Nonostante qualche fibrillazione sui singoli mercati locali, il 2015 delle aste enoiche, a livello globale, si è chiuso in sostanziale equilibrio, lasciando sul terreno l’1% sul 2014, per un giro di affari complessivo di 345,88 milioni di dollari (erano 348,37 nel 2014), come racconta l’analisi del magazine Usa “Wine Spectator” (www.winespectator.com) sulle vendite all’incanto delle principali case d’aste del mondo (Acker Merrall & Condit, Zachys, Sotheby’s, Christie’s, Wally’s, Hart Davis Hart, Heritage, Bonhams, Spectrum e Winebid.com) nelle piazze più importanti del mondo (New York, Los Angeles, Chicago, San Francisco, Londra, Edimburgo, Ginevra, Hong Kong) e sul web.
A guidare, il mercato Usa, con la piazza di New York che ha fatto segnare una crescita del 27% sul 2014, mentre, nonostante la crescita del numero di lotti ed il valore del lotto medio, nel complesso hanno chiuso in calo sia Hong Kong (-4%) che l’Europa, con Londra e Ginevra in prima fila (-14%). Per Jamie Ritchie, Ceo di Sotheby’s Wine, il 2015 “si è chiuso sugli stessi livelli del 2014, c’è stato semplicemente uno spostamento, in valori e volumi, da Hong Kong a New York”, chiudendo a 60,40 milioni di dollari, contro i 65,30 milioni di dollari del 2014 (-8%).
Hong Kong, come detto, lascia sul mercato il 4%, chiudendo il 2015 a 98,41 milioni di dollari, con il valore del lotto medio che passa da 5.935 a 5.584 dollari (-5%), mentre a Londra i prezzi crollano addirittura del 15%, a causa della mancanza di grandi lotti. Al contrario, il mercato di New York raggiunge i 109 milioni di euro, con il picco della collezione di Don Stott battuta da Sotheby’s, che ha raccolto 13,5 milioni di dollari. Sommando i risultati di Chicago, Los Angeles e San Francisco, il mercato Usa arriva a 165 milioni di dollari, per un prezzo medio del lotto che cresce del 3% (dai 2.887 dollari del 2014 ai 2.951 dollari del 2015).
Analizzando i dati delle singole case d’asta, il giro d’affari maggiore è di Acker Merrall & Condit che, nel mondo, ha raccolto 69,9 milioni di euro, quindi Sotheby’s con 60,4 milioni di euro, Christie’s con 57,2 milioni di euro, Zachys con 55,5 milioni di euro e Hart Davis Hart con 41,5 milioni di euro, leader sul mercato Usa, con 9,6 milioni di euro raccolti solo nel mese di dicembre.
Una grande differenza tra il 2015 ed il 2014 è la crescita delle vendite direttamente dalle cantine, da interpretare come una risposta forte al grande problema della contraffazione, che ha fatto segnare risultati di gran lunga superiori alle stime iniziali, come l’asta di Château Mouton-Rothschild di Sotheby’s ad Hong Kong, che ha realizzato 4,1 milioni di dollari. Anche le singole cantine dei grandi collezionisti hanno fatto bene, come dimostrano le vendite all’incanto di Acker Merrall & Condit ad Hong Kong e New York delle bottiglie del grande importatore Usa Martine Saunier, che hanno fruttato, in tutto, 4 milioni di dollari. Ed ancora, la vendita dell’ultima parte della collezione di Graham Lyons battuta da Zachys ad Hong Kong ha portato a più di 4 milioni di dollari.
In molti, un anno fa, avevano predetto il ritorno di fiamma per i vini di Bordeaux, che infatti, come racconta il Ceo di Acker Merrall & Condit, John Kapon, “rappresentano i 50% dei top brand battuti all’asta, anche se, nel complesso, valgono il 27% del mercato, contro il 46% dei vini di Borgogna”. Ma che Bordeaux sia in recupero è un fatto sostenuto anche dall’ad di Hart Davis Hart, Paul Hart, che ricorda come “i prezzi di Bordeaux sono rimasti decisamente forti, dimostrando che la regione è in risalita”. E il 2016? Secondo i protagonisti delle aste enoiche seguirà la scia del 2015, nonostante la crisi cinese, con Bordeaux che crescerà ancora, sulla scia del successo della campagna dell’en primeur 2015.
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