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VINO E TRADIZIONE

Il 15 novembre si rinnova la festa del Beaujolais Nouveau in 110 Paesi in tutto il mondo

Se in Italia il Novello è in caduta libera (2 milioni di bottiglie prodotte) in Francia resiste, ma dal 2010 la produzione è dimezzata
BEAUJOLAIS NOUVEAU, Mondo
Il 15 novembre torna il Beaujolais Nouveau

Se in Italia è un rito ormai quasi perduto, tanto che il 2018 ha portato sugli scaffali (dal 31 ottobre, ndr) appena 2 milioni di bottiglie di vino Novello, contro i 17 milioni di appena 10 anni fa, l’arrivo del primo vino dell’anno è una tradizione che in Francia ha ancora un senso profondo. L’appuntamento è per il 15 novembre, il terzo giovedì del mese, come da tradizione e da disciplinare, che porterà il Beaujolais Nouveau, prodotto dal 1951 in 12 denominazioni diverse del sud della Borgogna da più di 2.000 viticoltori, esclusivamente da uve Gamay, non solo sulle tavole dei consumatori d’Oltralpe ma, in contemporanea ed in una vera e propria festa, in 110 Paesi del mondo, dagli stati Uniti al Giappone, passando per l’Italia, pronta a celebrarlo a Milano, nella cornice di Égalité, la boulangerie di Thierry Loy, con una giornata all’insegna della festa, della gastronomia e dei piatti tradizionali da accompagnare al primo vino dell’anno.
Fenomeno ben diverso da quello italiano, la storia del Beaujolais Nouveau inizia nel 1951: un decreto del settembre di quell’anno, infatti, proibiva la commercializzazione dei vini a denominazione prima del 15 dicembre dell’anno della vendemmia. Una decisione che provocò una vera e propria sollevazione popolare, risolta poi con il permesso di commercializzare solo alcuni vini a patto di aggiungere la menzione “nouveau”. Una manna dal cielo per il territorio del Beaujolais, dove le uve di Gamay danno vini giovani deliziosi, presto diventati un vero e proprio fenomeno commerciale. Certo, le cose, anche in Francia, sono cambiate molto negli ultimi anni, e se nel 2010 la produzione raggiungeva i 50 milioni di bottiglie oggi, nonostante le imponenti campagne di marketing, difficilmente superano i 25 milioni, la metà. Altro aspetto in comune con il Novello, che però rischia di sparire definitivamente dalle tavole, è il metodo produttivo, quello della macerazione carbonica, processo di vinificazione scoperto nel 1861 da Louis Pasteur e perfezionato negli anni Trenta dai ricercatori della stazione scientifica di Narbonne.

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