In un futuro non troppo lontano, magari, per il Chianti Classico, arriveranno delle menzioni geografiche aggiuntive in disciplinare ed in etichetta, seguendo la logica dei Comuni, forse, o magari di altre sottozone storicizzate, ma comunque legata soprattutto ad un criterio geografico più che di analisi di suoli e microclimi, e magari non su tutta la piramide produttiva (Chianti Classico Docg “annata”, Riserva e la Gran Selezione).
Domani intanto, alla Chianti Classico Collection di Firenze (12-13 febbraio, www.chianticlassico.com), un “gioco”, una degustazione alla cieca creata per chiedere a critici e stampa di indovinare da quale dei 9 Comuni della denominazione (Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle in Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Poggibonsi e Castelnuovo Berardenga) arrivano i vini (a guidarla sarà Jeff Porte, fresco ambasciatore del Chianti Classico e responsabile dei vini per il gruppo Batali e Bastianich in Usa, ndr). È un percorso a tappe, quello intrapreso dal Gallo Nero, come spiega a WineNews presidente del Consorzio Sergio Zingarelli: “domani faremo questo gioco, ma è un tema sul quale lavoriamo da anni. Di certo è un percorso ancora all’inizio e in cui non mancano le criticità dovute alle diverse e lecite vedute che si sono anche all’interno dei singoli comuni e delle singole zone, ma è un percorso che crediamo vada intrapreso con decisione, prendendo la cosa di petto”.
D’altronde, il Chianti Classico è uno dei vini di maggior successo nel mondo (esporta il 77% della sua produzione, nel 2017 oltre 36 milioni di bottiglie in 130 Paesi, Usa in testa, che assorbono il 33% del mercato totale), cerca un posizionamento sempre migliore, e quella di una sorta di “zonazione”, o comunque di un tentativo di legare sempre più i vini al loro territorio di origine in maniera più dettagliata e precisa, oltre al nome di una denominazione che comunque funziona, è la risposta una richiesta che dai mercati evoluti arriva sempre in maniera più esplicita, e alla quale il territorio del Gallo Nero lavora per rispondere.
“È un percorso che richiede tempo, ma che per noi non comincia oggi”, sottolinea Zingarelli.
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