Gli analisti della American Association of Wine Economics, nel loro ultimo studio, come abbiamo raccontato qualche giorno fa, hanno sviluppato un vero e proprio modello matematico, mettendo a sistema un database di 9.492 combinazioni di prezzo, annata e Chateaux relativi all’andamento dei prezzi, sia al dettaglio che all’asta, dei 5 Premier Cru Supérieur, così da calcolare il rendimento di un vino da collezione.
Ma, al di là della statistica, c’è il mercato reale, con i suoi dati e le sue urgenze, che fotografano istantanee in continuo divenire, tra trend ed aspettative. Mercato raccontato in primo luogo dai dati del Liv-Ex 100 (dove, per l’Italia, ci sono Ornellaia 2009, Sassicaia 2008 e Sassicaia 2006), l’indice della “borsa” del vino più importante del mondo, ancora dominato da Bordeaux: secondo l’87% degli investitori intervistati dal magazine inglese Decanter (circa un terzo dei 420 wine merchants ...) il 2013 si chiuderà in positivo, con l’indice in crescita del 4% sui 273 punti attuali. L’aspetto più incoraggiante, secondo il co-fondatore del Liv-Ex 100, Justin Gibbs, è che “per tutto l’anno il mercato ha tenuto botta, nonostante siano passati appena due anni dall’esplosione della bolla degli investimenti cinesi, che aveva portato i prezzi dei vini di Bordeaux a livelli mai visti prima. Da allora, ci sono state due vendite en primeur consecutive in cui è regnata l’incertezza, con risultati, alla fine, decisamente scarsi, che hanno obbligato i vigneron a rivedere al ribasso le proprie pretese”.
Un arretramento che, secondo Gibbs, “farà bene al mercato: prezzi più ragionevoli, infatti, riavvicineranno gli investitori che abbiamo perso negli ultimi anni”. Investitori che si sono spostati su altre Regioni, non solo della Francia, e quindi Champagne, Borgogna e Valle del Rodano, ma anche dell’Italia, scoprendo in Toscana un angolo di paradiso, tanto che, nel volgere di soli due anni gli investimenti su Bordeaux sono crollati dal 95% al 78% del totale dei capitali “puntati” sui fine wine. Un trend da cui sarà difficile tornare indietro, perché in Borgogna gli investitori asiatici, veri protagonisti del mercato, sembrano aver trovato la quadratura del cerchio: qualità media molto alta e quantità sufficienti a coprire la domanda, proprio l’aspetto sul quale i Super Tuscan mostrano ancora la propria debolezza.
Eppure, se dal Liv-Ex 100 filtra un certo ottimismo, a Londra un’altra società specializzata in investimenti enoici è stata costretta a chiudere i battenti, dopo il secondo anno chiuso in negativo: si tratta della Boltons Investments che, a marzo 2012 segnava una perdita di 273.000 sterline. E ancora non si sa se gli investitori potranno entrare in possesso delle bottiglie custodite al London City Bond o meno ...
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