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ANTEPRIME

“Il tempo è galantuomo” nel rivelare un territorio e il suo vino: la Romagna e le sue nuove annate

Albana e Sangiovese e tanto di più: “Vini ad Arte” continua a svilupparsi e punta sempre più a diffondere la cultura trasversale che permea la Regione

“Il tempo è galantuomo”, soprattutto se sostenuto da escursioni termiche. È la lezione che l’andamento climatico - accennato per la vendemmia 2020 - ha confermato nel 2021, quando la (ennesima) seria scarsità d’acqua e venti caldi estivi hanno messo a dura prova un (ennesimo) raccolto limitato da una difficile primavera. Il risultato nel bicchiere sono vini strutturati ed intensi, ricchi di estratto, calore e colore che hanno bisogno di tempo per levigare il potenziale percepibile, sia nei bianchi, ma soprattutto nei rossi, rivelandosi una delle migliori annate degli ultimi anni per l’Albana e il Sangiovese di Romagna, presentati a “Vini ad Arte 2022”, Anteprima organizzata dal Consorzio Vini di Romagna, in collaborazione con l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna e il Mic - Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. La seconda versione “ampliata” che ha permesso finalmente a questo territorio - compresso tra la notorietà veneta e toscana ed a lungo incastrata fra le Anteprime di febbraio, rivoluzionate oggi dal Covid19 - di trovare un suo spazio di racconto, non solo delle sue eccellenze gastronomiche, culturali e industriali (mondialmente riconosciute ed esportate) ma anche della sua qualità e ricchezza enologica.
La percezione di entusiasmo, passione, coraggio e determinazione che coinvolge le aziende della Romagna, qui capitanate dalla presidente del Consorzio, Ruenza Santandrea e dal direttore Filiberto Mazzanti, è tangibile, veicolata da diversi fattori: uno studio sempre più approfondito del territorio dal punto di vista geologico, che comporta un aumento di consapevolezza nell’interpretare i vini che ne derivano; un patrimonio viticolo ancora tutto da esplorare, sia nei suoi vitigni principali - Albana e Sangiovese - che in quelli “minori”, anche a rischio di estinzione (Pignoletto, Rebola, Famoso e Longanesi, tanto per citarne alcuni); il lavoro caparbio di piccoli viticoltori e grandi cooperative, nell’approfondire tematiche agronomiche, enologiche, ampelografiche e climatiche in stretta collaborazione con la ricerca accademica, che spesso partono da esigenze diverse ma che contribuiscono a creare profondità di campo e senso di comunità; l’indissolubile legame fra tradizione gastronomica ed enologica stratificata nel tempo e diventato parte integrante di una cultura artistica, artigianale ed industriale che ha creato una rete di riconoscimento reciproco e di fruttuosa collaborazione. La contezza di questa situazione è ancora parziale, ma sta fiorendo e porterà certamente negli anni a parlare sempre più in modo adeguato della Romagna e del suo patrimonio a trecentosessanta gradi “che non ti aspetti”.
Come? Esponendo i dati del Consorzio, ad esempio: 7 cantine cooperative, 103 produttori vinificatori, 5 imbottigliatori, per un totale di 5.200 aziende viticole con vigneti iscritti all’albo della Docg Albana e delle 5 Doc del territorio (Romagna, Colli d’Imola, Colli di Faenza, Colli Romagna Centrale, Colli di Rimini). La superficie totale di Sangiovese coltivata è di 6.235 ettari, che producono una media di 11 milioni di bottiglie (in graduale calo dal 2019 per congiunture climatiche ed economiche). Di queste bottiglie sono in aumento la parte dedicata alle sottozone (vertice della piramide qualitativa della Romagna), anche se l’incertezza pandemica ne ha arrestato temporaneamente la crescita (nel 2018, su 9,7 milioni di bottiglie prodotte, 232.533 erano da sotto-zona, nel 2019 363.467 bottiglie su 12,4 milioni, nel 2020 434.133 bottiglie su 11,5 milioni, nel 2021 388.800 bottiglie su 10,9 milioni).
L’Albana di Romagna, altra perla della produzione regionale, ha ripreso a crescere dopo una lieve flessione nel 2020 e da 818 ettari coltivati si sono ricavate nel 2021 915.600 bottiglie (erano 697.467 nel 2018, 872.533 nel 2019, 756.400 nel 2020)
, mentre il Trebbiano al contrario, si rivendica sempre meno - attestandosi a 1,2 milioni di bottiglie prodotte nel 2021 da 14.170 ettari ad esso dedicati: il Consorzio ne prevede però un rilancio come base spumante e come “Trebbiano di collina”.
Una denominazione, quindi, che sta tentando di concentrarsi sempre più sulla qualità (in aumento) che sulla quantità (stabile). Il progetto delle sottozone (oggi arrivate a 16, grazie alle neo riconosciute Imola e Verucchio, Coriano e San Clemente del riminese) va in questa direzione e la differenza pedo-climatica che contiene ognuna di esse, consegna a chi assaggia una mappa abbastanza intuibile delle caratteristiche che conterrà il vino che ne deriva. Chiarissima in questo senso si è rivelata la relazione presentata dall’agronomo Francesco Bordini, che ha spiegato come la graduale emersione delle terre dal mare - iniziata 25 milioni di anni fa e conclusasi con le bonifiche del secondo dopo guerra - abbia lasciato una stratificazione regolare dei suoli, che seguono la retta diagonale della Via Emilia, strada romana che a sua volta separa nettamente la pianura dal preambolo appenninico. Non c’è il rimescolamento dei suoli toscani, ma una separazione fra i suoli chiari vicino al mare e i suoli scuri montani, dove troviamo diretta comunicazione fra roccia madre e roccia calpestata (intelligibilità immediata, quindi fra la superficie e da dove deriva). “A monte della Via Emilia” c’è quindi il segreto del Sangiovese di Romagna, che si trova a confrontarsi con terreni antichi, di conformazioni diversa man mano che si discende la stessa strada romana da nord-ovest, verso sud-est, tutti influenzati dalla forte presenza di ferro.
Troviamo quindi suoli rossi, aranciati dal ferro, nelle prime colline settentrionali, che danno vini fruttati ed ematici; suoli bruni, sempre ossidati ma più giovani e quindi più fertili, poco più a sud, che danno vini fruttati ma più concentrati; suoli ocra verso Forlì e Cesena, dove il ferro si mescola con l’argilla o la sabbia, ma essendo meno fertili danno vini fruttati e sapidi, ma meno strutturati. Queste tre matrici sono poi attraversate dalle argille blu, una linea di colline che parte da Piacenza per arrivare al mare, di formazione relativamente recente (circa 8 milioni di anni) e ricca di ferro in fase riducente: un marcatore geologico importante, ricco di calcare e sodio che porta spesso stress idrico donando colore, potenza, concentrazione e tannini importanti. C’è quindi la diffusa presenza a spot di marne gessose, spesso associate al termalismo e presenti soprattutto a Brisighella, Predappio, Verucchio e Gemmano, che danno vini potenti ma dai tannini eleganti. Infine la marnosa arenacea che costituisce l’Appennino a partire dai 300 metri di altezza: suoli di sabbie e argille di origine marina disgregate e cementificate dalla pressione nel tempo e ricche di calcare, che danno vini eleganti e minerali, trasparenti dove domina la sabbia (arenaria) e potenti dove domina l’argilla (marna).
La stabilità secolare dei suoli dà una relativa sicurezza nell’interpretazione e nel riconoscimento dei vini, ma l’influenza del clima (e la mano dell’uomo, sempre più delicata, va detto), sono ovviamente carte che posso rimescolare ogni partita annuale. Come già anticipato in apertura, le annate 2020 e 2021 sono state entrambe calde e siccitose, con la differenza che l’annata scorsa ha potuto godere di una salvifica riserva idrica invernale e di escursioni termiche decise nell’ultimo mese di maturazione delle uve. Le gelate ad aprile, un maggio fresco e piovoso e un giugno caldo, hanno avuto come conseguenza la produzione nel 2021 di pochi grappoli, spargoli e di ridotta grandezza, che hanno aiutato a produrre acini sani, meno minacciati dalla peronospora, ma più attaccati dall’oidio (complice il vento caldo estivo). Il risultato di questi fattori ha portato in cantina uve di buona maturità aromatica e buon equilibrio acidico, sia per le uve bianche (con vini complessi, freschi e fini, di buon equilibrio) che per le uve nere (con vini pieni di colore, struttura e profilo olfattivo) entrambi propensi all’invecchiamento. L’annata 2020 ha dovuto fare i conti sia con la siccità che con le gelate di fine marzo e inizio aprile, che hanno arrestato a tal punto l’anticipo di germogliamento, da rendere difforme in modo significativo tutto lo sviluppo fenologico successivo delle piante, con ritardi e anticipi di vendemmia. Nonostante i picchi di calore e la mancanza di acqua, le escursioni termiche hanno permesso di mantenere una sogli accettabile di acidità. Infine l’annata 2019, più classica (a fasi alterne nei diversi mesi) nell’apporto idrico, ma più scarsa nella produzione a causa ad una primavera fredda. Un clima favorevole a fine fase fenologica, ha permesso vendemmie ritardate col raggiungimento di buone maturazioni, soprattutto per le uve rosse.

Tra degustazioni tecniche e occasioni di approfondimento, ecco, quindi, i migliori assaggi dello staff di WineNews:
Albana
Giovanna Madonia, Romagna Albana Secco Neblina 2021 - Bertinoro
Largo, intenso e brillante, dolce in entrata, glicerico, agrumato e floreale, dal tannino sapido e lievemente speziato.

Tre Monti, Romagna Albana Secco Vigna Rocca 2021 - Oriolo
Stile ossidativo, frutta secca e mango al naso, agrumato in bocca, aderente e reattivo, coinvolgente.

Ballardini Riccardo, Romagna Albana Secco Leggiadro 2021 - Brisighella
Cauto nei profumi di frutta gialla, ha bocca fresca, poi pepato, calda e aderente, prende campo nel tempo.

Trerè, Romagna Albana Secco Arlus 2021 - Brisighella
Frutta secca, melone e cedro, intenso di frutta anche in bocca, decisamente sapido, aderente e caldo.

Masselina, Romagna Albana Secco 2021 - Serra
Breve macerazione per questa Albana polposa, saporita, molto sapida e intensamente citrina.

Sangiovese
Tenuta La Viola, Romagna Sangiovese Superiore Oddone 2021 - Bertinoro
Chiaro nei modi: ciliegia e viola, saporito, molto aderente, lascia la bocca coerente ai profumi, con note vegetali.

Noelia Ricci, Romagna Sangiovese Predappio Il Sangiovese 2021 - Predappio
Rovo, ciliegia, uva spina, ribes al naso; in bocca è saporito, dolce in attacco, poi aderente centrale, sapido e infine scorrevole.

Podere Morini, Romagna Sangiovese Oriolo Torre di Oriolo 2021 - Oriolo
frutti di bosco con uva spina e ciliegia, note di rovo e muschio, in bocca è dolce e aderente, centrale, sapido e fresco nel finale.

Merlotta, Romagna Sangiovese Superiore Petali di Viola 2021 - Imola
Sangiovese centrale, pieno e molto saporito al sorso, fruttato e lievemente speziato nei profumi.

Poggio della Dogana, Romagna Sangiovese Brisighella Arlesiana 2020 - Brisighella
Scuro e denso, spezie e goudron con cenni dolci; fitto in bocca di ciliegia, aspro di arancia rossa, molto aderente.

Terre della Rocca, Romagna Sangiovese Superiore La Furha del Basino 2020 - Serra
Un vino dedicato alla violetta con note ematiche e tanta freschezza al sorso.

Agrintesa, Romagna Sangiovese Bio Poderi delle Rose 2020 - Modigliana
Vino compatto e scuro che però guadagna in scorrevolezza, profumato di viola e mora.

Ronchi di Castelluccio, Romagna Sangiovese Modigliana Buco del Prete 2020 - Modigliana
Da una vigna a fondo valle attorniata dal bosco, un rosso intenso di ciliegia e morbido in bocca.

Caviro, Romagna Sangiovese Superiore Monnalisa 2020 - Faenza
Naso appuntito di ciliegia croccante e uva spina, che si sviluppa levigato in bocca chiudendo caldo e pepato.

Galassi Maria, Romagna Sangiovese Superiore Natore 2019 - Bertinoro
Vino in trasformazione, aderente e balsamico in esordio, lieve dolce e floreale col passare del tempo.

Ca’ di Sopra, Romagna Sangiovese Marzeno Vigna Ca’ del Rosso Riserva 2019 - Marzeno
Fragola, arancia rossa e vaniglia, mentolato in bocca, fruttato il giusto, aderisce poi scorre tornando agrumato

Villa Papiano, Romagna Sangiovese Modigliana Vigna Probi Riserva 2019 - Modigliana
Dal carattere chiaro, sa di ciliegia, ribes rossi e lampone, uva spina; è intenso e mentolato, saporitissimo in bocca, polposo e agrumato nel dissetare.

Balìa di Zola, Romagna Sangiovese Modigliana Redinoce Riserva 2018 - Modigliana
Vino molto profumato di mora, rovi e incenso, decisamente succoso e piacevole al sorso

Fattoria Nicolucci, Romagna Sangiovese Superiore Vigna del Generale Riserva 2016 - Predappio
Rosa e agrumi rossi e una lunga vena vegetale, anticipano un sorso grazioso, ematico e fruttato.

Drei Donà, Romagna Sangiovese Superiore Pruno Riserva 2013 - Predappio
Versione molto intensa e saporita, sapida in chiusura e profumato di spezie, incenso e ciliegia.

Albana Passito
Ferrucci, Romagna Albana Passito Domus Aurea 2019 - Serra
Vino solare di frutta tropicale e gialla disidratata, frutta secca, dal sorso glicerico e molto sapido.

Poderi delle Rocche, Romagna Albana Passito Sibilla 2018 - Imola
Caramella di orzo, zafferano, agrumi canditi, in bocca si sviluppa dolce ma fresco, agrumato e mentolato, piacevole senza stancare.

Fattoria Zerbina, Romagna Albana Passito Scacco Matto 2016 - Marzeno
Zafferano, pesca sciroppata, ginestra e mandorle, cedro candito s’intrecciano in un sorso glicerico, pepato e fresco di agrumi gialli.

Branchini, Romagna Albana Passito D’Or Luce Botrytis 2015 - Imola
Passito bilanciato da note speziate e frutta secca e una lunga vena acidica.

Umberto Cesari, Romagna Albana Passito Colle del Re 2013 - Imola
Miele di castagno, melone, pesca e albicocca disidratati, torrefazione, in bocca è molto dolce e aderente, ma rimanda a note erbacee e mentolate, frutta tropicale in finale con frutta secca.

“L’altra” Romagna
Tenuta Uccellina, Ravenna Famoso Rambela Uccellina 2021 - Bagnacavallo
Versione larga e densa, sapida e fruttata, mentolata e ammandorlata del vitigno Famoso.

Longanesi, Ravenna Famoso Rambela Longanesi 2021 - Bagnacavallo
Versione beverina del vitigno Famoso, citrina e minerale, con note nette di salvia e vaniglia.

Podere dell’Angelo, Colli di Rimini Rebola Giulietta 2021 - Verucchio
Trama densa e sapida, lievemente amaricante e pepata, mentolata e floreale nei profumi.

Giovannini, Bianco del Sillaro 8000 2020 - Imola
Un versione placida di Albana in anfora, solo magnum, croccante di frutta al naso e succosa in bocca.

Enio Ottaviani, Romagna Pagadebit Strati 2020 - San Clemente
Fiori bianchi e melone al naso, che si ritrovano nel sorso minerale e agrumato.

Palazzona di Maggio, Rubicone Sangiovese Ulziano 2020 - Imola
Sangiovese e Ciliegiolo, vivi e vinosi, dal sorso centrale, piacevolmente fruttato e balsamico.

Randi, Ravenna Longanesi Blu di Bursôn 2019 - Bagnacavallo
Un vino selvatico e colmo di sottobosco, frutta e balsami, molto aderente e saporito anche al sorso.

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