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I CAVATAPPI, DAL 1600 AD OGGI, IN MOSTRA A TORINO: UN OGGETTO DI USO COMUNE NATO COME “IMITAZIONE” DEL CAVAPALLOTTOLE, CAPACE DI DIVENTARE UN ELEMENTO DI DESIGN ERGONOMICO REALIZZATO IN LEGHE LEGGERE HIGH TECH

Italia
Antichi cavatappi in mostra a Torino

Il cavatappi, oggetto oggi comune, in tutto l’Occidente, è nato nel 1600, da quando, cominciando a imbottigliare il vino nel vetro, si è reso necessario inventare un oggetto per estrarre il sughero che si era cominciato ad infilare nel collo della bottiglia per chiuderla. Un utensile diventato necessario perché il cavapallottole, usato fino ad allora, non andava più bene. Lo racconta, insieme a molto altro, un’interessante e inusuale una mostra che si è aperta alla Biblioteca della Regione Piemonte a Torino e di scena, da oggi al 20 aprile, ricca di 150 esemplari dal XVII secolo ad oggi, oltre ad una cinquantina di oggetti, tra libri e manufatti, voluti per contribuire a raccontare la storia del cavatappi.
Un utensile reso necessario dopo che per secoli il vino si era custodito nella terracotta e poi nelle botti. I primi cavatappi nascono “imitando” il cavapallottole, usato per estrarre da pistole e fucili pallottole inceppate. Secondo quanto si può ad oggi ricostruire, i primi apparsero in Inghilterra nel 1600, ma recenti studi parlano di un possibile interesse per qualcosa del genere anche da parte di Leonardo che nel Codice Atlantico riporta delle viti da estrazione. I paesi in cui si diffondono più in fretta, sono, anche se parrebbe un paradosso in quanto sono paesi che non producono vino (ma ai tempi ne erano grossi consumatori), l’Inghilterra e l’Olanda, proprio per la loro necessità di custodire al meglio quella bevanda che proveniva da lontano, poi si diffonderanno in Francia, Italia e nel resto dell’Europa.
I primi due brevetti, inglesi, risalgono al 1795 (di Samuel Henshall) e 1802 (Edward Thomason), ma già Goldoni, nel 1750 parla nelle sue commedie del “tirabusson”, termine di derivazione francese (Tirebouchon) perchè non era ancora stata inventata la parola italiana. I cavatappi più antichi presenti in mostra sono un reperto trovato scavando nel secolo scorso nel Tamigi, risalente al 1600 e un cavatappi portatile di fine 1700, inglese, già simile a quelli usati oggi. C’è poi un manufatto già più elegante, di inizio ‘800 detto vite ermafrodita, creato da Thomason, assai simile a quelli usati oggi. Per arrivare agli oggetti di design dei decenni passati, anche spiritosi e un po’ buffi, realizzati in metalli e materiali leggeri e alla moda.
Info: www.consiglioregionale.piemonte.it

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