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VINI DA INVESTIMENTO

Il Barolo Vigna Rocche Riserva 2001 di Bruno Giacosa tra i fine wine più performanti del decennio

Analisi Cult Wines: quotazioni dei 10 vini top del periodo 2009-2019 cresciute del +357%. Boom per lo Chambertin 2000 di Armand Rousseau: +737%
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Tra i vini più performanti del decennio, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2001 di Bruno Giacosa

Se il mercato dei fine wine, nel primo decennio del Terzo Millennio è stato letteralmente dominato dai grandi vini di Bordeaux, i dieci anni successivi, e quindi il periodo 2009-2019, hanno vissuto una vera e propria rivoluzione, con gli investimenti, e le quotazioni, che hanno premiato i vini di Borgogna, Rodano, Champagne, Piemonte e Toscana, garantendo un ritorno degli investimenti superiore a quello dell’S&P 500: i dieci vini più performanti del decennio, infatti, hanno messo a segno una rivalutazione del +357%, mentre l’indice della Borsa di New York delle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione è cresciuto “solo” del +186%. A dirlo lo studio “Top 10 Investment Wines of the Decade” di Cult Wines, uno dei principali fondi di investimento britannico dedicato al vino, che ha analizzato l’andamento di centinaia di etichette, mettendo in fila le dieci che hanno vissuto il maggior incremento a valore. Comanda la Borgogna, con al primo posto lo Chambertin 2000 di Armand Rousseau, a fine 2009 sul mercato a 440 dollari a bottiglia, oggi a 3.683 dollari (+737%), seguito dal Musigny 2001 di Domaine Leroy, passato dai 4.000 ai 26.780 dollari a bottiglia nell’arco di dieci anni (+570%), e da un bordolese, il second vin di Château Mouton Rothschild, Le Petit Mouton de Mouton Rothschild 2001, che costava 57 dollari nel 2009 e 314 oggi (+448%).
Si deve accontentare della posizione n. 4 il re della Borgogna, delle aste e del mercato dei fine wine del decennio, in quanto a valori mossi, il Romanée-Conti 2004 del Domaine de la Romanée-Conti, passato dai 5.200 dollari a bottiglia del 2009 all’iperbolica quotazione di 18.417 dollari di oggi (+254%). Alla posizione n. 5, dal Rodano, lo Châteneuf-du-Pape 2005 di Rayas, balzato dai 320 ai 964 dollari a bottiglia (+201%), mentre alle n. 6, di nuovo da Bordeaux, Angelus 2008, la cui quotazione è passata dai 99 ai 293 dollari a bottiglia (+196%). E ancora, alla posizione n. 7 troviamo un bianco di Borgogna, il Corton Charlemagne 2005 di Domaine Coche Dury, cresciuto dai 1.733 ai 4.983 dollari a bottiglia (+188%), e alla n. 8 l’unica etichetta italiana, simbolo del Piemonte e delle Langhe: il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2001 di Bruno Giacosa, che tra il 2009 ed il 2019 è passato da una quotazione di 271 dollari a bottiglia ai 780 dollari a bottiglia (+187%). Infine, alla posizione n. 9 uno Champagne, Le Mesnil 1996 di Salon, passato dai 307 agli 823 dollari a bottiglia (+168%), ed alla n. 10, dalla Napa Valley, il Dominus 2002, che nel 2009 costava 100 dollari a bottiglia, ed oggi 260 dollari (+160%).

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