Il business del “wine & spirits” mondiale non è certo immune agli effetti della crisi economica. Ma come spesso sottolineato da tanti osservatori, continua a rappresentare una delle poche economie in crescita, a livello planetario, e gli investitori ci credono. A dimostrarlo, oltre ai dati macroeconomici, anche il fatto che Diageo, il più grande player al mondo nel settore, abbia collocato nella prima “offerta” da quasi un anno, ben 3,25 miliardi di dollari in bond, divisi in diverse tipologie e scadenze, che vanno da 3 a 30 anni e che, stando a quanto riporta l’agenzia specializzata Bloomberg, potrebbero ottenere un rating da “3 A” da Moody’s e altri. Un’operazione che sfiora cifre da “collocazioni di Stato”, e un’iniezione di liquidità che solo in parte, spiega una nota, servirà a pagare titoli di credito e interessi su bond da 1,49 miliardi di dollari in scadenza a luglio 2013.
Ma quella di Diageo è solo l’ultima testimonianza, in ordine di tempo, di come il settore del “beverage”, nel mondo, abbia prospettive di crescita tanto nel breve che nel medio-lungo termine. Di pochi giorni fa, per esempio, la notizia che nell’enorme portfolio della griffe del lusso Lvmh, il reparto “wine & spirits” (con marchi come Krug, Dom Perignon, Möet & Chandon, Veuve Cliquot, Cheval Blanc e Château d’Yquem), sia cresciuto in un anno del 19%, surclassando, in percentuale, la “moda” che conta su brand come Dior, Louis Vuitton, Fendi e Bulgari (soprattutto grazie all’Asia e alla Cina).
Ma anche i dati del solo commercio di vino mondiale mostrano segnali positivi: se il valore, ad oggi, per “Wine Intelligence”, si aggira sui 164 miliardi di dollari, il futuro dovrebbe essere più che positivo visto che, per la ricerca di “International Wine and Spirit Research” per Vinexpo, da qui al 2016, il consumo di vino, a livello planetario, dovrebbe crescere in volume del 5,3%, arrivando a 34 miliardi di bottiglie. Un trend di crescita che anche l’Italia del vino, nel suo complesso, continua a cavalcare almeno con le sue realtà leader: lo dice il record in valore delle esportazioni, che nel 2012 hanno superato i 4,6 miliardi di euro, e il sentiment di crescita dei fatturati, grazie all’export, registrato da tante indagini (WineNews, Mediobanca e altri).
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