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NORMATIVA E TERRITORI

Il Parlamento Ue dà il via libera alla riforma del regolamento Dop e Igp, in seduta plenaria

3.410 prodotti Dop e Igp a livello Ue (di cui 890 italiani), per un valore alla produzione di 80 miliardi di euro (di cui 20,2 made in Italy)

Rafforzato il ruolo dei Consorzi di tutela, che vedranno rafforzate alcune prerogative, come l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta o la possibilità di redigere clausole di condivisione del valore lungo la filiera per i propri membri; più protezione, sia on line, attraverso Euipo, ma anche in etichetta, con l’obbligo, per esempio, di indicare la presenza di un ingrediente Igp o Dop utilizzato nella preparazione del prodotto, e con tutele rafforzate per evitare casi come i “Prosek” fatto in Croazia; più semplificazione, con tempi più rapidi per esempio, per le richieste di modifica dei disciplinari, che passeranno al vaglio della Commissione Europea solo se implicano restrizioni alla concorrenza nel mercato unico, mentre tutte le altre modifiche sono gestite esclusivamente a livello nazionale; più trasparenza, con i Consorzi che, inizialmente su base volontaria, dovranno redarre un rapporto di sostenibilità che spieghi ciò che svolgono in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale; sono alcune delle novità introdotte dal nuovo Regolamento Ue che regola, grazie ad un testo unico, i settori dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli e agroalimentari a Indicazione Geografica, approvato oggi 28 febbraio 2024 dal Parlamento Ue in seduta plenaria (520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti), a cui ora manca solo il via libera del Consiglio Europeo, che potrebbe arrivare entro la fine marzo 2024. Una riforma che riguarda 3.410 prodotti Dop e Igp a livello Ue tra cibo, vino e spirits (di cui 890 italiani), per un valore alla produzione di 80 miliardi di euro (di cui 20,2 made in Italy).
“Un ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze è stato raggiunto oggi con il voto in Europa sull’approvazione della riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche. L’obiettivo del nuovo regolamento è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale. È fondamentale difendere i nostri produttori e il Sistema Italia”, ha commentato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Un traguardo raggiunto anche grazie al forte impegno del sistema italiano, rappresentato da Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oltre il 95% delle produzioni Ig italiane. “Dobbiamo innanzi tutto ringraziare il Governo, nella figura del Ministro Francesco Lollobrigida, per essersi fatto portavoce delle richieste del mondo produttivo da noi rappresentato, e naturalmente il Relatore della Riforma, l’onorevole Paolo De Castro, che sempre ha preso atto tramite Origin Italia delle necessità primarie del comparto - commenta Cesare Baldrighi, presidente Origin Italia - questo è un obiettivo raggiunto grazie a un lavoro di concerto tra il mondo dei Consorzi e quello politico, grazie anche alla forte collaborazione con le altre organizzazioni europee, in particolare di Francia, Spagna e Portogallo, e l’impegno di Origin Italia è stato determinante fin dalle prime fasi per raggiungere i principali obiettivi che l’Italia si era posta ovvero una semplificazione della gestione delle Ig e un rafforzamento dei poteri dei singoli Consorzi di tutela”. “Il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo, grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio”, commenta il relatore del provvedimento, Paolo De Castro.
“Il lavoro portato avanti dal relatore della riforma del sistema delle Dop e Igp, Paolo De Castro con la collaborazione per l’Italia del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida è frutto di una sapiente capacità di mettere in connessione le istanze di cittadini, istituzioni, imprese e Consorzi di Tutela emerse negli anni, anche grazie al lavoro culturale e scientifico portato avanti dalla Fondazione Qualivita. Il nuovo regolamento - dichiara il presidente della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti - risponde in maniera sostanziale alla necessità di adattare il settore delle IG alle mutate condizioni di mercato, ambientali e sociali, puntualmente evidenziate da Qualivita nei propri rapporti annuali sul sistema. Come ad esempio il tema del Turismo Dop, il turismo enogastronomico legato a prodotti Ig, fortemente promosso dalla Fondazione per creare valore sui territori. È presente inoltre un tema di fondo ed è la riunione operata a livello normativo per i vini, i prodotti agroalimentari e le bevande spiritose. Fin dalla sua fondazione, Qualivita ha sostenuto la forza dell’unitarietà di tutti i settori sotto al tetto del sistema delle Indicazioni Geografiche e la necessità di operare identiche e coerenti politiche promozionali e di protezione per ciascuno di essi. Un sistema che la riforma invita all’unitarietà anche sotto al profilo associativo e della rappresentanza, come auspicato anche da numerosi Consorzi di tutela dei diversi settori”. “Per l’Italia la Riforma è un punto di partenza - afferma Mauro Rosati, dg Fondazione Qualivita - utile ad avviare una nuova fase di revisione della politica della qualità. In questi anni, grazie alle filiere Dop e Igp, abbiamo imparato che la valenza territoriale e la certificazione rappresentano il punto centrale della qualità percepita dai cittadini ed il nuovo regolamento ne è una importante testimonianza. Fra le tante critiche che, in questi giorni, sono piovute sull’Europa, alcune anche immotivate, credo che questo rappresenti un esempio virtuoso di politiche a favore dell’agricoltura e delle comunità produttive locali che chiedono ancora più valore per i propri prodotti. Negli anni, come Qualivita, abbiamo fatto emergere, attraverso numeri, ricerche e confronti pubblici, numerose istanze che oggi compongono il nuovo testo unico delle Indicazioni Geografiche e per questo ci sentiamo soddisfatti per aver contribuito ad una nuova visione della qualità alimentare”. Una riforma che piace anche al mondo dei consorzi del vino, almeno secondo chi li rappresenta a livello istituzionale, come la Federdoc, che “accoglie con favore il voto odierno della Plenaria del Parlamento europeo sulla riforma della politica dell’Ue sulle Indicazioni Geografiche e invita il Consiglio ad approvare la riforma nel prossimo marzo. Grazie all’impegno dei relatori del Parlamento europeo la politica sulle Indicazioni Geografiche risulta rafforzata anche alla luce del “pacchetto vino” - ha commentato il Presidente Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi - che salvaguardia le specificità del settore vitivinicolo. Apprezziamo che nel testo sia presente una prima definizione di sostenibilità per i prodotti ad Indicazione Geografica - ambito nel quale il settore vitivinicolo è fattivamente impegnato oramai da anni con risultati importanti -, la possibilità di geo-bloccare i siti internet che utilizzano impropriamente le Ig ed il ruolo centrale riconosciuto ai Gruppi di produttori costruito sul modello italiano dei Consorzi di tutela. Ringraziamo nuovamente il Parlamento europeo ed il Consiglio per aver riconosciuto le peculiarità del settore vino ad Ig, caratterizzato da una politica di qualità con strumenti normativi specifici. Abbiamo sempre ritenuto che l’esperienza maturata in Italia con i Consorzi di tutela costituisse un modello dal quale attingere e la riforma ne è la conferma perché ha recepito il ruolo che i consorzi di tutela riconosciuti svolgono per la valorizzazione e la tutela delle Indicazioni Geografiche. Spetta ora ai Consorzi utilizzare al meglio i nuovi strumenti di programmazione dell’offerta per confermarsi volano per l’economia e lo sviluppo dei territori”.
“Il testo unico approvato oggi rappresenta la giusta sintesi di un percorso positivo, complesso e condiviso da tutti i Paesi Ue: grazie a un’uniformità di regole da oggi l’agroalimentare italiano ha una marcia in più. Vigiliamo con attenzione sull’attività di decretazione nazionale che dovrà recepire e armonizzare le regole comunitarie, consapevoli che l’attuale assetto dei Consorzi si è dimostrato vincente e che dunque non dovrà essere stravolto. Un passaggio delicato a cui sarà chiamato il Ministero dell’Agricoltura e sul quale Afidop è fin da subito a disposizione”, aggiunge dal canto suo Antonio Auricchio, presidente Afidop (Associazione dei Formaggi Italiani Dop e Igp). Tra le prime organizzazioni agricole ad esprimersi sull’approvazione della rifomra all’Europarlamento, la Coldiretti e Confcooperative. “La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine tutela il primato italiano nell’Unione Europea con 892 prodotti riconosciuti, tra alimentari, vini e liquori, che sviluppano un valore di oltre 20 miliardi di euro e danno lavoro a 890mila persone impegnate nelle filiere”, afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini. Che aggiunge: “dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che, oltre all’impatto economico e occupazionale, rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese. Un risultato ottenuto grazie al nostro impegno di questi anni in sinergia con tanti europarlamentari italiani a partire dal relatore Paolo De Castro”. “Il voto del Parlamento europeo di oggi sancisce un momento importante per lo sviluppo del sistema delle Indicazioni Geografiche in Ue. Potremo finalmente disporre di un riferimento normativo unico che consentirà agli Stati membri di strutturare al meglio la governance delle Indicazioni Geografiche, costruendo percorsi credibili, sostenibili e capaci di valorizzare al meglio il tessuto socio-economico da cui i prodotti di qualità hanno origine. Quello delle Ig europee si appresta sempre di più a diventare un modello economico vincente da esportare in tutto il mondo”, ha aggiunto il presidente Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini, ricordando che la cooperazione rappresenta una media del 70% della produzione dei principali formaggi Dop, il 52% dei vini Dop e il 65% quelli Igp, oltre a garantire la produzione certificata di buona parte dei prodotti ortofrutticoli a Indicazione Geografica.

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