“In un periodo storico complesso come quello attuale, la bellezza può generare un circolo virtuoso, diventando un faro di ispirazione e miglioramento per tutte le generazioni”, in ogni settore, anche per chi si prende cura degli altri e dell’ambiente, e per chi fa impresa, compreso chi produce vino. Se ne è parlato nel talk show dedicato a “Il Circolo Virtuoso della Bellezza” in occasione della cerimonia di premiazione del “Premio Masi” 2024, promosso dalla Fondazione Masi e all’edizione n. 43, nei giorni scorsi a Gargagnago di Valpolicella, a Monteleone21, nuovo e innovativo centro polifunzionale Masi nel cuore della Valpolicella. Prima, come da tradizione, la firma della botte di Amarone nelle storiche Cantine della griffe da parte dei premiati, l’imprenditore Riccardo Illy, lo scultore Arcangelo Sassolino e l’attivista e scrittrice ambientalista Sara Segantin per il “Premio Masi Civiltà Veneta”, la produttrice Donatella Cinelli Colombini per il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino”, e Fratel Gedovar Nazzari, economo generale dell’Opera Don Calabria, per il “Grosso D’Oro Veneziano”.
I premiati si sono confrontati sul valore della bellezza, condividendo le loro riflessioni sul significato del riconoscimento (fatto anche di bottiglie con serigrafia in oro realizzata dai maestri vetrai veneziani, che simboleggiano la botte di Amarone “condivisa”) e sull’interpretazione data attraverso il proprio operato, nel talk show moderato dal giornalista di Radio24, Alessandro Milan, ed al quale Luca Zaia, presidente Regione Veneto, ha indirizzato un messaggio per sottolineare come “la bellezza è parte della nostra vita. Ne siamo circondati, e non è solo un fatto estetico, ma ha un valore etico, espressione del gesto solidale e buono”. Per chi fa arte, come Arcangelo Sassolino, “questo riconoscimento, così strettamente legato alla mia terra d’origine, mi conferma quanto importante sia mantenere un dialogo continuo tra cultura, tradizione, innovazione e impresa. Credo fermamente che l’arte e l’impresa possano collaborare per generare visioni nuove e creare linguaggi espressivi capaci di parlare al presente e al futuro”. Per chi fa impresa, come Riccardo Illy, che ha raccontato il Polo del Gusto e Incantalia, “la bellezza la vediamo con gli occhi, ma la sentiamo anche con il palato e il naso, mentre il vino è nettare per lo spirito. La ricerca del “buono” e del "bello" ha da sempre ispirato la mia attività d’imprenditore. Il Polo del Gusto e Incantalia rappresentano un punto di arrivo e il risultato di un viaggio appassionante nel sistema impresa del nostro Paese, ricco di idee innovative, famiglie tenaci, invenzioni speciali, prodotti unici”. Anche per Donatella Cinelli Colombini “il vino è bello. Lo è per il luogo dove nasce e per le persone che lo producono. Ed è fondamentale riflettere su quanto l’armonia e l’integrità dei distretti vitivinicoli siano essenziali per l’immagine del vino e per lo sviluppo del turismo. Questa riflessione ne ispira un’altra altrettanto importante: la necessità di preservare questa bellezza dall’overtourism, affinché possa generare opportunità di sviluppo economico e tutela ambientale, sia per il presente che per il futuro”.
Sara Segantin, alla domanda sul luogo più bello che avesse mai visitato, ha riposto: “provate a immaginare: un fiume scintillante, da cui si sale fino alle vette più alte, poi grotte, deserti e infine un mare colmo di vita e di colore. Si chiama Terra. Che vale la pena conoscere, amare, difendere. Abbiamo a disposizione consapevolezza, tecnologie e conoscenza: tra cent’anni l’unica cosa che farà la differenza sarà la volontà di ognuno di usare questi strumenti”. E se, come diceva Socrate, la bellezza non nasce dalla ricchezza, ma dalla virtù, per Fratel Gedovar Nazzari “la virtù più bella è la conoscenza, perché chi conosce il bene, sceglie di agire per il bene. E la bellezza è conoscenza duratura”. Uno dei principi di Don Calabria era “facciamo il bene che possiamo e quel poco procuriamo di farlo bene”, per questo, ha concluso, Fratel Gedovar “la bellezza è nella solidarietà e nel mondo attuale può fare la differenza” (l’Opera ha ricevuto una riproduzione in oro del maestro orafo Alberto Zucchetta del Grosso Veneziano, la moneta della Serenissima, un contributo in denaro a sostegno di opere umanitarie dell’Istituto).
Sandro Boscaini, vicepresidente Fondazione Masi e presidente Masi, nel dare appuntamento alla prossima edizionedel Premio con Raffaele Boscaini e Federico Girotto, direttore marketing e ad della griffe, e Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione, ha detto che “nei prossimi mesi abbiamo in programma una serie di esperienze ricche di conoscenza ed emozioni per gli appassionati di vino e natura. Monteleone21 sarà un “teatro” di grande rilievo, che mi piace definire la nostra “Fenice” in Valpolicella, dove il protagonista sarà l’Amarone, affiancato dagli altri vini delle Venezie”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024