La Cina è e continuerà ad essere, senza alcun dubbio, il mercato enoico più importante dell’area asiatica. Ma forse, le sirene che vedevano nel Paese un nuovo grande eldorado per i produttori di tutto il mondo, si stanno quanto meno affievolendo. Secondo uno studio di Vinexpo, che si prepara al Vinexpo Asia-Pacific (27-29 maggio ad Hong Kong, http://asiapacific.vinexpo.com/en/), il 2013 ha segnato, dopo 10 anni ininterrotti di crescita dei consumi ad un tasso del 25% all’anno, la prima frenata, con un calo del 2,5%. Numeri non distanti dalle rilevazioni l’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, secondo cui i consumi sono scesi del 3,8% sul 2012, a 1,7 miliardi di litri complessivi. Con l’export in frenata del 4,4%, e la produzione interna giù del 14,6%.
Il segnale, insomma, è chiaro: la Cina, che forte della sua popolazione di 1,6 miliardi di persone rimane uno dei grandi obiettivi del vino mondiale, “ma non è più un mercato che farà crescite pazzesche, e sta un po’ chiudendo le porte”, ha detto in un meeting organizzato da Vinexpo Claire Henry, manager del portale di e-commerce francese www.iDealwine.com. Non di meno, è un fatto che la Cina, nel 2013, sia diventata il mercato n. 1 al mondo per consumi di vino rosso, con 1,8 miliardi di bottiglie, ed il n. 5 per consumi in assoluto. Ma forse, suggerisce Vinexpo, è l’ora di iniziare a guardare con una maggiore attenzione agli altri mercati dell’area, più consolidati, come il Giappone, ma anche nuovi, come Vietnam, Filippine, Thailandia, Korea o Taiwan, dove la domanda inizia a crescere in maniera consistente, e non è un caso che il 40% del consumo di vino di tutta l’Asia avviene fuori dai confini cinesi.
In ogni caso, in questi Paesi così come nel “Celeste Impero”, dopo aver realizzato il primo boom con i vini di altissima gamma, grazie soprattutto alle spese dei funzionari governativi, a cui però Pechino ha imposto una sorta di “spending review” che si è fatta sentire eccome sul mercato, il target vero sono soprattutto i giovani con un crescente capacità di spesa. A cui però, ovviamente, guarda anche il settore della birra ed i superalcolici, il cui consumo, in Asia, è cresciuto del 55% tra il 2008 ed il 2012.
Insomma, la “via della Seta” per il vino mondiale non è chiusa, ma sembra solo un po’ più complessa da percorre di quanto in molti hanno creduto negli ultimi anni. E le possibilità non mancano, anche per il vino italiano, per il quale cresce la curiosità e l’interesse, come racconta il “tutto esaurito” nelle tante masterclass sui vini del Belpaese, promosse nei giorni del Sial Wine World di Shangai, la più grande fiera dedicata al food & Beverage in Cina, dalla Vinitaly International Academy (www.vinitalyinternational.com).
Focus - “7 Regioni per 17 cantine”: a Vinexpo Asia-Pacific ecco “Taste Italy”, degustazioni pensate “ad hoc” per il mercato cinese con Aie - Associazione Italiana Export e “La Revue du Vin de France”
Info: www.associazioneitalianaexport.com
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