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VINO E TERRITORIO

Il “Modello Abruzzo” migliora ancora in qualità. Prossima sfida: definire le sue diverse identità

All’“Anteprima Montepulciano d’Abruzzo”, i vini Doc e Docg Colline Teramane si presentano insieme, sperimentando una prima suddivisione in sotto-zone

33.000 ettari di superficie vitata (di cui 17.000 di Montepulciano); 3,4 milioni di ettolitri di vino prodotti, di cui oltre 1 milione rivendicati a Doc, rappresentati per l’80% dal Montepulciano d’Abruzzo; 6.000 produttori di uva, 35 cantine cooperative ed oltre 250 cantine. Un mercato che è in calo per volumi, ma inaspettatamente in aumento per valore, sia in Italia che all’estero. Ecco i primi indizi vitivinicoli dell’Abruzzo versione 2024, regione al 65% montuosa, collinare per il 34%, cui rimane solo un 1% di pianura, rappresentata da 130 km di fascia costiera. Una regione di cui il 36,3% del territorio è sottoposto a tutela ambientale e in cui, dal momento in cui ci si slacciano gli sci dai suoi massicci appenninici a quello in cui si pranza sul mare Adriatico, passano solamente 40 minuti. Una ricchezza geologica, climatica e floro-faunistica che negli anni passati non è mai stata sufficientemente comunicata nel promuovere i propri vini e che, invece, ha cercato una soluzione nel “modello Abruzzo”, ideato dal Consorzio Vini d’Abruzzo (https://www.vinidabruzzo.it/) nel 2022 e che sta prendendo sempre più forma da allora. Da qualche mese, ad esempio, la tutela e valorizzazione della Docg Colline Teramane (prima e unica Docg della regione, riconosciuta nel 2003, che conta su 42 produttori, 172 ettari di vigneto, una produzione media di 600.000 bottiglie l’anno) è passata sotto il Consorzio Vini d’Abruzzo per lavorare uniti in sinergia. Mentre un ultimo tassello di questa evoluzione è stata l’“Anteprima Montepulciano d’Abruzzo”, vitigno principe della regione, che ha visto uniti in assaggio sia i Montepulciano Doc che Docg, in panel separati per l’ultima volta, ma nella stessa giornata, con i vini Doc suddivisi fra le 4 province previsti dal nuovo disciplinare (che saranno effettive in etichetta a partire dalla vendemmia 2023).
La decisione di unire la tutela delle due denominazioni è stata presa per diversi motivi. La prima è la qualità del lavoro portato avanti da qualche anno dal Consorzio Vini d’Abruzzo, che va proprio nella direzione di valorizzazione di identità che aveva indotto le aziende teramane ad unirsi per promuovere la propria porzione di territorio. Una gestione che ha favorito lo scambio fra i due consorzi, aumentandone la collaborazione. Il secondo motivo è economico: la forza comunicativa ed economica della Doc era incomparabile rispetto alla piccola Docg, che restava ovviamente esclusa (con i propri vini di punta delle aziende che producono entrambe le etichette) da ogni manifestazione organizzata in seno alla Doc: era diventato strategicamente conveniente per entrambe unirsi nella promozione all’interno di un programma condiviso fortemente legato alla qualità. Il terzo motivo è l’identità. Quella consapevolezza che aveva spinto i produttori di Colline Teramane a staccarsi per definirsi meglio è lo stesso a cui ora ambisce il Consorzio Vini d’Abruzzo, proprio tramite il “Modello Abruzzo”, con la differenziazione delle 4 province e la loro menzione per le etichette Riserva e Superiore - Terre di Chieti, Colline Pescaresi, Terre dell’Aquila e Colline Teramane (non per il Montepulciano) - e l’aggiunta delle sotto-zone di Terre dei Vestini, Alto Tirino, Terre dei Peligni, Teate e San Marino sulla Marrucina.
D’altronde la presa di consapevolezza dell’identità nasce per contrasto. Ne è fermamente convinto Enrico Cerulli Irelli, ultimo presidente del Consorzio Colline Teramane, quando racconta quanto fosse necessario 20 anni fa definirsi come Docg, separandosi dalla Doc, e come sia diventato necessario oggi, invece, ricongiungersi, grazie ad un linguaggio comune, che la Doc ha imparato proprio guardando alle Colline Teramane. “Il Consorzio Vini d’Abruzzo ha riconosciuto il lavoro di promozione e di qualità che la piccola Docg ha svolto negli ultimi 20 anni e proprio questo si è aperto la finestra del dialogo, che ha portato ad esempio alla prima elezione di un presidente di una cantina privata, proprio del territorio teramano. La sfida ora sarà proprio l’identità delle altre 3 province della Regione: capire se questa nuova cornice sarà una buona occasione per formare quattro province ben distinte per stile e caratteristiche”. Questa nuova piramide qualitativa definita dal “Modello Abruzzo” è infatti un contenitore utile a delineare e sostenere le peculiarità dei diversi territori della Regione. Ma il contenuto non può calare dall’alto: dovrà essere definito dai produttori e dagli attori delle province stesse, dal loro senso di comunità, dalla capacità di fare rete ed enfatizzare le proprie specificità territoriali e come queste si traducono nei vini che producono. Confrontandosi anche con gli altri. Confronto che serve a distinguersi ma anche ad accettarsi.
Altro lavoro che il Consorzio Vini d’Abruzzo sta portando avanti nel “Modello Abruzzo” è quello del “nel mettere insieme l’Abruzzo del valore e l’Abruzzo dei volumi e farli convivere proficuamente. Un progetto complesso - spiega il vicepresidente del Consorzio Vini Abruzzo, Franco D’Eusanio - che parte dal rendere chiaro un racconto che unisce le similitudini, nelle seppur importanti differenze sostanziali legate alla grande malleabilità del Montepulciano”. L’impegno verso un aumento della qualità iniziato qualche anno fa ha investito anche i vini prodotti dalle cooperative e per la grande distribuzione. “Il Montepulciano d’Abruzzo è il vitigno principe della nostra regione - continua Franco D’Eusanio - negli ultimi anni abbiamo puntato, sia attraverso le modifiche al disciplinare di produzione che un’intensa attività promozionale, a innalzare il valore della denominazione per essere sempre più competitivi e garantire ai nostri viticoltori un corretto reddito”. Percorso che sta portando i suoi primi frutti.
In un anno complicato per il mercato del vino italiano, l’Abruzzo, infatti, va in controtendenza segnando a valore per l’export un +4,5%. Emerge dall’analisi dei primi 9 mesi 2023 dell’Osservatorio Permanente Wine Monitor Nomisma: “i Vini d’Abruzzo reggono, nei primi 9 mesi, analizzati dall’Osservatorio - spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Vini D’Abruzzo - anche se con performance diverse sui vari mercati: siamo cresciuti sui mercati europei, dove spicca la Germania come piazza più importante per i nostri vini, calano invece i volumi negli Stati Uniti (secondo mercato per noi), dove però il consumatore opta sempre più per i vini a fasce di prezzo alte; anche sul mercato interno è la qualità alta ad averla vinta, riscontrando così per esempio per il Montepulciano d’Abruzzo una crescita a valore del 2,2%”. Andando ad analizzare le vendite off-premise del Montepulciano d’Abruzzo negli Stati Uniti, si evince un calo nei primi 9 mesi del 2,2% a fronte di una crescita a valori del 3,6%, sospinta in particolare dalle vendite nella fascia di prezzo compresa tra 12 e 20 dollari a bottiglia. Lo stesso trend per un mercato importante come la Germania (primo mercato di export), dove invece il Montepulciano d’Abruzzo cresce nel canale retail del 29%, sia di valore che di volume. Va detto che parte di questo aumento deriva da un “rimbalzo tecnico”, che aveva visto le vendite nel 2022 ridursi di quasi il 14%, soprattutto per le fasce di prezzo più basse. Nei primi 9 mesi 2023, aumentano le vendite sia delle prime fasce di prezzo, in recupero dal crollo del 2022, ma anche, ed è questo il dato interessante, dei vini posizionati nella fascia 5-6 euro e 7-10 euro a bottiglia, segnale incoraggiante per il posizionamento. Anche sul mercato nazionale in merito alle vendite dei principali vini abruzzesi nella Gdo italiana, si evidenziano andamenti discordanti sulla media italiana: i primi 9 mesi 2023 continuano ad evidenziare una riduzione nelle quantità vendute per il Montepulciano d’Abruzzo del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con riduzioni sempre riguardanti la fascia di prezzo fino a 4 euro, mentre per tutte le altre si registrano incrementi nelle vendite a volume, tanto da portare la crescita a valore complessiva al 2,2%. Una fedeltà delle vendite che ha riguardato le fasce di prezzo più alte di questo vino.
Resta, però, da guardare con preoccupazione l’anno a venire:
la stagione climatica difficile del 2023 caratterizzata da una fortissima pressione dei patogeni della vite, ha ridotto drasticamente anche in Abruzzo la produzione di uva (https://winenews.it/it/labruzzo-del-vino-in-ginocchio-per-la-peronospora-minaccia-di-scendere-in-piazza_509194/). L’ammanco arriva fino ad un 70%, che il Consorzio ha calcolato pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino, che si traduce come stima prudenziale di danni alla filiera vitivinicola non inferiore a 380 milioni di euro. Nel frattempo, si affronterà il mercato 2024, con gli 800.000 ettolitri di Montepulciano d’Abruzzo imbottigliati nel 2023. Imbottigliato che si è in parte assaggiato in “Anteprima” dei Montepulciano d’Abruzzo Doc e Colline Teramane Docg, la “Abruzzo Wine Experience”, di scena, a Borgo Spoltino, il 1 marzo, sotto la pioggia incessante che attendevano in Regione, da quelle abbondanti e torrentizie del giugno 2023. Diverse le annate in assaggio: principalmente 2022 (ma anche 2021 e 2020 e addirittura qualche 2023) e principalmente 2020 Riserva (ma anche 2019 e 2018, nel caso delle Colline Teramane). L’andamento climatico del 2022 è stato siccitoso, sia nella primavera fresca che nei picchi di calore estivi; sporadiche piogge hanno dato sollievo alle piante che hanno cresciuto uve dal buono stato sanitario, con limitati attacchi di oidio. Il 2021 ha invece avuto buon apporto idrico durante l’inverno, con una primavera anticipata bruscamente interrotta senza gravi conseguenze da un aprile freddo. Il calo di produzione del 18% sul 2020 non deriva dalle gelate, bensì da una lunga estate calda e molto umida, che ha messo sotto stress idrico le viti. Anche il 2020 si porta in eredità un inverno siccitoso, una primavera a tratti fredda con poche piogge torrentizie o scarse fino a giugno. Un’estate abbastanza regolare ha visto aumentare il raccolto del 7% sul 2019, con grappoli di buona qualità e poche fitopatologie. Nel bicchiere è indubbio che l’irregolarità climatica si senta, con qualche sbavatura in termini di ruvidezza tannica e qualche apporto alcolico sopra le righe, ma la struttura del Montepulciano riesce a fare bene da sponda al surriscaldamento climatico, anche grazie ad un apporto acido chiaramente percepibile in buona parte dei campioni degustati.
Ecco, quindi, di rito, i migliori assaggi dello staff Winenews, fra Montepulciano d’Abruzzo Doc e Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg, con le rispettive Riserve ...

Doc Montepulciano d’Abruzzo:
Tilli, Montepulciano d’Abruzzo Lupus 2022 - Terre di Chieti
Vino polposo e dalle tonalità scure: ciliegia sotto spirito, mora in caramella, note di menta e pepe per un sorso centrale, intenso, materico e vegetale in chiusura.

Fontefico, Montepulciano d’Abruzzo Cocca di Casa 2020 - Terre di Chieti
Versione primaverile di Montepulciano, ricolmo di fiori rossi e bianchi, erbe di campo e arancia tarocco; succoso al sorso, con aderenza gentile, chiude su note ammandorlate.

Zaccagnini, Montepulciano d’Abruzzo Il Vino del Tralcetto Bio 2022 - Colline Pescaresi
Ematico e dal carattere speziato, è pervaso dalla freschezza del chinotto, sia al naso che in bocca; il sorso è dolce, ma deciso nei tannini e nella sapidità salmastra.

De Melis, Montepulciano d’Abruzzo Bardasce 2022 - Colline Pescaresi
Versione mite e succosa: melograno, arancia, amarena, note mentolate e vanigliate a rifinitura, ha freschezza e sapidità che ben bilanciano un tannino deciso e il calore accennato.

Bossanova, Montepulciano d’Abruzzo l’Anteprima II Bossa 2022 - Teramo
Vino contrastato fra verticalità acida e profondità terrosa. Il sorso è succosissimo e scorre bene nonostante la buona aderenza tannica.

Cirelli, Montepulciano d’Abruzzo L’Anfora 2021 - Teramo
Rinuncia alla tensione per guadagnare in eleganza questo Montepulciano di Cirelli: mora matura, balsami gentili, vaniglia, in un sorso caldo e vegetale, piacevole nei sapori, pulito nel finale.

Cataldi Madonna, Montepulciano d’Abruzzo Girovago 2021 - Terre dell’Aquila
Crudezza ematica, succosità fruttata, dolcezza speziata: profumi e sapori piacevoli in un sorso gentile, ematico, polposo e dalla fresca chiusura di finocchietto selvatico.

I Fauri, Montepulciano d’Abruzzo Vigna Santa Cecilia Riserva 2020 - Terre di Chieti
Vino dalla trama fitta, profuma di fiori appassiti e fresco sottobosco; il sorso è molto intenso e saporito ma una buona scorrevolezza pepata e floreale.

Talamonti, Montepulciano d’Abruzzo Tre Saggi Riserva 2020 - Colline Pescaresi
Esordisce su note di mora in confettura e chiude al sapore di rosa e melograno; in mezzo un sorso che si muove pieno e aderente, fresco e sapido, non eccessivamente caldo.

Contesa, Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini Chiedi alla Polvere Riserva 2020
Decisamente balsamico di pino ed eucalipto, che cedono poi il passo a ciliegia e camelia; il sorso è vellutato ma pieno, dal lungo finale che si arricchisce di note speziate di cardamomo.

Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane:
Emidio Pepe, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane 2021
Vino freschissimo, quasi ispido, anche nei profumi concentrati di visciola e vaniglia, glicine e mirto; al sorso non prevale il calore, ma è deciso e centrato, intenso nei sapori fruttati e vegetali,

Velenosi, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Versosera 2021
Naso armonico e vivace e profondo, dove profumi di frutta, fiori, spezie e balsami sono ben intrecciati; nessun eccesso nemmeno al sorso, ben bilanciato fra durezze e morbidezze.

San Lorenzo, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Antàres 2021
Ha un andamento leggero di fragola e macchia mediterranea, che in bocca acquista profondità sempre mantenendo equilibrio ed eleganza, nei sapori e nella struttura del sorso.

Terraviva, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Luì Riserva 2020
Riservato in principio poi acquista carattere: sottobosco, piccoli frutti rossi in confettura, note ematiche e di foglia di fico; al sorso dolce aderenza e intensità fresca e sapida, fruttata in chiusura.

Savini, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Riserva 2019
Scorre bene questa Riserva succosa e croccante negli aromi: ciliegia, macchia mediterranea, violetta, acquistano note mentolate e speziate al sorso, dai tannini decisi e dalla sapidità diffusa.

Biagi, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Ipnosi Riserva 2018
Vino materico e movimentato, molto dolce ma ben equilibrato dalla contrasto sapido-pepato e ben giocato sui sapori fruttati e floreali prima e vegetali e terrosi poi.

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