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Il Pecorino Romano Dop e i dazi Usa: il Governo sostiene la filiera con 12,8 milioni di euro

È uno dei formaggi più esposti alla stretta tariffaria degli States. Lollobrigida: “con fondi indigenti la massima attenzione alle nostre eccellenze”
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Sostegno al Pecorino Romano Dop dal Governo (credit: Facebook/Consorzio)

Le preoccupazioni della filiera del Pecorino Romano Dop erano reali, perché si tratta di uno dei formaggi più esposti alla stretta dei dazi Usa del 15% (dal momento che gli States rappresentano il principale mercato di sbocco con un export che vale 170 milioni di euro). Poi gli incontri della Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, prima, e del presidente del Consorzio del Pecorino Romano Dop Gianni Maoddi, dopo, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, hanno restituito un po’ di ottimismo al comparto. A seguito di questi colloqui, infatti, il Governo ha deciso di sostenere la filiera di produzione del Pecorino Romano Dop dedicando alcuni acquisti effettuati con i fondi cosiddetti indigenti: per la precisione - si legge in una nota - il Ministero dell’Agricoltura ha previsto l’acquisto, con gare che partiranno a giorni, di 5,38 milioni di euro di Pecorino nel 2025 e di 7,4 milioni di euro nel 2026, portando, così, il sostegno alla filiera in questa singola partita a 12,8 milioni di euro. Risorse che saranno destinate al ritiro di importanti quantitativi di Pecorino Romano Dop da distribuire ad associazioni, enti caritativi e mense solidali in tutta Italia.
“Diamo sempre massima attenzione alle nostre eccellenze e la diamo anche alla filiera del Pecorino Romano, sostenendola in un momento di potenziale difficoltà - ha affermato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - io personalmente e con l’azione del Governo abbiamo chiesto al Commissario Europeo al Commercio Maroš Šefčovič di tentare ogni azione possibile per portare i dazi americani a zero sui nostri prodotti di punta dell’agroalimentare di cui il Pecorino fa certamente parte. Nel frattempo, sosteniamo la filiera concretamente”.
La finalità è doppia: da un lato sostiene i consumi delle famiglie in difficoltà e dall’altro riduce le scorte di magazzino delle aziende, in un momento in cui l’export verso gli Stati Uniti risulta appesantito dall’innalzamento dei dazi. La decisione americana di portare al 15% la tariffa doganale sui formaggi italiani ha, infatti, modificato sensibilmente anche gli equilibri di mercato. Dal luglio a novembre 2025, le quotazioni alla Borsa Merci di Milano sono scese da poco più di 12 euro al chilo a 11,4 euro al chilo, con una flessione di oltre il 5%.

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