Il post 2020, quando finirà l’Ocm oggi in vigore, ma anche la ricerca scientifica, soprattutto sul fronte dei cambiamenti climatici e delle malattie del legno: ecco le priorità del lavoro dei viticoltori europei nei prossimi due anni secondo Thierry Coste, confermato alla presidenza del gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca (www.copa-cogeca.eu), il “sindacato” di agricoltori e cooperative Ue, insieme ai due vicepresidenti, l’italiana Palma Esposito di Confagricoltura, ed il tedesco Rudolf Nickening.
La priorità numero uno, per Coste, “è il lavoro sul nuovo regime post 2020: il settore vitivinicolo dell’Ue è molto importante, apporta un contributo di 6 miliardi di euro alla bilancia commerciale, per cui è necessario avere un regime dinamico per il periodo post 2020”.
Un tema delicato e forse sottovalutato, quello del dopo 2020, sul quale aveva già alzato la guardia, su WineNews, anche Domenico Zonin, alla guida di Unione Italiana Vini, che aveva spronato i produttori ad “andare di più a Bruxelles per lavorare con l’obiettivo di non perdere la specificità riservata al vino nell’Organizzazione Comune di Mercato”.
Ma non c’è solo questo fronte, che è importantissimo, ovviamente, su cui lavorare. “Considerando la crescente sfida dei cambiamenti climatici - spiega ancora Coste - il settore necessita un incremento in ricerca e sviluppo, per produrre nuove varietà che siano resistenti a fenomeni come la siccità. E va incoraggiata la ricerca nel campo delle malattie del legno della vite, ma non solo: ritengo ci occorrerà un fondo di ristrutturazione post 2020, per aiutare il settore ad adattarsi alle nuove sfide”. Sull’impatto del nuovo sistema di autorizzazione per l’impianto dei vigneti in Ue, introdotto a partire dal primo gennaio 2016, “sono ottimista - afferma Coste - e lavoreremo anche sulla semplificazione delle norme di attuazione relative alla produzione, per rendere la vita dei viticoltori più semplice”.
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