“Il Brunello di Montalcino è un vino di successo, ma in parte “incompreso”, perché è un vino fuori dai canoni normali. Vale la stessa cosa per il Barolo. Il Brunello va spiegato con grande pazienza, dedizione e conoscenza, stappando molte bottiglie anche di annate del passato. Perché è appunto un vino da grande invecchiamento che arriva sul mercato con più anni sulle spalle degli altri vini importanti del mondo. È un vino che si ama solo conoscendolo in profondità e questa conoscenza si ottiene attraverso una solida educazione alla tradizione enologica italiana”. Così, a WineNews, il venticinquenne Tancredi Biondi Santi, la settima generazione che lavora nell’azienda di famiglia, la Tenuta Greppo, dove il Brunello di Montalcino è nato (e, nel cui capitale, di recente, è entrato il gruppo francesi di Epi della famiglia Descours, tra le più ricche di Francia, con un patrimonio stimato di oltre 1,1 miliardi di euro e con marchi di alta gamma del mondo del vino, come gli Champagne Piper-Heidsieck, Charles Heidsieck e Chateau La Verrerie, nella Valle del Rodano).
“Quella del Brunello è una denominazione piccola con vini di eccezionale qualità che costano molto - prosegue Biondi Santi, che si occupa della commercializzazione all’estero delle bottiglie della Tenuta Greppo - e possiede un’unicità del tutto sua che, relazionandosi con i suoi competitor, dal Barolo alla Borgogna, lo rende competitivo sui mercati. Ma allo stesso momento le sue caratteristiche organolettiche non sono immediate come in altri grandi vini e quindi ha bisogno di essere svelato perché venga apprezzato completamente”.
Insomma, il Brunello è un vino di successo ma il suo successo potrebbe crescere ulteriormente se venisse comunicato meglio e più in profondità.
“Mi piacerebbe costruire un progetto di orientamento destinato a tutti i consumatori di vino del mondo - sottolinea Biondi Santi - per comprendere l’esistenza di vini come il Brunello, destinati al grande invecchiamento e che, necessariamente, devono essere approcciati in modo diverso. Per adesso è poco più che un’idea, ma ci arriveremo, ad un Brunello pienamente compreso e comprensibile”.
Passando all’imminente uscita delle nuove annate del Brunello “la nostra Riserva 2011 è molto interessante, ma vivrà un po’ lo stesso meccanismo che interessò l’uscita della Riserva 1998, dopo la 1997 - spiega Biondi Santi - un meccanismo più indotto che derivato dalle caratteristiche del vino. Il Brunello 2012 è molto bello, non dico eccezionale perché in cantina abbiamo l’annata 2015 e probabilmente faremo anche la Riserva. Per l’annata 2014, invece, abbiamo solo il Rosso di Montalcino “fascia rossa”, cioè abbiamo prodotto solo quello e niente Brunello, come nel 1989 e nel 2002. È decisamente delizioso - conclude Tancredi Biondi Santi - di grandissima piacevolezza”.
La Riserva viene prodotta dai vigneti del Greppo di oltre 25 anni d’età e solamente nelle vendemmie eccezionali. Il Brunello “Annata” viene prodotto dai vigneti del Greppo, di età compresa tra i 10 e i 25 anni. Il Rosso di Montalcino è ottenuto dai vigneti di età tra i 5 e i 10 anni mentre il Rosso di Montalcino “fascia rossa”è prodotto nelle annate con andamento stagionale non ottimale e va a sostituire la produzione del Brunello.
È questa l’impostazione classica del portafoglio etichette della Tenuta Greppo che rimanda ad una tradizione produttiva ormai codificata. “Non abbiamo voluto e non cambieremo la nostra filosofia solo per seguire il mercato - sottolinea Tancredi Biondi Santi - invece di cambiare tutto, abbiamo intenzione di educare le persone perché sappiamo sempre più chiaramente che alcuni dei migliori vini che hanno nelle loro cantine sono i nostri”.
È un fatto che la famiglia Biondi Santi e la Tenuta Greppo fanno tutt’uno con la storia vitivinicola di Montalcino, non solo perché è qui che il Brunello è stato letteralmente inventato nel 1865 ma anche perché la spinta propulsiva della famiglia non ha mai cessato di sostenere questo vino e il suo territorio anche al di là dei propri interessi particolari. È un fatto che il Sangiovese del Greppo è una selezione specifica, avviata nel 1970 da Franco Biondi Santi sulle viti di metà Ottocento impiantate dal nonno Ferruccio, che ha portato al Bbs/11, clone che fa parte dell’Albo dei “Vitigni Raccomandati” dell’Unione Europea. È un fatto che fin dal 1927 la cantina effettua la “ricolmatura” delle proprie vecchie bottiglie con vino della stessa annata, un’operazione esclusiva e preziosa dapprima riservata alle sole bottiglia di Riserva di proprietà aziendale e, dal 1990, estesa anche a quelle dei clienti che ne facciano richiesta.
Insomma, la storia del Brunello non può esistere senza Biondi Santi e la sua filosofia produttiva. Un’idea di produzione che non ha subito sconvolgenti e mutamenti magari dettati da mode effimere, salvo l’introduzione di più che necessarie apparecchiature enologiche moderne. Dalla fermentazione in cemento all’affinamento in legno grande, i vini della Tenuta Greppo esprimono graniticamente uno stile e un’aderenza al territorio di origine inequivocabile e fedele a se stessa e alla sua storia. Anche i recenti accenni di cambiamento climatico non hanno più di tanto interrotto questo equilibrio e per i Brunello Biondi Santi è stata soltanto un’altra occasione per rimarcare il valore del mix di vigneti che compongono la proprietà, uno dei più solidi anche in tempo di bizzarrie climatiche.
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