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IL SISTEMA DELLE APPELLATION D’ORIGINE CONTROLLÉE DIVIDE LA FRANCIA: COMMERCIO E POLITICA PRENDONO IL SOPRAVENTO SULLA GARANZIA DELLA QUALITÀ, E I PRODUTTORI ADESSO VOGLIONO UNA REVISIONE DEL SISTEMA, FERMO AL 1930 ...

In Francia, proprio come in Italia, il sistema delle denominazioni di origine controllata (Aoc, appellation d’origine controllée) mostra tutti i suoi limiti: se nel Belpaese il problema maggiore riguarda il numero spropositato di denominazioni e consorzi, che frammentano le risorse destinate alla promozione e, a volte, confondono il consumatore, al di là delle Alpi le criticità sono altre. Secondo analisti e produttori, ormai, stando a quando riporta “Decanter”, le norme delle Aoc sono troppo distanti dalle intenzioni con cui furono istituite, nel 1930: se allora il punto dirimente era la salvaguardia dei territori, e con essi delle tipicità, oggi il sistema delle Aoc sembra diventato uno strumento meramente economico. E così, oggi sono contemplate pratiche che, all’epoca, neanche esistevano, come l’utilizzo di prodotti fitosanitari che sconvolgono l’equilibrio biologico della vite, e permettono rendimenti spesso troppo elevati, “diluendo” l’espressione del terroir. La colpa? Secondo Geneviève Teil, ricercatore dell’Inra, l’istituto nazionale di ricerca agricola francese, “il commercio e la politica, che si stanno sostituendo alla preoccupazione per la qualità”.

Ma al cuore del problema ci sono i produttori che si sono visti rifiutare i propri vini dalle varie commissioni di degustazione: i controlli riguardano aspetti diversi, dai criteri più oggettivi, che riguardano difetti come l’acidità volatile, ad altri più difficili da definire, che riguardano la tipicità rispetto ad una determinata Aoc. Nella Gironda, la Regione di Bordeaux, nel 2011 sono stati testati 11.000 vini differenti, e ben il 17% mostrava potenziali problemi: il 12% solo difetti minori, il 4,5% difetti gravi e solo lo 0,5% criticità tali da non poter essere commercializzati. La maggior parte dei problemi, però, non riguarda tanto problemi qualitativi, quanto coerenza con la tipicità richiesta, un aspetto che accomuna diversi produttori, riuniti in un gruppo noto come “Les Refusés”, parafrasando i primi impressionisti, convinti che i problemi non riguardino tanto la vinificazione quanto il funzionamento stesso delle Aoc: “il problema - spiega Teil - è che molte tecniche di vinificazione moderne hanno offuscato l’idea di ciò che è tipico: quercia nuova usata per addolcire il sapore e aggiungere un tocco di vaniglia, lieviti coltivati per prediligere certi aromi più di altri. Il modo in cui decidiamo che cosa costituisce la qualità e la tipicità, insomma, deve essere drasticamente necessariamente ridefinito”.

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