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Il mercato del vino fuori casa, in Italia, fino ad oggi non monitorato, vale il 34% dei volumi, ma oltre il 50% del valore: ecco le prime stime dell’Osservatorio del Vino Italiano by Uiv, Ismea, Bocconi e Wine Monitor, di scena oggi a Roma

Italia
Il mercato del vino fuori casa, in Italia vale il 34% dei volumi, ma oltre il 50% del valore

Un consumo procapite che si aggira sui 35 litri di vino all’anno, con 27 milioni di consumatori totali (l’80% della popolazione maggiorenne in in Italia), di cui solo 1,3, però, abituali, che bevono cioè almeno mezzo litro di vino al giorno. Con il 64% del consumo che avviene tra le mura di casa, soprattutto durante i pasti (72%), le vendite che per il 64%, in volume, sono calamitate in gdo, e con l’horeca, finalmente monitorata per la prima volta, che, dalle stime, vale intorno al 35% dei volumi, ma oltre il 50% dei valori (a dirlo è Denis Pantini di Wine Monitor - Nomisma), e che mostra segnali di crescita (3,1% nei volumi e 2,3% nei valori nel terzo trimestre 2015 sul 2014, contro una grande distribuzione che fa -3,9% in volume, ma +0,9% in valore, per un totale Italia che segna -2,3% a volume e +1,2% a valore): ecco i primi dati dell’Osservatorio del Vino italiano, presentato oggi a Roma, e firmato da Unione Italiana Vini, con la partnership strategica di Ismea e Sda Bocconi - Wine Management Lab, e la partecipazione tecnica di Wine Monitor - Nomisma, che monitorando i dai trasmessi dalle aziende associate (ad oggi 25 realtà che mettono insieme già un fatturato sui 2 miliardi di euro, il 20% del totale Italia, ma le adesioni sono partite solo a settembre e si punta al raddoppio nel 2016, ndr), oltre a fonti ufficiali come Istat, Dogane, Commissione Ue, Monopoli di Stato e così via, e fonti internazionali pubbliche e private, monitorerà in maniera puntuale e frequente non solo i dati vendemmiali e di produzione, l’andamento dei prezzi all’origine e al consumo, le vendite nel mercato interno ed in quelli internazionali, ma anche, per la prima volta, come detto il canale horeca del Belpaese, “che è importante perchè è quello in cui si crea buona parte dell’immagine e del valore aggiunto del vino italiano”, spiega a WineNews il presidente Uiv, Domenico Zonin, che aggiunge: “l’Osservatorio che nasce oggi (e che a breve sarà consultabile sul sito di Unione Italiana Vini, www.uiv.it) è il primo e unico punto di riferimento istituzionale per la raccolta, l’analisi, il commento e la diffusione dei dati statistici del settore vitivinicolo, sia sul fronte produttivo che su quello dei mercati interno e internazionale. Si tratta di un’iniziativa inedita per il nostro Paese e di fondamentale importanza per un comparto produttivo che oggi rappresenta l’eccellenza dell’intero “sistema Italia”, ma che soffre la mancanza di un fonte di rilevazione, commento e diffusione di dati statistici del settore fondati e garantiti istituzionalmente, fondamentali per la pianificiazione delle strategie delle imprese del vino”.
“È stata una gestazione lunga - aggiunge Zonin - non è facile costruire Osservatorio del Vino in Italia, perchè siamo tantissimi, relativamente piccoli, e spesso è più la paura che i concorrenti vedano dati degli altri, che la comprensione dell’opportunità di avere dati puntuali per pianificare le attività. All’estero osservatori come questo esistono da tanto tempo, sono usati tantissimo e aiutano nella crescita delle strategie. Penso al caso del Cile, per esempio, dove però ci sono poche aziende molto grandi, mentre da noi siamo tanti e piccoli e si arriva sempre un po’ dopo. Questo non vuol dire che si parta svantaggiati, siamo leader nel mondo, ed è proprio il fatto che siamo in tanti, in tanti territori, si va dai piccoli artigiani alle grandi aziende, con un offerta mai noiosa, che ci fa vincere nel mondo. Ma si può migliorare, ed è per questo che nasce l’Osservatorio del Vino. La cui novità è che l’elaborazione statistica viene effettuata sulla base dei dati trasmessi dalle aziende a cadenza periodica. Tutto ciò garantisce alle stesse imprese il vantaggio di avere analisi di mercato aggiornate e affidabili in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze informative necessarie per orientare le strategie commerciali e di marketing delle moderne aziende del settore. Con l’Osservatorio del Vino, inoltre, vogliamo offrire alle istituzioni un quadro aggiornato e corretto del mercato del vino, indispensabile per operare scelte normative e di regolazione su strumenti come l’Ocm, i Piani di Sostegno e i vari fondi pubblici a disposizion del settore, adeguate alla realtà, e non ai sentiment Attraverso questo lavoro intendiamo costruire un luogo privilegiato per animare il dibattito strategico sul settore vitivinicolo in Italia”.
“Il vino si conferma la punta di diamante del nostro settore agroalimentare - ha dichiarato Raffaele Borriello, direttore Generale Ismea - un comparto che, grazie all’elevata propensione all’export e alla sua innata capacità di raccontare la storia del territorio di origine, fa da guida per l’intero made Italy sui mercati esteri. Le esportazioni di vino nel 2015 potrebbero raggiungere un risultato record di 5,5 miliardi di euro, mettendo a segno un aumento di circa il 7% sul dato del 2014. Un fattore importante di questo successo è stata la spinta della grande vetrina mondiale dell’Expo a cui si sono affiancate una serie di misure per l’internazionalizzazione varate dal Governo che lasciano ben sperare anche per il 2016, nonostante le incertezze legate alle tensioni geo politiche in atto e alla crisi di molte economie extra Ue. In questo contesto, l’istituzione di un Osservatorio del Vino, anche grazie al contributo di enti di ricerca, istituzioni e università, potrà rafforzare questa tendenza, mettendo a disposizione delle aziende elementi conoscitivi e previsionali che servono a potenziare le strategie commerciali. Anche perchè nel 2016 partiranno i prossimi Psr, che valgono 10 miliardi all’anno per l’Italia, strumento che le nostre imprese non possono farsi scappare, ed in questo scenario dove all’estero c’è da aggredire una forte domanda ancora latente avere un Osservatorio per valutare bene come spendere risorse è fondamentale”.
“Il Wine Management Lab - aggiunge Andrea Rea, Responsabile Wine management lab Sda Bocconi - rappresenta l’impegno concreto di Sda Bocconi per il vino italiano. Per conquistare la leadership internazionale, l’attività di generazione di conoscenze è fondamentale per rafforzare la peculiare capacità imprenditoriale italiana nella complessa competizione internazionale.
La partnership con UIV e Ismea per l’Osservatorio del Vino propone un modello efficace di ricerca, che integra competenze qualificate, network e accessibilità dell’informazione. Nel mercato di oggi non si può più navigare a vista. Certo i numeri non sono soluzione, ma servono a porsi le domande giuste. Anche per un prodotto che ha una forte componente emozionale e culturale come il vino”.
“Vi porto il plauso del Ministero delle Politiche Agricole - ha detto il Vice Ministro, Andrea Olivero - mettere mondi diversi ma complementari insieme, pubblico, privato e accademia, può garantire ad un settore strategico come è il vino, per il nostro Paese, informazioni fondamentali ed essenziali per lavorare sui mercati d’Italia e del mondo. Siamo impegnati nel rafforzamento dell’internazionalizzazione dell’agroalimentare, percorso di cui il vino è perno, ma ci servono strumenti precisi e puntuali per far fare a noi come pubblico, e a voi come imprpese, scelte consapevoli. Noi dobbiamo mettervi nelle condizioni di lavorare, ma siamo consapevoli che siete voi imprenditori quelli che sapete come meglio trovare le strategie giuste per crescere, e questa messa a sistema di informazioni sarà un grande strumento per farlo. Il vino è un settore che, è sotto gli occhi di tutti, ha raggiunto livelli straordinari - ha aggiunto Olivero - al di là dei numeri, che con 49 milioni di ettolitri nel 2015, ci danno come primo produttore di vino al mondo. Ma oltre a questo dobbiamo guardare all’export, che supera i 5 miliardi di euro all’anno ma che vorremmo far crescere ancora, soprattutto in valore, per dare la giusta ricompensa all’eccellenza che nel nostro Paese si produce. E questo strumento dell’Osservatorio del Vino, può essere lo strumento adeguato per far crescere il mercato, a fronte di un ulteriore impegno che il pubblico si assume per la semplificazione burocratica, e per fornirvi regole certe, precise e puntuali. Oggi parte l’Osservatorio del Vino, io conto che nel 2016 parta definitivamente, in sede parlamentare il lavoro sul Testo Unico del Vino, in modo che arrivi ad essere ultimato prima della prossima vendemmia, in uno sforzo congiunto per far crescere ancora di più, come merita, il settore del vino”.

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