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