In tanti, nel mondo del vino, guardano ad Oriente, e soprattutto alla Cina, come mercato del futuro. Ma oggi (e in buona parte, probabilmente, anche domani), almeno per il vino italiano gli Stati Uniti rappresentano il mercato imprescindibile per il successo di un’azienda. Un mercato che ancora ha delle grandi potenzialità, visto che continua a crescere costantemente anche in tempi di crisi, e che il consumo procapite è appena di 10 litri all’anno. A tracciarne i trend futuri, oggi a New York, sarà John Gillespie, presidente del Wine Market Council, nella prima tappa del Vinitaly International in Usa (il 30 gennaio sarà a Miami, www.vinitalytour.com). Secondo il quale, negli States, il consumo è cresciuto anche negli anni economici più difficili (nel 2010 sono state consumate 276 milioni di casse) e continuerà a farlo, spostandosi sempre più tra le mura domestiche, a discapito del fuori casa, dove il primo criterio di scelta è il rapporto qualità/prezzo, con un crescita che sarà trainata soprattutto dai giovani, i cosidetti “Millennials”, che stanno diventando sempre meno consumatori occasionali, e sempre più “core drinkers” (categoria che comprende chi beve da almeno una volta a settimana a tutti i giorni). Un dato che regala grandi prospettive di crescita se si considera che, ad oggi, solo il 23% dei “Millennials” (che nel complesso sono 70 milioni di persone) beve vino, ma che è la generazione che sta registrando i maggiori tassi di crescita nella passione di Bacco. E per il vino italiano in particolare, che ad oggi è il vino straniero n. 1 negli States in volumi e valori, arrivano buone notizie. Secondo i dati di un sondaggio di Wine Opinions per il Wine Market Council, che ha chiesto ai consumatori di indicare i Paesi stranieri di cui prima di altri sceglierebbe un vino, se la prima scelta assoluta è la Francia (30%), seguita dall’Italia (al 26%), il Belpaese sale al n. 1, con il 64%, sommando anche la seconda e la terza scelta, superando i transalpini (59%). Dai dati, emerge anche la crescente importanza di internet e dei social media per il consumo e la conoscenza del vino: due terzi dei “core wine drinkers” (il 57% dei consumatori di vino) utilizzano il web per informarsi. Info: winemarketcouncil.com
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