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IL CONSORZIO CHIANTI CLASSICO DICE BASTA AI DANNI PROVOCATI AI VIGNETI DAGLI UNGULATI (CINGHIALI, CAPRIOLI E AFFINI) E AVVIA UN’AZIONE LEGALE. GIUSEPPE LIBERATORE (DIRETTORE CONSORZIO): “SITUAZIONE GRAVE. DANNI DI OLTRE 10 MILIONI DI EURO L’ANNO”

“La situazione è diventata talmente grave da non poter essere più tollerata, con danni ai vigneti ed alle produzioni che annualmente superano i 10 milioni di euro. Sono anni che chiediamo alle Istituzioni - Provincie e Regione in primis - di adottare tutti i provvedimenti necessari per risolvere il problema, ma oltre allo stucchevole rimpallo di responsabilità nessuna decisione operativa è mai stata presa. A questo punto la parola passa agli avvocati, e saranno i giudici a stabilire una volta per tutte di chi è la responsabilità ed a chi tocca pagare i danni, e non solo quelli alle uve”. Parola di Giuseppe Liberatore, direttore generale del Consorzio del Chianti Classico, che ha deciso di dire basta ai danni provocati ai vigneti dagli ungulati (cinghiali, caprioli e affini) avviando un’azione legale.

Le cifre fornite dal Consorzio parlano chiaro. Su un campione di oltre 500 aziende associate è emerso che circa il 90% ha ripetutamente subito dei danni dagli ungulati (cinghiali, caprioli e daini), danni che in molti casi, vista l’esiguità dei rimborsi stanziati, non vengono nemmeno denunciati.

Ma il problema, sostengono ancora al Consorzio, ha acquistato una rilevanza che va oltre i suoi contenuti economici. La proliferazione incontrollata degli ungulati è diventata la principale causa degli incidenti stradali nella provincia di Siena (tra il 70% e l’80% secondo la Provincia); è causa di un degrado ambientale (depauperamento dei boschi e scomparsa della piccola selvaggina) che tutti i tecnici conoscono; ed è infine all’origine di un problema sociosanitario di cui si parla poco ma in forte crescita: negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di persone affette dal morbo di Lyme, una pericolosa infezione trasmessa dalle zecche la cui diffusione nell’uomo è posta dai ricercatori in diretta correlazione con la proliferazione dei caprioli.

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