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I VIDEOGIOCHI, CHE DA PIÙ DI 20 ANNI ACCOMPAGNANO L’ADOLESCENZA DELLE NUOVE GENERAZIONI, SONO SEMPRE PIÙ REALISTICI, TANTO DA ISPIRARE IL MONDO REALE, CHE AGLI EROI DELLE CONSOLLE DEDICA FILM, LIBRI E ... COCKTAIL DI OGNI SORTA

L’ultimo capitolo di Grand Theft Auto, uno dei videogiochi più amati (e criticati, visto che il protagonista è un criminale alle prese con furti, sabotaggi, omicidi), è costato 225 milioni di dollari, un investimento ampiamente ripagato da un successo commerciale che parla di 13 milioni di copie vendute, per un incasso totale di 800 milioni di dollari in sole due settimane. Merito di un realismo senza precedenti, che riguarda tanti altri videogiochi, qualcosa di più ormai di semplici videogiochi, piuttosto veri e propri mondi paralleli, in cui fuggire dalla monotonia della quotidianità.

Ma, se gli sviluppatori ormai curano i dettagli a tal punto da creare persino un certo grado di confusione, anche il mondo reale ha imparato a prendere spunto dai videogame: i bar tender di tutto il mondo, ad esempio, hanno dedicato alle serie più amate cocktail di ogni tipo. C’è il coloratissimo “Rainbow Road” (succo d’arancia, gin, granatina, rum, vodka e blue curacao), ispirato ad uno dei circuiti del vecchissimo Super Mario Kart, o il potente “Shoryuken” (Southern Comfort, Kahlua e granatina), ode alla mossa mortale di Ryu e Ken, i due eroi del capostipite dei picchiaduro, Streetfighter.

Per cuori un po’ più forti, proprio come il videogioco di cui prende il nome, il “Callo f Duty” mette insieme due shot (uno di limoncello e crema di menta, l’altro di Jagermeister e Baileys) ed un long drink a base di Red Bulle vodka: una vera bomba. Il più spettacolare, però, è il “G&T Virus”, ispirato al videogame che, con i suoi zombie, ha terrorizzato un’intera generazione, “Resident Evil”: granatina, sprite e gin in un tumbler alto, e due shot in siringa, una blu (il virus, blue curacao e Bombay) ed una verde (l’antivirus, Midori e Gordon’s).

Quindi, facendo un salto indietro nella linea temporale dei videogiochi, troviamo il “Pac-Man”, ovviamente giallo, a base di vodka, foglie di basilico, succo di ananas e succo di arancia; qualche anno dopo la Sega lanciò Sonic, l’anti Super Mario, il riccio blu celebrato dal Sonic Hedgehog, granatina, Menthomint Schnapps e blue curacao. Particolare la storia che accompagna il “Tomb Raider”, la saga che ha salvato la Play Station, resa celebre al cinema da Angelina Jolie: proprio al star di Hollywood, in Cambogia, chiese qualcosa di fresco e fruttato, ed il risultato fu un cocktail a base di vodka, Malibu e succo d’ananas, che prese subito il nome, appunto, di “Tomb Raider”.

Altra serie multimilionaria, sia in termini di costi che di ricavi, è Halo, che ha ispirato il “Promethean”, Jagermeister, gin e arancia, mentre un altro videogioco, la cui uscita ogni anno tiene milioni di fan con il fiato sospeso, Fifa, ha ispirato il cocktail omonimo a base di vodka, triple sec, peach schnapps, succo di mirtillo e soda. Infine, a chiudere il cerchio ideale che lega decenni di storia del videogioco al mondo dei drink e dei cocktail, il “Los Santos Beach” dedicato a Gran Theft Auto 5: un discutibile beverone “da spiaggia”, per come l’ha concepito il suo creatore, con gin, vodka, tequila, blue curacao, succo di limone e sprite.

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