Francesca Pecorari era una ragazza solare, amava conoscere il mondo e aiutare chi ne aveva bisogno, soprattutto bambini e adolescenti con problemi di disagio. A causa di un incidente automobilistico Francesca è scomparsa a 21 anni, ma aveva già ideato un modo di aiutare: un vino che non esisteva, proveniente dalle vigne di famiglia, etichetta multicolore disegnata da lei, e un nome buono: “Fatto in paradiso”. La famiglia ha deciso di creare una Onlus intitolata a Francesca: la vendita del vino ha finanziato la costruzione di scuole in Myanmar, India, Uganda e continuerà a finanziarle, dove più ce n’è bisogno, in accordo con il Pime (Pontificio istituto missioni estere).
E proprio la onlus Francesca Pecorari quest’anno si è aggiudicata il premio “Francesco Arrigoni, che sarà consegnato il 4 maggio all’Abbazia di Fontanella, a Sotto il Monte (Bg). Giunto alla quinta edizione, per continuare un percorso che mantenga intatti i valori che ne hanno ispirato la nascita e l’evoluzione, il premio si sposta dalla Franciacorta all’Abbazia di Fontanella a Sotto il Monte, un luogo amato da Francesco, uno dei giornalisti più famosi del mondo del wine & food, firma del quotidiano “Corriere della Sera”, allievo di Luigi Veronelli e fondatore e direttore del Seminario Permanente Veronelli, prematuramente scomparso nel 2011.
“Fatto in paradiso” nasce, tecnicamente, da uve Riesling e Sauvignon. Umanamente nasce dall’amore, dal dolore della perdita, dal desiderio di rivedere il sorriso di Francesca in tanti volti di bambini, dalla sensibilità ai mille mali del mondo e dalla volontà di attenuarli.
Il premio, nato nel 2013 (l’edizione n. 1 aveva premiato Libera Terra, l’associazione di Don Luigi Ciotti, nel 2014 a riceverlo sono stati i pescatori di Lampedusa, al casaro Guglielmo Locatelli il premio nel 2015 e nel 2016 è andato ai ragazzi della start up agricola Maramao), vuole celebrare la carriera e la passione di Arrigoni, che ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica. Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.
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