Un territorio è forte quando è coeso, e l’azione di un Consorzio a tutela di una denominazione tanto più importante e incisiva quando la rappresentanza dei produttori e del prodotto è più alta. E il Consorzio dell’Asti Docg, oggi, arriva da una rappresentanza del 92% della produzione di Asti Docg, e del 76% di quella del Moscato d’Asti Docg, grazie al rientro, sotto l’egida del Consorzio, di nomi importanti, come lo storico brand Martini & Rossi (oggi del gruppo Bacardi), tra i maggiori produttori di Asti e Moscato d’Asti, o ancora come Toso, o come Fontanafredda, oggi di Oscar Farinetti (tornata in consorzio ad inizio 2013). Rientri importanti, per spiegare le motivazioni dei quali sarà di scena il 20 dicembre, un incontro nella sede del Consorzio, in piazza Roma 10 ad Asti, con e i rappresentanti di tre aziende che hanno deciso di rientrare a pieno titolo nella compagine consortile.
Che portano così i livelli di rappresentanza del Consorzio a una delle percentuali più alte tra i consorzi dell’agroalimentare italiano a conferma della rinnovata volontà di fare squadra. “La complessità dei mercati internazionali e la competitività globale - si legge in una nota del Consorzio - richiedono progettualità e strategie chiare allo scopo di ottimizzare le risorse necessarie per promuovere e valorizzare l’immagine dell’Asti e del Moscato d’Asti. Con convinzione il Consorzio ritiene che occorra la condivisione e la partecipazione di tutta la filiera unita per assicurare un futuro di prosperità alle 4.000 aziende agricole che coltivano i 10.000 ettari di vigneti, alle aziende vinificatrici ed alle 70 case spumantiere. Nell’occasione, il presidente Gianni Marzagalli e il Direttore Giorgio Bosticco, faranno il punto sulle iniziative promozionali lanciate dal Consorzio in questo anno: dall’Asti Hour (il nuovo modo di bere l’Asti come long drink alla frutta) alla ricerca di nuovi mercati e richieste di consumo in Cina con l’operazione Lady Asti (già raccontata da WineNews, ndr), e saranno forniti anche dati e analisi di mercato in Italia e nel mondo. Ci sono segnali positivi sugli imbottigliamenti tornati ad avvicinarsi alla soglia dei cento milioni di bottiglie. Cresce l’export che rappresenta l’86% della produzione totale a conferma di un primato: quelle dell’Asti sono le bollicine Docg più “brindate” al mondo”.
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