Le 18 grandi firme del vino (Lageder, Gaja, Chiarlo, Pio Cesare, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Masi, Jermann, Antinori, Biondi Santi, Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari, Tenuta San Guido, Umani Ronchi, Lungarotti, Mastroberardino, Rivera, Donnafugata, Tasca d’Almerita), raggruppate nell’Istituto del Vino Italiano di Qualità - Grandi Marchi, con il loro fatturato di oltre 500 milioni di euro (di cui la quota export supera il 60%) continueranno ad investire in un’attività di promozione oltreoceano e nei principali mercati asiatici, dando più forza ed incisività al processo di valorizzazione dell’enologia di qualità, diffondendo la cultura del vino con azioni mirate di marketing e nell’organizzazione di attività di promozione, wine tasting, formazione.
“Questi dati - ha spiegato Piero Antinori, presidente di Grandi Marchi - dimostrano quanto solido sia il legame che unisce le 18 aziende e quanto il lavorare uniti abbia contribuito a rafforzare la consapevolezza della forza e dell’importanza del gruppo nel contesto internazionale; siamo convinti non solo di promuovere e valorizzare la qualità, lo stile, la cultura e la tradizione del vino italiano, ma anche di contribuire a rafforzare l’immagine di prodotto, di settore e di paese”.
Il bilancio di questo lavoro oggi a Roma nella tavola rotonda “I fattori di successo del vino di qualità nei nuovi mercati”, alla quale ha partecipato anche il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro.
Il road show di “Grandi Marchi” continua con “Vinitaly Russia”, a Mosca il 4 e 5 giugno e il 7 giugno a San Pietroburgo, dal 17 al 21 giugno approderà Oltralpe a Bordeaux per Vinexpo e continuerà in Canada, a Montreal e Toronto, dal 22 al 24 ottobre; l’ultimo evento in calendario sarà “Grandi Marchi Asia Tour”, dal 26 al 30 novembre (le etichette delle 18 grandi case vinicole in questo caso saranno presentate in Cina, Giappone e Corea). In gennaio e in marzo, l’Istituto era volato in India ed in Usa.
Con queste azioni sinergiche, tra il 2004 e il 2006, l’incremento delle aziende associate su tutti i mercati coinvolti sono del +20% negli Usa, del + 45% in Giappone e del + 70% per Russia e Cina. I budget investiti? Dai 100 mila euro del 2004, ai 650 mila euro del 2005, per arrivare agli oltre 800 mila del 2006.
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