Il tappo a vite, come già abbiamo scritto, è utilizzabile anche per i vini Docg, come stabilito dal decreto legge del 16 settembre 2013. Tra i primi a puntare su questa nuova opportunità, c’è il Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave, che ha raccolto alcuni commenti ed opinioni autorevoli sull’utilizzo del tappo a vite per il Soave Superiore Docg, in alcuni dei mercati stranieri di riferimento.
“La chiusura a vite - sottolinea Rosemary George, Master of Wine e giornalista inglese - era associata a vini economici , ma ora non più. I neozelandesi hanno segnato la strada per una percezione più seria dei vini con quella chiusura. E per un vino come il Soave può essere una opportunità prenderne l’immagine più moderna, anche in mercati dove è già ampiamente conosciuto”. Le fa eco il Master of Wine David Gleave, direttore di “Liberty Wines”, tra i principali importatori divino nel Regno Unito, secondo il quale “questa notizia è la benvenuta per tutti coloro che si sono impegnati per anni in questa battaglia. Tutto quello che chiediamo è che la scelta sulla chiusura venga lasciata ai produttori. Oltre il 70% del vino che vendiamo utilizza il tappo avite, compreso il 24% dei “nostri” vini italiani. Siamo soddisfatti del fatto che il Consorzio del Soave abbia riconosciuto come i consumatori dei mercati esteri stiano richiedendo chiusure alternative, per evitare il rischio di acquistare vini che presentano difetti di tappo”.
Per Timo Jokinen, importatore di vini per il mercato finlandese, la possibilità di utilizzare la chiusura a vite anche sulla tipologia Soave Superiore Docg è “assolutamente positiva. Il Monopolio di Stato preferisce quasi sempre quel tipo di chiusura assieme ai consumatori, che la scelgono perla praticità. Per quanto riguarda il vino non dimentichiamo poi che la Finlandia è uno dei mercati che più ricercano confezioni alternative rispetto al vetro”. Per il mercato tedesco, infine, Veronika Crecelius, della rivista Weinwirtschaft sottolinea come il tappo a vite “faccia parte ormai da anni della quotidianità del consumatore tedesco. Questa chiusura non è più adottata solo per i vini base ma anche per referenze importanti, con la conseguenza che i consumatori e i wine lover sono abituati ad associarla anche ai vini più costosi”.
Il Consorzio del Soave, che da anni è impegnato nella battaglia per l’introduzione di questa modifica, spiega che “sui mercati del Nord Europa, ma sempre più spesso anche in Usa e Giappone - spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave - i consumatori richiedono che le bottiglie di vino siano chiuse con tappi a vite di nuova generazione oppure con capsule di vetro in ceramica. Non potevamo quindi non considerate i desiderata dei mercati esteri dove esportiamo oltre l’80% della nostra produzione”.
Info: www.ilsoave.com
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025