Un additivo decisamente impopolare, l’anidre solforosa, usata comunemente (e talvolta in abbondanza) nei vini, potrebbe “uscire di scena”, grazie all’utilizzo di un’altra “sostanza”. Si tratta del resveratrolo, noto fenolo non flavonoide che si nella buccia dell’uva e a cui sono attribuite, a torto o a ragione, proprietà miracolose (azione antitumorale, antinfiammatoria e di fluidificazione del sangue ...). Lo sostiene una ricerca sviluppata in Argentina. Un rapporto pubblicato nel “Journal of Life Sciences”, riporta www.wine-searcher.com , ha mostrato che utilizzando resveratrolo invece di anidride solforosa (SO2) le proprietà fisiche e chimiche del vino e il suo profilo olfatto-gustativo non sono cambiati, anzi ne è aumentata la sua intensità di colore.
L’SO2 è utilizzata in vinificazione come antimicrobico e antiossidante. E mentre la maggior parte delle persone possono tollerare una piccola quantità di solforosa nel loro cibo e vino, per altri può causare reazioni allergiche o avere altri effetti collaterali come il mal di testa. L’anidride solforosa è stata indicata in studi medici come un importante fattore di rischio nell’inizio e nella progressione delle malattie del fegato, oltre ad essere collegata con gli attacchi di asma.
Il resveratrolo, al contrario, è il “protagonista” del cosiddetto “paradosso francese” - dove una dieta ricca di grassi può essere compensata da un moderato consumo di vino rosso che contiene questi antiossidanti - ed è stato variamente collegato come fattore che può aiutare la lotta contro il cancro, la demenza, e le malattie immuno-deficienza. Gli studi hanno anche dimostrato che 10 mg giornalieri di resveratrolo possono aiutare anche nella gestione del diabete di tipo 2.
Lo studio argentino ha preso come campione un Cabernet Sauvignon di Mendoza vinificato in tre lotti. Un lotto è stato vinificato in modo convenzionale con aggiunta di SO2, un’altro con 150mg per litro di microcapsule di resveratrolo, e l’altro con 300mg/l di resveratrolo.
I risultati hanno mostrato variazioni trascurabili del contenuto di alcool, zuccheri residui, pH e acidità. Mentre i profili organolettici sono rimasti invariati. L’unica vera differenza è l’intensità del colore che nei vini con resveratrolo aggiunto è risultata più forte. E la concentrazione del resveratrolo, ovviamente, che però, secondo i ricercatori, essendo più elevata è ancora più benefica per la salute ...
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