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IL BOOM DEL VINO MONDIALE IN CINA È A RISCHIO? PRESTO PER DIRLO. MA PRODUTTORI DELLA NUOVA “TERRA PROMESSA DEL VINO MONDIALE”, CHIEDONO UN “FRENO” ALL’“INVASIONE EUROPEA”. PERCHÉ DANNEGGIA IL LORO BUSINESS IN PATRIA ...

Italia
I produttori cinesi contro il vino europeo

Il boom del vino mondiale in Cina è a rischio? Presto, prestissimo per dirlo, soprattutto guardando i dati di un Paese enorme, dove il consumo del nettare di Bacco cresce in maniera esponenziale, al punto da far diventare in pochi anni il Celeste Impero il mercato n. 5 al mondo (nel 2011, 15,5 milioni di ettolitri, +28% sul 2010) e che, tra il 2015 e il 2020, tanti analisti prevedono diventare il primo in assoluto. Grazie anche ad una quota di import che rappresenta il 30% dei vini bevuti, sul 10% del 2006 (e dove gli spumanti italiani hanno ormai raggiunto, in volume, i vini francesi, secondo i dati della Dogana). Ma il “fronte interno” dei produttori, che stanno investendo tantissimo nella produzione di vino (500.000 ettari già piantati, secondo i dati dell’Organisation internationale de la vigne et du vin), con joint venture di capitale e di “know how” con Francia, Italia (come ha raccontato a WineNews il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano, l’Università di Pechino ha chiesto collaborazione all’ateneo meneghino per lo studio di nuove varietà di vite, ndr) e non solo, non è affatto contento di questa invasione. Almeno stando a quello che riferisce l’Agenzia Nuova Cina, per la quale i produttori di vino del Paese hanno chiesto al Ministero del Commercio di aprire un’indagine per verificare se, e in che misura, le importazioni dall’Europa stiano danneggiando il mercato interno del gigante asiatico. Secondo Zuming Wang, capo della divisione vino dell’associazione di categoria cinese per le bevande alcoliche, gli “enologi cinesi vogliono avere dati certi sulla crescente quantità delle importazioni dall’Unione Europea e del suo impatto sull’industria nazionale”. Sotto accusa, per i produttori cinesi, ci sarebbero i “sussidi vari” che l’Unione ha dato ai produttori del continente (il 60% dei fondi Ocm per la promozione 2012/2013 è stato “assorbito” dalla Cina, ndr), “mettendo i cinesi i condizioni di svantaggio competitivo, con i margini lordi del settore scesi dal 40% al 30%”. Tradotto, i produttori cinesi di vino accusano, più o meno direttamente, quelli europei di “concorrenza sleale”. Crisi diplomatica in vista, nel segno di Bacco?

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