02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Il grossista e importatore Liberty Wines analizza il 2015 per l’“on-trade” premium nel Regno Unito, che continua a crescere in controtendenza col mercato nella sua totalità e con i bianchi (e, soprattutto, le “bollicine”) sugli scudi

Prosperità e numeri confortanti (almeno per ora), ma grande incertezza sul futuro: è, in estrema sintesi, il messaggio che il 2015 ha portato al settore dell’“on trade” di fascia alta nel Regno Unito, secondo il più recente “Premium On-Trade Wine Report”, la pubblicazione annuale con la quale l’importatore e grossista Liberty Wines traccia ogni anno il bilancio delle vendite di vini di fascia alta nei ristoranti e locali britannici.
Secondo il documento, il settore continua a crescere anno su anno, e a ritmi notevoli (+6,3% in volume e +9,4% in valore), e questo nonostante il fatto che le vendite totali di vino nell’“on trade” britannico siano in una parabola discendente. Inoltre, nel corso degli ultimi tre anni i veri protagonisti di questa fascia del mercato sono stati i vini bianchi, che sono cresciuti ad un ritmo maggiore del mercato nella sua totalità sia in volume (9,9% contro 6,3%) che in valore (11,8% contro 9,4%) - al punto che varietali come Sauvignon Blanc e Pinot Grigio, da soli, sono stati responsabili della vendita di una bottiglia ogni tre nel corso del 2015 (con una quota combinata di mercato del 36,8% in volume e del 35,6% in valore). Passando agli sparklings, il report di Liberty Wines sottolinea che nel 2015 le bollicine sono cresciute più del settore vino in quanto tale, e nell’“on trade” di fascia alta le vendite sono cresciute di qualcosa come il 32,9% in volume e del 58,3% in valore - con lo Champagne che fa la parte del leone, vendendo più del doppio del Prosecco in volume e a quattro volte il valore. Infine, il report sottolinea che il Pinot Nero è adesso un protagonista di prima fascia del settore, con una quota di mercato del 13% sia in volume che in valore, secondo solo al Merlot tra i rossi - e quinto varietale più importante in assoluto, dietro a Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Merlot e Chardonnay. Dato notevole, la fascia premium dell’“on trade” deve il 51% delle sue vendite in volume e il 58% in volume alla sola area di Londra, con i londinesi che bevono, a titolo di esempio, 6 di ogni 10 bottiglie di Sauvignon Blanc vendute nella fascia. E l’Italia? Purtroppo, nonostante il fatto che il nostro Paese sia il secondo produttore in volume in questo settore di mercato, secondo solo alla Francia, non è uno dei quattro paesi che sono cresciuti ininterrottamente nel periodo 2013-2015 sia in valore che in volume, dato che secondo il report si tratta di Francia, Spagna, Cile e Nuova Zelanda.
Secondo David Gleawe, Master of Wine e dg Liberty Wines, però, non è il caso di sottovalutare il fatto che il futuro è assai incerto: “anche se il settore è fiorente al momento, non dobbiamo essere compiacenti. Stiamo assistendo a una polarizzazione dello stile e delle varietà consumate, con i clienti donna che sono più fedeli a vini e ad etichette già bevute - e inoltre il vino sta subendo una concorrenza serrata da parte delle birre e dei superalcolici artigianali. Inoltre, stiamo per affrontare un periodo di incertezza economica: una sterlina fortemente indebolita non potrà non avere conseguenze sui prezzi dei vini, e quindi bisogna essere pronti ad affrontare i cambiamenti”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli