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Il Mondo

Passioni & affari - Guadagnare nel tempo libero: quando l'hobby diventa business. C'è chi punta sulla natura: vini e olio d'oliva. Chi costruisce yacht e chi invece si concentra su libri e antichi strumenti musicali. Regole uguali per tutti: conoscenza del settore e metodi manageriali ... Molti business nascono per passione. In altre parole, all' inizio sono hobby, nulla piu' che semplici divertissement. Poi magari crescono, si evolvono. Ed ecco che la passione diventa una leva d' affari. Un percorso comune a chi ha gia' avuto successo: imprenditori, ma anche avvocati o stilisti. E' il caso dell' amore per la natura, per la campagna con le sue tradizioni secolari e per i vini di Paolo Panerai, editore e fondatore del gruppo Class. Eppure, l' autentica passione del vulcanico editore non ha nulla a che fare con l' editoria e neppure con la nuova, tanto vagheggiata, interattivita' . Men che meno con la nuova frontiera della tv digitale. Al contrario, ha a che fare con la terra e i suoi antichi, genuini prodotti. Primo fra tutti, il vino. Vino frutto della lavorazione di 22 ettari sulle colline del Chianti classico, a Castellina in Chianti, in un anfiteatro naturale esposto a sud est, dove sono prodotte ogni anno 190 mila bottiglie. "Tutto e' nato dalla passione per la terra, per un mondo genuino che ho conosciuto bene nella mia infanzia fiorentina", spiega Panerai, "anche se sarebbe sbagliato pensare che la passione basti a far decollare un' attivita' imprenditoriale: servono una profonda conoscenza delle logiche del settore e una sorta di cultura del vino. Vero e' anche che oggi il settore vitivinicolo, se affrontato con la giusta preparazione, promette un' altissima redditivita' ". Dalla lavorazione dei sei poderi Castellare di Castellina originano vini di pregio come i Sodi di San Niccolo' (in vendita a circa 35 40 euro), anche se il preferito da Panerai e' il Governo di Castellare. "Un vino base legato alla storia della civilta' contadina: il nome deriva infatti dal metodo del governo con il quale i contadini che non potevano permettersi di aspettare l' estate e il suo calore per ottenere una seconda fermentazione del vino inducevano il processo fermentativo aggiungendo uva passita", spiega Panerai, che in Toscana produce anche L' Olionovo e l' Aceto di Castellare. Dall' unione di forze tra l' editore economico e la famiglia Rothschild, a Rocca di Frassinello in provincia di Grosseto, su un territorio di 500 ettari, potrebbe nascere in un prossimo futuro un altro ramo di attivita' vitivinicola. E, secondo indiscrezioni, l' architetto genovese Renzo Piano avrebbe gia' accettato di progettare la cantina di questa nuova avventura. "E' prematuro parlarne, ma l' idea e' quella di contribuire allo sviluppo dell' area centrale della Maremma, tradizionalmente povera e prevalentemente dedita alla pastorizia. Perche' l' etica dell' imprenditore deve portare a creare valore e ricchezza per il maggior numero di persone, ed e' questa l' ottica nella quale da sempre assecondo la mia passione per la terra", aggiunge ancora Panerai. La gran moda della cantina In una stagione di riscoperta dei sapori genuini, hanno un' azienda vitivinicola per passione (e per affari) in molti. E specie tra gli imprenditori del mondo della moda quest' hobby e' diventato in molti casi un business. E' il caso di Ferruccio Ferragamo, con il fratello Leonardo a capo di uno dei marchi del lusso made in Italy, pure lui amante della campagna. Qualche tempo fa ha acquistato da Amedeo d' Aosta la tenuta aretina del Borro. Qui ha piantato vitigni francesi e uve sangiovesi. Obiettivo: 300 mila bottiglie per la vendemmia 2003. Mentre la passione di Leonardo sono gli yacht. Agostino Lenci, imprenditore lucchese del ramo calzaturiero che sforna 3 milioni e mezzo di scarpe l' anno (fatturato di 70 milioni di euro), ha comprato 50 ettari di vigneti in Maremma, dove ha anche aperto l' agriturismo Fattoria di Magliano. Antonio Moretti, imprenditore tessile calzaturiero fiorentino (tra i suoi marchi Arfango e Carshoe, quest' ultimo in tandem con Prada), e' pure lui produttore di vino per passione nella tenuta toscana Sette Ponti (il prodotto di punta e' il Crognolo). Moretti ha anche prodotto in esclusiva per Luna Rossa il vino Vigna del Pallino 2001. Per Patrizio Bertelli, patron di Prada, per ora il vino rosso Sangiovese e l' olio che produce nella sua tenuta vicino ad Arezzo e' invece davvero soltanto un hobby. Per ora. Perche' olio e vino regolarmente spediti a Auckland per le settimane di passione dell' America' s Cup, insieme alle bottiglie del socio Moretti, sono oramai richiestissimi. Anche il petroliere Aldo Maria Brachetti Peretti, presidente della compagnia petrolifera Api (e dell' Unione petrolifera), ha pensato di coniugare le fughe in campagna del fine settimana con il business del vino. E ha investito nelle Marche per produrre Verdicchio, Cabernet e Merlot. Sergio Cragnotti, presidente della Lazio, da sempre appassionato della campagna toscana, ha una tenuta a Montepulciano, dove produce il Nobile. E dove si dedica anche a un altro hobby: la produzione dell' olio verace che ha battezzato Corte alla Flora. Anche uno dei piu' noti avvocati d' affari d' Italia, Gianni Nunziante, dell' omonimo studio con uffici a Roma e Milano (ha tra l' altro seguito il processo di privatizzazione di Enel e Aeroporti di Roma), e' riuscito a fare di una passione (quella per il vino e le magioni antiche) un business. "Le passioni aiutano ad avere una vita professionale piu' lunga", dice al Mondo. "Alternare il lavoro abituale a un hobby consente di mantenere vivo l' interesse per la professione". Acquistata anni fa la storica tenuta Vignamaggio a Greve in Chianti, appartenuta nel ' 500 alla famiglia Gherardini e che fino a qualche tempo fa produceva 15 mila bottiglie l' anno, Nunziante e' arrivato oggi a produrre 300 mila bottiglie di Chianti classico (venduto a 15 20 euro la bottiglia). Nella tenuta e' stato ricavato anche un agriturismo. Che fa il paio con il vicino resort Castello di Spaltenna, di cui Nunziante e' comproprietario. E poi c' e' il signore delle armi, Ugo Gussalli Beretta tra i primi produttori al mondo di armi che nella tenuta Lo Sparviere in Franciacorta, della quale si occupa la moglie Monique Poncelet, produce vini rossi, bianchi e gli immancabili spumanti. La stessa passione per la terra ha ispirato a Marianno Franzini, cattedratico all' Universita' di Pavia e proprietario di un centro medico a Bergamo (specializzato in ossigeno ozono terapia), l' acquisto di quella che un tempo era la tenuta di caccia dei Conti Della Gherardesca. Tra Castagneto Carducci e Bolgheri, si estende su 19 ettari vitati suddivisi in tre vigneti che producono uve Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sassicaia, dalle quali originano vini come il Ruit Hora Bolgheri doc e il Levia Gravia Toscana. Franzini si avvale della collaborazione dell' enologo Graziana Grassini e di Valerio Barbieri e impiega attrezzature all' avanguardia: tini d' acciaio termocondizionati e una barricaia a temperatura controllata con barriques in rovere. L' olio che fa ingranare gli affari Anche per Cesare e Claudio Lucioli, titolari insieme al padre Gastone della maison calzaturiera toscana omonima, con vetrine in via Montenapoleone, negli Usa e nel Far East (fatturato intorno ai 10 milioni di euro, 200 mila paia di produzione annua), la passione di famiglia per l' olio d' oliva sta diventando un piccolo business. "Fino a poco tempo fa, dagli ulivi della nostra tenuta La Piaggia a Civitella in Val di Chiana la famiglia ricavava, in modo anche un po' svogliato, pochi litri di olio per il consumo privato, una produzione che si giustificava piu' per il piacere di dedicarsi a un' attivita' antica e legata alle nostre tradizioni di famiglia", spiega Cesare Lucioli. "Quest' anno abbiamo capito che quest' olio genuino veicola meglio di mille parole lo spirito artigiano dell' azienda: da qui l' idea di ottimizzarne la produzione per scopi promozionali oltreche' commerciali e distribuirlo, gia' nei prossimi mesi, in un circuito selezionato di negozi di delicatessen: per ora la produzione e' di 300 chilogrammi ma contiamo di raddoppiarla". E l' hobby dell' olio e' gia' diventato un autentico business per Giampaolo Sodano, negli Anni Ottanta direttore di Rai 2 e poi della Sacis (la consociata di viale Mazzini per la produzione degli spot), in seguito approdato per una breve stagione a Mediaset. Ora Sod ano e' presidente della Eagle pictures, societa' fondata dai fratelli Dammicco che produce fiction tv per Rai e Mediaset e distribuisce in Italia molte pellicole di Hollywood. "Non avrei mai pensato di diventare un professionista dell' olio: all' inizio, una manciata d' anni fa, comprai una piccola cascina nel Viterbese per il piacere di trascorrere dei weekend in campagna", spiega Sodano. "Poi mi domandai cosa piantare nella tenuta, e pensai che per assecondare la vocazione agricola dell' area, l' ulivo era la pianta ideale". Poi serviva un frantoio e Sodano rilevo' un vecchio frantoio del 1945 poco distante. Oggi l' olio Frantoio della Tuscia prodotto da Sodano e' diventato un vero business, che corre parallelo a quello di fiction & film: "Dai 700 ulivi iniziali ora siamo a quota 7 mila, con una produzione di 10 mila quintali di olive da cui si spremono 1.500 quintali d' olio", aggiunge Sodano, "credo che quest' anno dovro' strutturare un' adeguata rete commerciale: il negozio per la vendita diretta sulla via Cassia a Vetralla e il sistema di vendita per corrispondenza utilizzato sinora non basta piu' ". Per Giorgio Schön, rampollo della fondatrice della celebre maison di moda Mila Schön, poi passata ad altra proprieta' , fare di un hobby un business e' quasi uno stile di vita. Appassionato di auto e motori, anni fa ha aperto Rossocorsa, apparentemente una concessionaria Ferrari, in realta' qualcosa di piu' : una specie di salone d' altissima gamma specializzato nella manutenzione di auto deluxe. E, piu' di recente, invaghitosi del mestiere del vignaiolo, ha deciso di dedicarsi anima e corpo al rilancio dell' antica tenuta Colle Manora, nel cuore del Monferrato. Far soldi a vele spiegate In quel di Gallo d' Alba nelle Langhe piemontesi, Elio e Ferruccio Stroppiana al timone della Mondo Rubber, leader di mercato per le pavimentazioni sportive in gomma, sono riusciti a fare della passione per il mare un piccolo business. Il gruppo Mondo, che fattura 300 milioni di euro l' anno e ha stabilimenti in Canada, Lussemburgo, Svizzera e Spagna oltreche' a Gallo d' Alba dov' e' il quartier generale, ha vestito con le sue pavimentazioni stadi (da ultimo alcuni di quelli dei Mondiali Corea Japan), cinema e aeroporti. E gia' lavora per le Olimpiadi di Atene 2004. "La navigazione su barche a motore e' , da sempre, una passione di famiglia", spiega al Mondo Elio Stroppiana, "ricordo la nostra prima barca a motore, un 15 metri a bordo della quale abbiamo trascorso molti piacevoli weekend; poi un giorno abbiamo deciso di provare a costruire in casa una barca tutta nuova in mezzo alle colline di Langa". Cosi' , a fine Anni Settanta, i fratelli Stroppiana hanno cominciato a costruirsi le proprie barche. Inizialmente le imbarcazioni venivano provate in una gigantesca piscina circondata dalle vigne. Poi la decisione di cercare uno sbocco al mare: oggi l' hobby degli Stroppiana per il mare trova soddisfazione in due piccoli ma agguerriti cantieri navali in Liguria. "A Genova, nel nostro cantiere Marsic ci occupiamo del restyling di antiche barche a motore, mentre a Savona nel cantiere Campanella realizziamo imbarcazioni nuove", aggiunge Stroppiana. Una barca a motore che esce dai cantieri dei fratelli Stroppiana difficilmente si puo' acquistare a meno di 5 milioni di euro (dai 30 ai 50 metri di lunghezza), quanto alla clientela e' soprattutto americana, francese e tedesca. I 20 milioni di euro l' anno di giro d' affari generato da questa passione di famiglia, se confrontato con quello ben piu' consistente della Mondo, e' una goccia in un mare "ma sta crescendo", chiude Stroppiana, "perche' per un imprenditore una passione, se adeguatamente coltivata, puo' rivelarsi una leva d' affari". Anche l' erede dei supermarket Pam, Giovanni Giol, coltivando la sua passione per il mare, ha deciso un anno fa circa di mettere a frutto l' hobby per la nautica battezzando un nuovo piccolo cantiere: Giolmarine. Consigliere di amministrazione di Pam, marchio controllato dalla sua famiglia insieme ai Bastianello e ai Dina, ha preso in affitto parte degli st orici cantieri veneziani Ccyd, si e' trovato un socio e alla fine ha varato Giolmarine. "L' idea di partenza era quella di realizzare la barca dei miei sogni poi, via via, ho pensato che forse la barca che avevo in mente io, un legno classico ma realizzato con materiali altamente tecnologici come il vetrokevlar, poteva incontrare il gusto di altri appassionati del mare", spiega Giol. "Da cio' l' idea di partire con la produzione di un paio di barche l' anno" (prezzo: 170 mila euro circa l' una, ndr). Ha fatto le cose decisamente piu' in grande Leonardo Ferragamo, una passione per il mare bruciante e intensa, che in pool con una cordata di investitori qualche anno fa ha rilevato la Nautor Ab di Pietarsaari in Finlandia, forse il piu' snob dei cantieri navali, quello da cui escono gli Swan, le Rolls Royce della vela. Cosi' come Guido Orsi, l' imprenditore di Prato a capo dell' omonima azienda che produce macchinari per la lavorazione di filati, da sempre appassionato di barche, che ha invece appena acquistato gli storici cantieri Baglietto. Piu' che un hobby, in questo caso, quasi una diversificazione aziendale. E puo' capitare anche che la passione prenda il sopravvento. Quando c' e' di mezzo il mare, puo' finire che la nautica si prenda l' anima del business. Lo sa bene Luca Bassani, Mr BTicino che non ha esitato a vendere l' azienda di famiglia per dedicarsi alla sua creatura Wally Yacht: barche deluxe per clienti top. Musica, libri & c. Per i melomani la musica e' piu' che un hobby, e' quasi una ragione di vita. La pensa cosi' Fernanda Giulini, insieme al fratello Vittorio a capo del marchio di abbigliamento Liola' . "Ho cominciato a lavorare nell' azienda di famiglia giovanissima e intanto mi diplomavo in pianoforte al conservatorio", spiega la Giulini. "Cosi' per anni, a ogni trasferta di lavoro all' estero non perdevo l' occasione per ascoltare un concerto nei grandi teatri, a Salisburgo, Vienna, New York. E intanto scoprivo il fascino magnetico degli strumenti antichi: oggi nella casa padronale a Briosco ne ho collezionati una cinquantina, tutti restaurati e funzionanti". E' nata cosi' l' idea di aprire le porte di Villa Medici Giulini a un numero selezionato di allievi perche' possano suonare su strumenti autentici i brani musicali che Mozart, Bach o Chopin non avevano certo pensato per i pianoforti moderni, bensi' per cembali, organi o fortepiani. Cosi' oggi la vita della villa e' scandita da un fitto calendario di master class a pagamento. "Spesso poi i miei fortepiani o cembali sono affittati per eventi musicali e concerti", aggiunge Giulini. C' e' poi chi ha l' hobby dei libri. Emblematico il caso di Marcello Dell' Utri che per incunabili e antiche stampe ha una passione autentica e totale, tanto da aver realizzato forse la piu' ricca e inestimabile biblioteca privata di libri antichi. E c' e' chi, oltre che per i volumi, ha una segreta passione per il processo che porta alla nascita di un libro. E' il caso di Umberto Angeloni, a capo dello storico marchio del bel vestire italiano Brioni, fondato nel dopoguerra e che da allora a oggi ha vestito il bel mondo di Cinecitta' e molti potenti di Roma e Milano. "Da sempre ho una travolgente passione per le belle pagine, i libri, e ancor piu' per il processo che porta a dar vita a un volume. Cosi' , negli Anni Novanta, quando decisi di dare alle stampe due pubblicazioni sull' arte del bel vestire (Dressed to kill, edita da Flammarion e La boutonnie' re edita da Universal), ho vissuto con grande trasporto emotivo tutta la fase di lavorazione editoriale" spiega Angeloni. "Cosi' e' nata la Brioni Books, piccola bottega di editoria artigianale con uffici a New York, perche' gli Usa rappresentano il 35% del nostro mercato mondiale". Due persone appena, molto lavoro in outsourcing e un fatturato di poco oltre 50 mila euro, la minieditrice di Mr Brioni ha tenuto a battesimo qualche mese fa la sua prima edizione: Single malt whiskey, an italian passion, e in autunno sfornera' un titolo sul benessere. "Confrontato al fatturato di 150 milioni di euro di Brioni, il business librario e' un granello di sabbia che oggi fattura 50 mila euro, ma si sta rivelando un ottimo investimento promozionale. Chi l' avrebbe mai pensato che da una passione sarebbe nato un business ?". Affari secondo natura In realta' anche un hobby curioso, originale, piu' rivelarsi una straordinaria leva d' affari. Lo sa bene Guido Piacenza, nel cda dell' omonima secolare azienda biellese del cachemire (al timone ci sono i nipoti Enzo, Carlo e Vittorio, 40 milioni di euro di fatturato) che per i prossimi anni lavora alla conquista del mercato americano e cinese (da dove oggi importa molti filati pregiati). Oggi Guido Piacenza e' infatti uno dei piu' stimati esperti botanici d' Italia: progetta parchi e giardini per il gotha del bel mondo italiano, dagli Agnelli ai marchesi Gallarati Scotti. Sempre lui rintraccia in giro per il mondo, per i giardini piu' elitari d' Italia, le piante piu' rare. "E tutto e' nato come un semplice hobby negli Anni Settanta, quando ho cominciato a girare il mondo alla ricerca di esemplari botanici rari", spiega Piacenza. "Da cio' l' idea di fondare il Miniarboretum, una delle prime serre di piante e fiori rari d' Italia, e poi a seguire, in tandem con Naj Oleari, il Centro Botanico di Milano". Anche in questo caso la passione hobbistica, coltivata con dedizione, si e' via via rivelata una straordinaria leva promozionale: "La mia passione ha accentuato il legame della nostra azienda con la natura, con i rari e preziosi tessuti naturali", chiude Piacenza. E dalla passione per la natura puo' nascere anche una piccola scuderia. Come quella che Danilo Primerano, presidente del gruppo alberghiero Prime, appassionato di equitazione, ha battezzato Prigesa Corsa. "Prigesa conta oggi sette cavalli e produce utili intorno ai 350 mila euro l' anno, ma tutto e' cominciato con un solo puledro e un investimento di soli 36 mila euro", spiega Primerano, "Con la scuderia provo a supplire alla mancanza di tempo per cavalcare: ho fatto confluire la mia passione per i cavalli e l' equitazione in questo business". Editore tra i filari Fiorentino, classe 1946, Paolo Panerai e' fondatore e azionista di maggioranza del gruppo multimediale Class. Gruppo che oltre a Mf Milano Finanza e al mensile Class e' attivo con le agenzie di stampa Pmf e Dj Mf, con Radio Classica e Milano Finanza interactive oltreche' con il canale tv Cfn/Cnbc. Panerai comincia come giornalista a Panorama. Nel 1976 assume la direzione del Mondo, trasformandolo in settimanale economico, per poi lanciare nel 1980 il mensile Capital. Quindi, sei anni piu' tardi, la decisione di mettersi in proprio fondando il gruppo editoriale economico con sede a Milano, in via Burigozzo, quotato alla fine del 1998 in Borsa. Antonio Moretti, imprenditore tessile in affari con Prada. Produce vini in Toscana L' editore Paolo Panerai produce vini nel Chianti e progetta nuovi investimenti, sempre nel settore vitivinicolo, nel cuore della Maremma, assieme ai Rothschild Sopra, Giamaolo Sodano, presidente di Eagle pictures (fiction tv), ha 7 mila ulivi a Viterbo: vende ogni anno 1.500 quintali d' olio. A destra, Gianni Nunziante, avvocato d' affari: in Toscana produce vini (Vignamaggio) e gestisce il resort Castello di Spaltenna Sopra, Leonardo Ferragamo, armatore per passione. A destra, Elio Stroppiana della Mondo Rubber (pavimentazioni sportive), costruttore di yacht per hobby Umberto Angeloni (abbigliamento Brioni): con una piccola casa editrice fattura 50 mila euro. A destra, Fernanda Giulini (Liola' ): colleziona strumenti antichi per sessioni di studio a pagamento Sopra, Enzo e Guido Piacenza (cachemire): Guido progetta parchi e giardini. A destra, Danilo Primerano, presidente degli alberghi Prime: dalla passione per l'equitazione è nata Prigesa Corsa, una scuderia con sette cavalli che guadagna 350 mila euro l'anno (arretrato de "Il Mondo" del 15 agosto 2002)

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