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I “GRANDI MARCHI” SBARCA, IN CALIFORNIA, IL 22 OTTOBRE, A SAN FRANCISCO, PER IL PROPRIO EVENTO ISTITUZIONALE E PER CERCARE DI CONQUISTARE I MILLENIALS, QUELLA FASCIA DI MERCATO OCCUPATA DAI GIOVANI TRA I 21 E I 34 CHE AMANO BERE VINO

I “Grandi Marchi” sbarca in California il 22 ottobre, a San Francisco, per il proprio evento istituzionale e per cercare di conquistare i Millenials, quella fascia di mercato occupata dai giovani tra i 21 e i 34 che amano bere vino.
Si tratta dell’appuntamento annuale più rappresentativo per l’Istituto, che vede la presenza di tutti i titolari delle aziende associate impegnati nella presentazione e degustazione dei loro vini: da Alois Lageder ad Argiolas, da Biondi Santi Greppo a Ca’ del Bosco, da Michele Chiarlo a Carpenè Malvolti, da Donnafugata a Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, fino a Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi (www.istitutograndimarchi.it).
Il programma prevede un seminario dal titolo “Exploring the authentic wines of Italy” tutto incentrato sulla presentazione di vini provenienti da vitigni autoctoni delle diverse aree produttive; al seminario faranno seguito due walk around tasting cui complessivamente sono attese oltre 500 persone: uno riservato agli operatori del settore e alla stampa specializzata, l’altro rivolto ad un selezionato pubblico di soci di wine club e wine lover.
“Nonostante gli Stati Uniti siano il mercato numero uno per consumi, solo il 30% degli americani beve vino, il che vuol dire che il vino italiano ha ancora ampi spazi di manovra - commenta il presidente Grandi Marchi, Piero Antinori - non è un caso che abbiamo scelto la California come meta della tappa istituzionale che vedrà tutti i 19 produttori presenti. È nella patria del vino made in Usa che c’è infatti maggior fermento e dove si sta delineando una nuova compagine di giovani consumatori che dimostrano di apprezzare molto il vino italiano. Ragazzi e ragazze tra i 20 e i 30 anni che si informano, che sperimentano e che si stanno orientando su una fascia di consumo medio-alta targata soprattutto Italia. Con queste premesse - conclude Antinori - possiamo pensare ad un futuro decisamente positivo”.

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