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IL MEGASTORE EATALY PIACE AI CONSUMATORI, MENO AI NEGOZIANTI DI TORINO. LA NUOVA SCOMMESSA IMPRENDITORIALE DI OSCAR FARINETTI ... TRA CRITICHE E CONSENSI ANCHE NEL MONDO DEL VINO

I rumors riguardo l’effetto dell’apertura del megastore Eataly (nell’ex Palazzo Carpano, a Torino; il progetto vede anche la consulenza di Slow Food, ndr), nato da un’idea di Oscar Farinetti (deus ex machina di Unieuro catena di negozi specializzati in elettronica recentemente passata al gruppo inglese Dixon’s). C’è chi parla di una rivolta cittadina da parte di salumieri, bottegai, enoteche e vinerie, che accusano Eataly di concorrenza sleale.
La leggenda metropolitana parla di sconti eccezionali praticati, grazie ad una liquidità fuori dal comune, con cui l’imprenditore piemontese è riuscito, per esempio, ad accaparrarsi fette consistenti di quelle bottiglie rimaste in cantina, quando il mercato tirava meno. Consensi, invece, da parte dei consumatori che, in questo supermercato per gourmet, acquistano prodotti alimentari doc e dop di altissima qualità, anche di piccoli produttori indipendenti, dai prezzi accessibili.
Coniugare la piccola produzione di qualità degli artigiani con le sinergie commerciali delle grandi aziende è uno degli obiettivi di Farinetti, a cui va senz’altro il merito di diffondere la cultura del mangiare e del bere bene, tanto che ad Eataly è possibile anche fermarsi a pranzo o a cena nei ristoranti ricavati nel megastore e frequentare corsi di formazione di enogastronomia. Il progetto prevede uno sviluppo anche fuori dai confini della città della Mole Antonelliana. Prossime aperture? Milano, Genova, Verona.

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