Il metodo di potatura dell’italianissima coppia Simonit & Sirch raccontato ed apprezzato anche dalla rivista specializzata francese “Reussir Vigne”, un riferimento per la viticoltura transalpina (www.reussir-vigne.com): si tratta decisamente di un bel successo quello del duo di preparatori d’uva italiano, specializzato nella potatura e nel mantenimento della vite che, peraltro, ha già ricevuto il “placet” della viticoltura francese, inutile dirlo un riferimento mondiale, quando il professor Denis Dubourdieu, ordinario di enologia all’Università di Bordeaux (e proprietario di Château Doisy-Daëne, Clos Floridene, Château Reynon, Château Cantegril e Château Haura) ha voluto Simonit e Sirch come collaboratori, prima nei suoi vigneti, quindi in una serie di incontri all’Università di Bordeaux e all’Istituto delle Scienze del Vino di Bordeaux, e quando la coppia di potatori della vite hanno cominciato a lavorare con Château Latour Martillac, Château Giscours, Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande, Domaine Huet e quattro aziende del gruppo Roederer, prima fra tutte, Cristal (Champagne).
Il metodo “Simonit & Sirch” (www.www.simonitesirch.it) è un po’ l’uovo di colombo, nel senso che ha riattualizzato tutta una serie di buone pratiche sulla vite che il tempo e un ricorso troppo superficiale e frettoloso alla meccanizzazione del vigneto, avevano lasciato sullo sfondo anche nelle aziende più impegnate nella produzione dell’alta e dell’altissima qualità viticola. È costituito da una serie di procedimenti modulari che, se applicati con continuità negli anni, assecondano un accrescimento controllato delle singole piante, effettuando tagli solo su legno giovane di uno o due anni di età. Questo nuovo approccio, ispirato dalla potatura dell’alberello, permette alla pianta di generare una struttura crescente che caratterizzerà la forma di allevamento. In particolare, sul cordone speronato si sviluppa un fusto permanente (canale principale) con varie diramazioni in funzione del numero dei punti vegetativi (collettori secondari). Questi collettori si accrescono verso l’alto in maniera controllata come le branche di un alberello. Sul Guyot, avendo come limite superiore il filo di piegatura, si dovrà sviluppare una struttura parallela al filo di piegatura stesso, che assumerà una forma caratteristica simile a una “T” dovuta alla ramificazione del fusto in due direzioni opposte. Il metodo non può prescindere da una tempestiva e mirata potatura verde. In questa fase è fondamentale lasciare solo i germogli in posizione utile allo sviluppo sopra citato. Così facendo si riduce anche il numero dei tagli in potatura secca.
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